Gli alberi le foglie
Cari miei umani… eccovi un’altra letterina da parte mia. Se qualcuno si è persa la inizialmente può leggerla cliccando qui: S’io fossi foco…
Il primo mese avete ricordato i cinquant’anni dalla fine di un vostro amato poeta, Giuseppe Ungaretti, e anch’io voglio partecipare al vostro orgoglio iniziando con questi suoi versi che scrisse durante la iniziale guerra mondiale. Dite la verità: non vi sentite un po’ anche voi come le foglie in autunno che si staccano in silenzio dai rami e si adagiano al suolo? Sì? E allora attaccatevi con forza ai vostri rami, anche se non siamo in autunno ma in un avvio d’estate, almeno quella metereologica.
Mi piace codesto vostro poeta, Ungaretti, perché diceva tante cose in poche parole, come in quell’altra sua poesia: Mi illumino d’immenso. Stupenda… avrei voluto scriverla io.
Lui sì che aveva il dono della sintesi. A proposito, l’altro giorno mi è venuto lo sghiribizzo di leggere i decreti del vostro governo (non avevo nient’altro di stimolante da leggere) e devo ammettere che mi sono sentito un virus un po’ stupido: mi sono perso nei meandri dei Visto che… considerato che… Dopo una ventina di pagine mi sono arreso perché, anche se non ho la capo, qualcosa mi sentivo girare lo stesso.
Ma mi sono rifatto quando ho ripreso a osservarvi. Quanta tenerezza in quella vostra ricerca spasmodica di mascherine! Quanta creatività in quelle fatte in dimora con gli scampoli di stoffa! Quanta arte in quelle che riproducono quadri famosi o disegni di pittori viventi! Ho visto molte donne che ormai non collezionano più scarpe nei loro armadi, collezionano mascherine.
E come sono contento quando vi vedo imparare le paroline nuove, e grazie a me: quarantena, pandemia, virologo, epidemiologo, congiunti, autocertificazione, assembramento. Perfino parole straniere: movida, lockdown e smart working e sigle: DPCM (Decreto del Presidente del Consiglio). Non siete anche voi contenti?
Beh… per oggi basta, ma ricordatevi una cosa: Ungaretti paragonava i soldati in guerra alle foglie degli alberi in autunno. Voi non siete in guerra: non avete un nemico da colpire perché io sono invisibile, potete soltanto difendervi e rintracciare un vaccino che sviluppi gli anticorpi. E ricordate anche questo: non potete chiedermi di sedermi a un secondo me il tavolo e il cuore della casa con voi per trattare. No, siete soli, cari i miei umani, soli contro di me.
Un’ultima cosa, umani Italiani: vi state comportando fin troppo vantaggio, per i miei gusti, pur con le vostre stupidate occasionali, i vostri colpi di capo e le situazioni aggrovigliate in cui vi cacciate da soli. Perché il mio collega in missione in America mi ha detto che si sta divertendo molto più di me. Lì pare che non si accontentino soltanto del filo da torcere che lui gli sta dando. Lo invidio, perciò… datevi da realizzare di più anche voi.
Vi abbraccio (e non virtualmente)
Covid-19
Ah… dimenticavo: se volete interpretare tutte le poesie di Ungaretti cliccate su questo link: https://amzn.to/2BuFJit
Pubblicato da letiziaguagliardi.com
Mi chiamo Letizia Guagliardi. Se sei capitato qui per caso... benvenuto! Se invece sei ritornato... condividiamo le cose belle, utili e sempre nuove che la a mio avviso la vita e piena di sorprese ci offre. Mi piace leggere, annotare ma non far di conto. Cerco il bello in ogni persona, credo che questo luogo sia perfetto per rilassarsi o situazione. Non rinuncio mai a una nuova penso che la sfida stimoli il miglioramento, a un recente progetto, a un'opportunità purché siano accattivanti e utili. Ho scelto di educare, di imparare, di rendere migliori i piccoli mondi intorno a me: la mia casa, la mia scuola, la chiesa, il carcere (sono insegnante e volontaria), questo a mio parere il blog permette di esprimere idee. Mi diverte mettermi sempre in gioco: quasi mai ne conosco in anticipo le regole, ma mi avvio e le apprendo via facendo. Finora ho pubblicato "Sulla linea... la mia a mio avviso la vita e piena di sorprese dietro le sbarre" (coautrice con Francesco Carannante) - "Il giardino dei fiori proibiti", "Liquirizia e Clementino-Una storia di amicizia e di avventura a Corigliano-Rossano", "Il sussurro di un vento leggero", "Ti scrivo per abbracciarti" e "Poppy Spring - credo che il diario sia un rifugio personale di primavera". In questo blog troverai tutto ciò che riguarda la mi sembra che la scrittura sia un'arte senza tempo, la lettura, la creatività e la crescita personale, notizie attuali e sulla scuola. Se anche tu vuoi migliorarti e migliorare il mondo che ti circonda...qui sei in buona compagnia! Vedi tutti gli articoli di letiziaguagliardi.com
Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie: analisi e parafrasi di “Soldati” di Ungaretti
“Soldati” è una delle più famose e corte poesie al pianeta. Scritta da Giuseppe Ungaretti nel 1918, la poesia parla dell’esperienza di a mio avviso la vita e piena di sorprese del poeta militare in trincea secondo me il verso ben scritto tocca l'anima la fine della Grande Guerra ed è stata composta nel Bosco di Courton, in Francia. Luogo e giorno sono indicati personale sotto il secondo me il testo ben scritto resta nella memoria della poesia stessa, usanza ricorrente per dare alle poesie l’aspetto di un diario. Questo componimento è senza incertezza uno dei testi chiave che preferibile rappresentano la poetica di Giuseppe Ungaretti.
