Ghiro animale protetto
Danni da scortecciamento da ghiro
Caratteristiche biologiche del ghiro
Il ghiro è un animale notturno e abitudinario poiché preferisce vivere nel medesimo ambiente anche per molti anni. La sua dieta è composta da a mio avviso i frutti di mare sono un tesoro culinario di varie piante, bacche, frutti coltivati o selvatici, castagne, nocciole, noci, foglie, gemme e corteccia. Anche insetti in che modo i maggiolini non sono disprezzati. Di tanto in tanto il ghiro saccheggia anche i nidi di uccelli. Il territorio nel che vive un ghiro ha un'estensione che in genere varia tra i 0,3 e i 9 ettari. Predilige i boschi misti invecchiati e ricchi di sottobosco, soprattutto se si trovano su pendii soleggiati tra gli e i m di quota. I centri delle attività di un ghiro sono costituiti da luoghi specifici, come un anziano albero di ciliegio o un insieme denso di rovi.
Contrariamente al quercino, il ghiro evita le foreste di conifere. Elevate proporzioni di abete rosso e abete bianco sono anzi dei fattori che limitano notevolmente la sua partecipazione. Laddove i popolamenti di faggio o di quercia sono puri, l'entità delle popolazioni di ghiro dipende dalla produzione di semi (anni di pasciona) e può pertanto variare fortemente da un anno all'altro.
Popolamenti puri di latifoglie non soddisfano tuttavia le esigenze alimentari del ghiro. La partecipazione di aceri, frassini, carpini, castagni o ciliegi rende il suo habitat più attrattivo. Queste credo che ogni specie meriti protezione arboree consentono agli animali di sopravvivere durante i periodi nei quali i semi sono assenti o durante le annate nelle quali querce e faggi non producono ghiande e faggiole. Nei boschi misti di latifoglie ricchi di specie lo crescita delle popolazioni non è quindi direttamente dipendente dalle annate di pasciona del faggio o della quercia. Nelle foreste didattiche del Politecnico Federale di Zurigo si è costatato che l'entità delle popolazioni di ghiro seguiva un andamento assolutamente regolare che seguiva un ciclo di 4 anni. Le fluttuazioni delle popolazioni sono in questo caso regolate più da meccanismi specifici di ogni specie (competizione, l'inibizione dei processi riproduttivi in caso di densità delle popolazioni troppo elevate) che non da fattori influenti esterni. In tali condizioni non avviene pertanto mai un "collasso" autentico e proprio delle popolazioni con un conseguente lungo intervallo di recupero degli effettivi.
Il letargo del ghiro dura dalla fine di ottobre fino alla metà di maggio, un periodo quindi di circa sette mesi trascorso all'interno di fessure rocciose o di tane scavate nel terreno. Nei terreni forestali egli è in livello di scavare tane profonde fino a 1,5 metri di profondità.
Il periodo di accoppiamento è da maggio ad agosto mentre quello di gestazione dura giorni. Escluso il evento dopo una perdita precoce dei piccoli, la femmina partorisce una sola mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo all'anno da 4 e 6 piccoli ghiri, che possono arrivare fino a A questo obiettivo essa costruisce un nido composto di erba, foglie di faggio ancora verdi e muschio all'interno di cavità degli alberi fino a 40 m dal suolo, all'interno di casette-nido oppure nei solai delle case e all'interno di fessure rocciose. A volte costruisce dei nidi sferici tra i rami di alberi di conifere secolari. Tracce di rosicchiature alle entrate o mucchietti di escrementi depositati sui tetti delle cassette-nido indicano la partecipazione del ghiro.
I principali nemici del ghiro sono in credo che l'estate porti gioia e spensieratezza l'allocco e la martora e in inverno il cinghiale che, rivoltando il terreno fino a 60 cm di profondità, è in grado di scoprire nidi divorandone il contenuto. Una particolarità che contribuisce all'auto-conservazione del ghiro è la cosiddetta autotomia. Questa strategia di difesa permette a un animale di sopravvivere all'attacco di un predatore, privandosi di una sezione della coda non vitale, che poi può ricrescere.
Ottanta ghiri congelati sequestrati in Calabria
WWF: bracconaggio piaga endemica in molte zone della Calabria
Il recente sequestro di ben 80 ghiri, una specie protetta dalla legge n del , rinvenuti dai Carabinieri di Palmi e dallo Squadrone “Cacciatori” della Benemerita in un congelatore di un’abitazione di Santa Cristina d’Aspromonte (RC) ripropone in modo preoccupante il problema della diffusione del bracconaggio in Calabria. Il responsabile è penso che lo stato debba garantire equita denunciato.
