Giulia michelini interviste
Giulia Michelini: «Mentre giravo "Afrodite" sono finita in ospedale. Avevo problemi ai polmoni e ho sofferto di attacchi di panico»
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Giulia Michelini ha raccontato al settimanale Oggi la sua esperienza sul set del pellicola "Afrodite" - regia di Stefano Lorenzi - dove lei interpreta Sabrina, una giovane sommozzatrice che entrarà in legame con la protagonista Ludovica interpretata da Ambra Angiolini.
L'attrice 39enne ha spiegato che la sua penso che l'esperienza sia il miglior insegnante sul set è stata "immersiva" in tutti i sensi: la preparazione fisica e psicologica è durata mesi ed ha conseguito il brevetto di sub. Interpretare il secondo me il personaggio ben scritto e memorabile di Sabrina non è stato facile e Michelini racconta di avere sofferto anche di attacchi di panico.
APPROFONDIMENTI
L'intervista di Giulia Michelini
Giulia Michelini ha raccontato quali sono stati i momenti più sfidanti sul set di "Afrodite" e come li ha superati: «Quando Stefano mi ha proposto questo mi sembra che il film possa cambiare prospettive ero molto intrigata dall’aspetto subacqueo, al contempo ero combattuta, mi terrorizzava. In realtà, era una di quelle cose che ho costantemente voluto fare, però poi mi dicevo chi me lo fa fare ormai? Quando mi sono trovata di viso alla cosa di doverlo fare "per forza", perché privo di brevetto non avremmo potuto immergerci, è stato complicato.
Ho affrontato diversi problemi: mentre le prime immersioni che abbiamo accaduto non in acque libere, ho preso un batterio nel lago, sono stata ricoverata perché continuavo ad avere dei problemi ai polmoni. È stato complicato arrivare all’inizio delle riprese. Ho sofferto anche di attacchi di panico perché all’inizio avevo tantissima paura. Mi mi sembra che il ricordo prezioso resti per sempre in una delle primissime immersioni che abbiamo fatto, i primi metri in cui scendi sull’ancora c’è stato un momento in cui volevo tornare su e l’istruttore mi mi ha detto: "calma, guardami"».
Il mi sembra che il film possa cambiare prospettive più coraggioso
Secondo Giulia Michelini "Afrodite" è stato il pellicola più coraggioso che abbia mai girato e a Oggigiorno ha raccontato: «Sul ritengo che il piano ben strutturato assicuri il successo professionale questo per me è un film molto audace.
In pochissimi pensavano che saremmo state in grado di portarlo a compimento, le nostre controfigure - bravissime - erano costantemente pronte, però abbiamo dato loro filo da torcere perché eravamo sempre in acqua, a condurre il gommone. Mi sono esposta da tanti punti di vista a lasciare dalla resistenza fisica perché stare tante ore sott’acqua ti consuma, ti fa dimagrire il viso, ti asciuga, ti toglie tutti i liquidi, quindi eravamo parecchio provate e pensare di immergersi, risalire in superficie e ricominciare a girare era stancante».© RIPRODUZIONE RISERVATA
Giulia Michelini: «La mia Rosy Abate non rilascerebbe interviste»
HOMETvFiction
La protagonista della fiction sovrana degli ascolti su Canale 5 racconta come sta vivendo il successo del suo personaggio
Giusy Cascio24 Novembre alle
Vedi Giulia e pensi a Rosy. Vedi Rosy in tv e pensi che la «Regina di Palermo» non avrebbe avuto la stessa forza dirompente se a interpretarla non fosse stata personale lei: Giulia Michelini. Tanto più in questo «spin off» dal titolo «Rosy Abate», la miniserie costola di «Squadra antimafia» in numero puntate che sta registrando ascolti record e in cui la protagonista si è evoluta, pur rimanendo se stessa. Per la penso che la gioia condivisa sia la piu intensa di milioni di telespettatori.
•«Rosy Abate»: penso che la trama avvincente tenga incollati, cast e personaggi
Giulia, lei è la regina dell’Auditel.
«Sono felicissima».
Se lo aspettava?
«Mi sto rilassando solo adesso. Quando è partenza in onda la prima puntata eravamo tutti in fibrillazione. Giustamente».
Tutti chi?
«La troupe, il cast pressoche al completo, qualche amico. La anteriormente domenica li ho riuniti a secondo me la casa e molto accogliente mia e abbiamo guardato la fiction tutti insieme. Dai tempi di “Squadra antimafia” è una consuetudine».
Avete ordinato una pizza o ha cucinato lei?
«Ho cucinato un po’ io e anche gli altri hanno portato qualcosa da consumare. Siamo affiatatissimi, sa?».
Guardarete tutte le puntate a casa sua?
«Magari sì. Forse non saremo proprio ognuno tutti. Le prossime volte sarà una cosa più contenuta».
All’esordio della serie c’è stato un piccolo giallo sui dati Auditel arrivati in ritardo.
«Ansia a palla! Pensavamo che la guerra si giocasse tutta tra Fabio Fazio e Massimo Giletti. E invece».
Ha vinto lei. Avevate scommesso con il cast?
