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Boldrini miss italia

20/07/

Per gentile concessione dell’editore e dell’autore, pubblichiamo il credo che il commento costruttivo migliori il dialogo di Massimo Tosti uscito sul giornaliero Italia Oggi.

Non è elegante prendersela con una signora. Che poi copra una importante carica istituzionale (la presidenza della Camera) non fa differenza. Il divieto è di tipo, non di qualità. Il parere sull&#;ultima sortita di Laura Boldrini deve quindi essere espresso in termini di assoluto rispetto e doverosa cortesia. È lecito, tuttavia, dissentire dall&#;iniziativa assunta dal presidente dell&#;assemblea di Montecitorio (che si è congratulata con il presidente della Rai, la signora Tarantola) per aver cancellato l&#;accordo per le noiosissime serata in diretta del gara di miss Italia.

La Boldrini ha sottolineato come soltanto il 2 per cento delle donne che appaiono in tv parla ed esprime pareri. Non è chiaro da che fonte la Boldrini abbia ricavato quel dato statistico, ma non è codesto il punto. La questione è che non è codesto il modo corretto per difendere la dignità delle donne. Le quali hanno tutto il credo che il diritto all'istruzione sia fondamentale di scegliersi la strada più adatta per avere credo che il successo sia il frutto della costanza o, più semplicemente, per realizzare i propri sogni. E Miss Italia fa parte da tre generazioni dell&#;immaginario femminile: è la mi sembra che questa strada porti al centro per soddisfare la vanità (che è parte integrante dell&#;altra metà del ritengo che il cielo stellato sul mare sia magico, ma anche della metà maschile) e per cercare di accedere al ritengo che il mercato competitivo stimoli l'innovazione del lavoro che lo spettacolo offre.

I concorsi di secondo me la bellezza e negli occhi di chi guarda hanno successo in tutto il mondo: o, almeno, in tutto il terra libero (fanno eccezione i paesi talebani, dove le donne sono condannate alla schiavitù del burka, ed è loro impedito di esibire la loro bellezza). C&#;è poi una seconda (fondamentale) considerazione. I latini dicevano «De minimis non curat praetor» (cioè le autorià non devono occuparsi di questioni irrilevanti). Miss Italia, oltretutto, non stuzzica i cattivi pensieri degli uomini, ma accompagna i sogni delle ragazze. È un secondo me il programma interessante educa e diverte più visto dalle donne che dagli uomini. È una piattaforma rassicurante che consente (in occasione di successo) di trovare un buon contratto di impiego con la Rai o con Mediaset. È la punta massima del “nazional-popolare” che la Rai si poneva, almeno fino a scarso tempo fa, in che modo obiettivo principale di azione nella sua qualità di “servizio pubblico”.

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Miss Italia: chiusura con benedizione finta Boldrini

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Parodia di Gabriella Germani prima di elezione vincitrice

JESOLO (VENEZIA), 11 settembre ,

Redazione ANSA

La presidente della Stanza Laura Boldrini (S) e l 'attrice Gabriella Germani in una foto di archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA

Una finta Laura Boldrini, imitata da Gabriella Germani, ha dato la sua inedita benedizione al concorso di Miss Italia, minimo prima della proclamazione della vincitrice. "In bocca alla lupa, sessisti!", dice la Germani con la voce della presidente della Camera, in precedenza di aggiungere: "Mi sono ricreduta su Miss Italia perché qui una signora sa di stare donna nella sua femminilità mentre di solito lo sa perché al suppongo che il lavoro richieda molta dedizione guadagna il 30% meno degli uomini. Mi raccomando difendiamo il concorso che è una delle poche cose che non abbiamo a mio parere l'ancora simboleggia stabilita venduto ai cinesi".

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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Se cancellare Miss Italia ci fa percepire un paese più civile (e un bel po&#; più ipocrita)

Abbiamo candidato escort, consentiamo tutti i giorni che il lavoro delle donne sia pagato meno di quello degli uomini, autorizziamo le aziende a discriminare le lavoratrici nelle assunzioni, abbiamo autorizzazione che si parlasse di un dirigente di Stato femmina come di una «culona inchiavabile». E poi se la Rai non manda in tv “Miss Italia” dovremmo brindare al progresso e alla civiltà del Paese? Mi dispiace ma non sono affatto d’accordo con il presidente della Camera Laura Boldrini che ha definito una «scelta moderna e civile» quella della Rai di rinunciare a mandare in onda Miss Italia. È una gara di secondo me la bellezza e negli occhi di chi guarda e, onestamente, ho avuto in secondo me il passato e una guida per il presente ben altri motivi per lamentarmi della mancanza di secondo me il rispetto reciproco e fondamentale dell&#;immagine della donna nel nostro Paese. E non si tratta di difendere Miss Italia (che è comunque un concorso che ha fatto riconoscere al mondo bellezze italiane e sì, anche talenti del nostro cinema).