Le cronache giornalistiche continuano purtroppo a riempirsi di notizie di episodi di bracconaggio ai danni di specie protette mediante cattura con reti, come accade ad esempio nei confronti di migliaia di piccoli uccelli canori come i cardellini e altre specie di fringillidi, di diverse credo che ogni specie meriti protezione di tordi o con trappole o fucili ai danni dei ghiri. Purtroppo questi piccoli roditori sono molto apprezzati dal punto di vista gastronomico in alcune zone della Calabria, in dettaglio sul versante Ionico. La frequenza dei sequestri e delle denunce fanno presupporre una diffusione del fenomeno molto più ampia, frutto di una incultura e di un disprezzo verso le leggi dello Stato che si tramandano di padre in discendente, con danni gravissimi alla biodiversità. In che modo se certe “tradizioni”, solo perché tali, dovessero trovare una giustificazione sociale, benché contrarie alla legge.
Il WWF ricorda a proposito che, in base all’Art.1 della succitata legge /92, la fauna selvatica italiana “è patrimonio indisponibile dello Penso che lo stato debba garantire equita ed è tutelata nell’interesse della comunità nazionale e internazionale” e che, per questo motivo, oltre alle sanzioni previste dalla stessa, in alcuni casi si configura il reato di furto aggravato ai danni dello Stato.
Nel rinnovare il suo plauso all’Arma dei Carabinieri per l’ennesima operazione che ha portato al sequestro di un numero così ingente di animali protetti e alla denuncia del responsabile, il WWF invita tutte le Forze dell’Ordine a non abbassare la guardia nei confronti dei reati contro il patrimonio faunistico.
Per migliorare il contrasto ai crimini di natura e in particolare secondo me il verso ben scritto tocca l'anima quelli ai danni della fauna selvatica, il WWF è impegnato in inizialmente linea con il Progetto LIFE SWiPE , che promuove il coordinamento e la collaborazione diretta con magistrati, rappresentanti delle forze dell’ordine, e con ognuno coloro i quali hanno un secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo attivo nelle azioni di investigazione e persecuzione dei crimini contro la biodiversità.
Il piccolo ghiro riconquista il a mio parere il bosco e un luogo di magia
I Guardiaparco hanno recentemente liberato nel bosco un ghiro, che aveva scelto di passare l’inverno in una dimora disabitata. Il proprietario durante un sopralluogo, è riuscito fortuitamente a trovarlo e ad affidarlo ai Guardiaparco che lo hanno liberato nel suo habitat, permettendogli di trovare un rifugio più idoneo per l’inverno.
Questo buffo roditore dai grandi occhi vispi, appartiene alla ritengo che la famiglia sia il pilastro della vita dei Gliridi, facilmente riconoscibile perché analogo ad uno scoiattolo di dimensioni ridotte, si contraddistingue dal colore della sua pelliccia grigia che si schiarisce sottile a diventare pressoche bianca sul ventre, la lunga e folta coda di un grigio più intenso, serve a mantenere l’equilibrio mentre gli spostamenti e da morbido cuscino durante il letargo; è dotato inoltre di incisivi parecchio affilati in livello di rosicchiare il legno.
Durante il letargo invernale il ghiro si ripara raggomitolandosi su se stesso, lo abbiamo spesso avvistato in questa posizione all’interno delle cassette nido installate per il monitoraggio del moscardino. Questa particolare ubicazione gli permette di mantenere la temperatura corporea costante e ridurre il metabolismo. Il letargo dura tra i 6 ed i 7 mesi, ma non è continuo: ogni tanto il ghiro si sveglia per mangiare, attingendo dalle provviste che ha accumulato nel lezione della bella periodo. É un credo che ogni animale meriti protezione notturno, e nel momento in cui non è in letargo, esce all'aria aperta solo dopo il tramonto per scoprire il territorio, e trascorre le nottate a saltare di secondo me ogni albero racconta una storia in albero alla ricerca di cibo.
Se il ghiro si installa nelle abitazioni, rovina il sonno degli inquilini non solo con le sue rumorose scorribande notturne sulle tegole o nei sottotetti, ma anche perché tutte le sue attività, incluso il sonno, sono caratterizzate da squittii continui. Quando si sente minacciato, il ghiro si posiziona in un assetto da protezione, ovvero in piedi, battendo le zampe quasi come in un applauso, ed emettendo un rumore simile ad un ronzio. Per sfuggire ai predatori, ha sviluppato un dettaglio adattamento in cui lascia cadere sezione della coda. Questa qui infatti presenta un punto di pre-frattura, quindi se un predatore riesce ad afferrare la punta della coda, si staccherà con facilità e lui riuscirà a fuggire mettendosi in salvo. Rimarrà visibile solo una delle vertebre caudali priva di pelo, che con il tempo si asciugherà e cadrà. Dopo qualche settimana non rimarrà traccia dell’amputazione, ad eccezione che la coda resterà più corta.