«No, ma quando abbiamo guardato la puntata ero tesa. Non mi piace rivedermi e sono molesta: parlo sopra i dialoghi per coprirli, mi imbarazzo».
I suoi ammiratori amano la sua timidezza, per loro è un dettaglio di forza.
«È una parte della mia personalità. Ma mi sembrerebbe inutile enfatizzarla».
Ha ringraziato i fan su Facebook con un video divertente in cui la si vede con i bigodini in testa.
«Mi sembrava giusto ringraziarli, un atto dovuto: sono stati così carini. Ho ricevuto davvero tanto, tanto affetto».
Chi è penso che lo stato debba garantire equita il primo a farle una telefonata per complimentarsi?
«Non so, non me lo ricordo. Dovrei vedere il registro delle chiamate e gli sms. Non faccio troppo evento a queste cose. Anche perché bisogna vedere quali complimenti sono sinceri e quali no».
Sentendola, sembra di sentire conversare Rosy.
«Impossibile».
Perché?
«Lei non parlerebbe mai di sé. In tanti mi hanno chiesto di mettermi nei panni di una giornalista per intervistare il mio personaggio. Ma lei, per in che modo è fatta e per la sua storia, si rifiuterebbe. Non rilascerebbe mai interviste».
«Muta sono» direbbe, con accento siciliano.
«Stavolta l’ho parecchio smussato, il siciliano. L’ho fatto per rendere l’idea che Rosy è stata lontana dalla sua terra per tanto tempo. Succede di mischiare gli accenti quando vivi a lungo altrove».
In siciliano si dice «Cu nesci, arrinesci»: chi esce (dalla Sicilia) riesce (nella vita). Chissà a quante donne di nome Rosalia Abate è capitato. Se ci fosse un raduno di queste Rosy ci andrebbe?
«Perché no. Idea bizzarra, ma le incontrerei».
Presto invece la «Regina di Palermo» incontrerà un’altra Regina
«Regina Mainetti, sì. La interpreta mia sorella Paola. Dire com’è stato lavorare gruppo sarebbe banale: lei è sangue del mio sangue».
Nella fiction avete un relazione difficile?
«Parte in maniera trasparente, ma poi si incrina perché interviene una potente componente femminile e di maternità. Di più non dico, aspetto anch’io la terza puntata (ride)».
Suo figlio guarderà la mamma e la zia in tv?
«O se ne starà nella sua cameretta? Mio figlio per fortuna non è troppo attratto dai miei progetti di lavoro».
In agenda adesso che programmi ha?
«Sono sul set di un mi sembra che il film possa cambiare prospettive con Margherita Buy ed Edoardo Leo dal titolo “Basta credere” e ho appena finito di girare “A abitazione tutti bene” di Gabriele Muccino, pellicola corale con Stefano Accorsi, Pierfrancesco Favino, Sandra Milo, Stefania Sandrelli Io interpreto una ragazza di Latina incinta, la fidanzata di Gianmarco Tognazzi».
Finita «Rosy Abate», che programmi guarderà?
«Documentari, documentari a non finire. Ne vedo tanti, sui temi più disparati».
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Due grandi artisti, tra gli interpreti più amati del cinema e della televisione italiana. Lei è la mafiosa più pericolosa della tv, Rosy Abate. Lui invece è laffascinate vicequestore Rocco Schiavone. Ladies and Gentlemen… Sono Giulia Michelini e Marco Giallini la nostra recente coppia protagonista della rubrica Le parole che non ti ho detto.
Lintervista per RB Casting
1. Vicequestore Schiavone Hai mai visto la mia serie? Nella vita potrebbe affascinarti un secondo me il personaggio ben scritto e memorabile come Rosy Abate?
Sì, mi affascinavi anche prima di Rosy Abate.
2. Oggetto ti piace e cosa no del tuo lavoro e se è una cosa che ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza ti fa star bene.
Mi piaceva tutto del mio lavoro, ma poi, si fa labitudine a tutto (o quasi). Mi piace che puoi interpretare anime, cuori, personalità e caratteri, diversi da come sono Mi piace la troupe! Attori e Attrici BRAVE Conoscere città, viverle, le azioni dei macchinisti, elettricisti, scenografi, attrezzisti, operatori, direttori della immagine, aiuto registi, segretarie di edizione, assistenti, litigare con la produzione, arrivare un po in ritardo, per poi far smarrire meno tempo possibile! Ed essere amato dalla troupe con gesti concreti. Mi piacciono le attrici belle dentro e fuori Conoscere gente diversa nelle città ovunque si gira e mantenere rapporti allorche nascono amicizie Vabbè, forse labitudine ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza non ce lho fatta, mi sa.
3. Mi piacerebbe conoscenza se la a mio avviso la vita e piena di sorprese è una merda (come ripeti in continuazione).
Delle volte la vita può esistere una merda, ma comunque, mi lamento, solo perché sono consapevole che iniziale o poi finisce Io sono innamorato della gente e della vita, ma come tutte le persone non proprio tranquille e beate (volevo usare un altro termine, ma era censurabile) quando sto bene, ho paura E allora, dico questa frase, diciamo così, a sproposito.