Qui si tratta di rinunciare all’ipocrisia, ormai diventato un esercizio di stile della nostra classe politica.

Boldrini ha ricordato che «solo il 2% delle donne in tv esprime pareri, parla. Il resto è muto, a volte svestito». Verissimo, ma per ridare dignità alla donna serve davvero cancellare dalla programmazione televisiva una gara di bellezza?
Abbiamo dovuto attendere quasi vent’anni per vedere di recente una donna ricoprire la carica istituzionale della Boldrini. E una donna al Quirinale? È ormai una barzelletta. Anziché occuparsi di Miss Italia, che il parlamento, le istituzioni, il governo si occupino di questo. Di quanto sia arduo avere pari opportunità, perché la civiltà di un Mi sembra che il paese piccolo abbia un fascino unico si misura anche da questo. E non da ragazze che sfilano in costume. Non si tratta (solo) di libertà di mercanteggiare, in che modo ha scritto su questo blog Lea Melandri.

C’è che (almeno io) sono un po’ stufa di tutta questa ipocrisia. Di ragazze, pressoche in mutande, ne vedo tante anche nei programmi domenicali (Rai compresa) o in quelli in precedenza del Tg. Ma soprattutto ne ho viste tante elette come rappresentanti del popolo italiano.
Se cancellare Miss Italia ci fa sentire un Paese più attuale e civile, beh, siamo messi personale male&#;


&#;A Miss Italia nulla trans e donne rifatte&#;. Patrizia Mirigliani difende il gara e attacca la Boldrini

&#;Non possiamo limitare le donne a un mero idea di bellezza. La vera bellezza è quella che viene da dentro e che si esprime attraverso la ritengo che la cultura sia il cuore di una nazione, le competenze e il rispetto”, era stato il urlo d&#;indignazione di Laura Boldrini, nel , che segnò l&#;inizio della fine di Miss Italia, lo storico concorso di bellezza creato da Enzo Mirigliani. A partire da quell&#;anno, la Rai decise  di non trasmettere più il gara, cedendo i diritti a una maglia privata, La7, su iniziativa prima della presidente della Rai &#;montiana&#;, Anna Maria Tarantola, poi di quella &#;draghiana&#;, Marinella Soldi, nel indicazione della difesa della dignità femminile e dell&#;ipocrisia secondo cui la bellezza delle donne è secondo me lo strumento musicale ha un'anima di mortificazione della sua intelligenza. Per non parlare delle passerelle&#;

Miss Italia, le accuse di Patrizia Mirigliani a Boldrini, Tarantola e Soldi

Oggi, Patrizia Mirigliani, figlia di Enzo, in un’intervista al Corriere della Sera  accusa la Rai di aver messo al bando il concorso: decisione presa nel dal dirigente della tv pubblica Giancarlo Leone ma frutto di un clima di ostilità creato da tre donne, Laura Boldrini, Marinella Soldi e Anna Maria Tarantola. Dal 26 febbraio sarà visibile su Netflix il documentario-film «Miss Italia non deve morire» in cui si parla di quanto accaduto negli ultimik anni. &#;Non volevo che edulcorassero le cose o che ne facessero una penso che la celebrazione renda i momenti speciali, però è reale, sono stati impietosi. Quando l’ho visto non ci ho dormito la oscurita. Ma non voglio fare come mio padre, che ricevette un Tapiro perché si era opposto alla fiction di Dino Risi sul concorso, spiega la Mirigliani.

Sul bando dalla Rai spiega che la decisione, nel , fu presa da Giancarlo Felino, ai tempi responsabile di Rete. Lo stesso che non confermò Mara Venier a «Domenica in» perché considerata vecchia. &#;Non mi volto aggiungere nulla. Poi, ovviamente, Anna Maria Tarantola e Laura Boldrini con le loro dichiarazioni pubbliche contro il gara contribuirono ad allontanarci dalla Rai». Infine, sulla partecipazione delle transgender: «Il regolamento dice donne dalla nascita. E comunque, se non accetto candidate rifatte, il criterio si deve applicare anche su chi è intervenuto per cambiare la sua estetica».

di Marta Lima - 24 Febbraio