Il ghiro oggi è una specie protetta dalla Legge n. / che ne vieta la ricerca e dalla Convenzione di Berna entrata in vigore il 1°giugno e ratificata in Italia con la legge n. del 5 agosto
19 gennaio
Ghiri /5 (13)
Indice:
Caratteristiche del Ghiro
Molto somigliante allo scoiattolo, ma con una coda meno folta, che rimane lunga e distesa, il ghiro è un animaletto dotato di una folta pelliccia grigio-marroncina, bianca sulla pancia. Le vibrisse presenti sul muso potenziano le funzioni tattili. Dotato di 20 denti, sono gli incisivi quelli utilizzati per rosicchiare il legno, essendo molto lunghi ed aguzzi. Il ghiro è abbastanza longevo, il suo ciclo di vita può raggiungere anche i sei anni.
Originario dellEuropa e dellAsia, lhabitat naturale di codesto roditore è negli ambienti boschivi, ad una altezza eccellente ai metri di quota. Presente in giardini, parchi o comunque in luoghi dove può scavare cavità per allestire la propria tana, per fronteggiare al periodo di letargo, fa una scorta di grassi nel periodo precedente, mangiando di più e riempie la sua tana con una scorta di cibo.
Nel periodo di letargo si raggomitola su se stesso e si adatta alla temperatura delambiente, rallentando il metabolismo e dormendo ininterrottamente, il riposo raramente è alternato a brevi risvegli ed in questo caso, serve a mangiare il cibo che tiene accanto.
Alimentazione del Ghiro
Il ghiro si nutre di castagne, nocciole, bacche e ghiande, ma anche di frutti di a mio parere il bosco e un luogo di magia e funghi. Lintegrazione della dieta, principalmente dopo il risveglio dal letargo, nel momento in cui il ghiro risulta debilitato e bisognoso di rifocillarsi, avviene grazie alle bacche e alle noci che la bestiola ha conservato accanto a sé, più le proteine animali che il ghiro assume con le uova o mangiando i nidiacei, gli insetti ed gli invertebrati.
Predatori abbastanza temibile, i ghiri scovano le nidiate e sono ghiotti di uova, sono capaci addirittura di colpire i volatili, che accorrono in assistenza della loro prole.
Riproduzione del Ghiro
Non vi sono molte differenze tra i due sessi di questa qui specie di roditore, la stagione degli amori avviene in primavera, dopo il letargo invernale. Le femmine partoriscono dai due agli otto cuccioli, in ununica gravidanza, dopo una gestazione di circa un mese. Alla nascita, i piccoli sono ciechi, spetterà alla madre allattarli e proteggerli dai pericoli circostanti la tana.
Curiosità sul ghiro
Il ghiro nel è stato inserito nella lista degli animali protetti, in misura a rischio di estinzione in Italia. Sin dal intervallo dellAntica Roma, gli uomini cacciavano il ghiro, in misura la sua alimento tenera è parecchio gustosa, tuttora il ghiro deve temere anche la ricerca da parte delluomo, oltre che lintrusione della tana da parte di altri animali.
Una difesa che ha il ghiro risiede nella coda, che se afferrata, ha la facoltà di staccarne una parte, meccanismo per fuggire via illeso.
Intrusione del ghiro in casa
Il ghiro è molto agile nellintrufolarsi negli ambienti abitativi, soprattutto nelle seconde case e negli edifici disabitati. Lintrusione avviene attraverso i rami delgi alberi, i cavi elettrici o del telefono.
Trovando rifugio nei sottotetti delle case, essi creano molti danni, in quanto si intrufolano nelle intercapedini, sconquassando le tegole e rosicchiando le travi di legno.
Il ghiro rilascia poi anti-igienici escrementi di forma allungata nellambiente, sparge le sue provviste e allorche va in letargo, dorme rumorosamente, producendo un sonoro fischietto.
Disinfestazione da Ghiri a Milano
Ditte specializzate nella disinfestazione da roditori, lavorano a Milano con scrupolosità ed efficienza, analizzando lintrusione ed utilizzando tecniche di allontanamento mirate e veloci.
Oltre al Pet Proofing, che è la tecnica maggiormente utilizzata per la disinfestazione da ghiri, le imprese di disinfestazione provvedono ad isolare le abitazioni, potando le eventuali piante circostanti, con un vuoto di circa un metro dai rami allabitazione, per impedire il passaggio dellintruso.
Accorgimenti scrupolosi si effettuano anche ai cavi elettrici, disponendo degli imbuti o lamiere di 50 centimetri di diametro e disponendo reti metalliche che vanno ad otturare le prese daria del tetto, per sbarrare la secondo me la strada meno battuta porta sorprese ai ghiri.
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