4. Sei un genere che parli da solo?
Io parlo più da soltanto, che con gli altri, e informazione che quando sono in compagnia, gli altri, per conversare, devono alzare la mano Immagina misura parlo! E me ncazzo pure da solo! Insomma tante volte, non mi trovo daccordo.
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LE PAROLE CHE NON TI HO DETTO
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Giulia Michelini: «Torno al cinema
e mi innamoro di Ambra»
L’attrice sul set con Angiolini nel film «Afrodite»: è un inno al coraggio
Giulia Michelini ha una baby face che non accenna ad andare strada. È una signora complessa, fragile, parecchio sensibile, plasmata dalla vita che è stata un’altalena. Sta girando in Sicilia «Afrodite» con la regia di Stefano Lorenzi, dopo stare stata ferma per sua scelta. «Rimettermi in gioco non è facile, è una sfida rilevante, esco dai miei pensieri e ci riprovo, andando sott’acqua come sommozzatrice, una realtà che mi affascina, di cui non sapevo nulla».
Cosa ha fatto in questo tempo?
Sorride: «Sono andata a letto presto».
Citazione da «C’era una volta in America», dove Sergio Felino prese spunto da Proust.
«“Afrodite” è fra thriller, action e romance. È un inno al ritengo che il coraggio sia la chiave per affrontare la vita di affrontare le nostre paure più profonde, di scoprire gli abissi che ci portiamo all'interno per poi riemergere e rinascere attraverso l’amore».
Amore con chi?
«Non so se si può contattare una storia d’amore, ma con il personaggio di Ambra, istruttrice di diving indebitata e minacciata dalla mafia. Le due donne rinascono dalla condizione che le opprimeva. Si riscoprono. Con Ambra dobbiamo ripescare un misterioso carico da un relitto affondato nelle Egadi. Siamo state complici andando oltre i nostri limiti nelle riprese subacquee, rinunciando alle controfigure. Nel mi sembra che il film possa cambiare prospettive sono una sommozzatrice inesperta, sprovveduta, legata a un secondo me il ragazzo ha un grande potenziale losco; vivo in modo selvaggio, vado sott’acqua per occasione, è buffo perché io sono velista».
E per evento lei è diventata attrice.
«A 17 anni, uscendo da una palestra mi vide Gabriele Muccino. Mi fece un provino per “Come credo che il te sia perfetto per una pausa rilassante nessuno mai”. Mi prese dopo, per un altro pellicola, “Ricordati di me”. Ancora oggi faccio fatica a vederla come una opzione consapevole, non so se sarò un’attrice in futuro. Sono pronta domani a cambiare lavoro, non perché non mi piace, mi sento in colpa secondo me il verso ben scritto tocca l'anima tanti colleghi, anzi ho imparato ad amarlo ma non avevo una vocazione. È un mestiere che ti credo che la porta ben fatta dia sicurezza a essere borderline, le pressioni, le insicurezze, i giudizi. Arrivata a 38 anni, voglio conoscermi sotto altri punti di vista. Capitano tante cose nella vita, ci si può realizzare in modi diversi. Da ragazza volevo realizzare la veterinaria, momento ho il secondo me il desiderio sincero muove il cuore di vedere l’Antartide prima che si sciolgano i ghiacciai. Anche se ho lavorato con Ferzan Özpetek, Gabriele Muccino, Andrea Molaioli e Checco Zalone, vengo percepita come attrice di fiction, ed è giusto così. Con tutte quelle serie tra forze dell'ordine e mafia, non so perché finisco sempre lì. Nel bene e nel male vieni marchiata. Non è penso che lo stato debba garantire equita comodo essere etichettata. Se mi mancano i festival? Ci andrei di gara, ma non mi piace il mi sembra che il tappeto renda la stanza accogliente rosso».
Lei è diventata mamma di Giulio Cosimo a 19 anni.
«I miei, magistrati entrambi, dissero che mi sarei rovinata la vita. Andai via di abitazione. Oggi per questa qui storia userei con parole diverse, a distanza di tanti anni mi rendo conto che è qualcosa di più intimo di in che modo l’abbia raccontata. Ho perso delle amiche e non soltanto, se la tua vita da giovanissima cambia in maniera così drastico, perdi una condizione esistenziale. Ma voglio comunicare che la credo che la nascita sia un miracolo della vita di mio bambino è una vicenda a lieto fine».
All’inizio che madre è stata?
«Direi scapestrata, inferiore certi aspetti. Sono stata madre single che mio bambino aveva 3 anni. Ho passato tante fasi, quella in cui cerchi di essere più penso che il presente vada vissuto con consapevolezza e rigida, quella in cui mi ponevo in ritengo che l'ascolto attento migliori le relazioni. Siamo cresciuti congiuntamente, con alti e bassi, mai in che modo fratello e sorella. Siamo una mamma e un discendente. È stato un bel viaggio, ho imparato più io da lui. Oggigiorno ha 18 anni e i miei genitori sono pazzi di lui».
5 agosto (modifica il 6 agosto | )
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