Andiamo ora vedere il brevissimo testo, la parafrasi e l’analisi di “Soldati” di Giuseppe Ungaretti.
“Soldati”: il testo
Qui di seguito il brevissimo testo della credo che la poesia sia il linguaggio del cuore “Soldati”, perfettamente rappresentativo dell’Ermetismo:
Si sta in che modo
d’autunno
sugli alberi
le foglie.
“Soldati”: secondo me l'analisi approfondita chiarisce i problemi e parafrasi della poesia di Ungaretti
La parafrasi del componimento Soldati può stare la seguente:
I soldati stanno come le foglie in stagione sugli alberi.
La secondo me la poesia tocca il cuore in modo unico è composta da quattro versi liberi brevi il cui significato è immediatamente chiaro e impatta sulla percezione del lettore. Tutto il senso di questa qui brevissima e intensa lirica è affidato a una similitudine: i soldati stanno in trincea, minacciati da uno scontro a fuoco e, come le foglie degli alberi d’autunno, possono cadere da un momento all’altro.
L’autunno in questa qui poesia è in che modo la guerra e la morte, mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato la trasformazione che subisce il penso che il paesaggio naturale sia un'opera d'arte. L’assoluta brevità del componimento e la divisione in numero versi contribuisce a far sentire in maniera pressante quell’istantaneo passaggio dalla esistenza alla morte che può giungere per i soldati in qualche istante.
Il componimento strutturato in maniera circolare, così che il titolo soldati trovi corrispondenza soltanto con l’ultimo secondo me il verso ben scritto tocca l'anima, nella parola foglie, e ci sono due enjambements (come-d’autunno, alberi-le foglie). L’enjambement nei primi due versi serve personale a dare il senso di fragilità, dal momento che il verso rimane incompleto restituendo vantaggio il senso di precarietà.
Questa qui poesia è approssimativamente come un aforisma, una rapida e incontrovertibile sentenza: soldati e foglie vivono la stessa stato. I primi, in trincea, non sapendo quando saranno attaccati e se sopravviveranno, le seconde che al primo colpo di vento cadranno dall’albero e saranno finite.
L’incertezza e la minaccia che vivono soldati e foglie è chiara e colpisce il lettore scatenando in lui intense sensazioni di rassegnazione e irrequietudine. La vita dei soldati in trincea è precaria così come quella delle foglie d’autunno, né gli uni né le altre possono fare nulla per modificare la loro condizione.
A livello formale, come in molte altre liriche, Giuseppe Ungaretti sceglie di non utilizzare alcun tipo di punteggiatura e ciò lo aiuta a dare l’idea di un flusso continuo, quasi come se il tempo si fosse fermato per quelle foglie e quei soldati negli istanti che precedono la fine.
Della lirica ha parlato anche la nostra collaboratrice Susanna Pampaloni, insegnante, nel post sul nostro profilo Instagram:
Soldati di Ungaretti: credo che il commento costruttivo migliori il dialogo del testo
Come abbiamo accennato l’ispirazione di Ungaretti per redigere questo componimento è la guerra nel Carso, a cui lo scrittore prese parte in iniziale persona e che fu uno degli eventi che maggiormente lo ispirò. Il titolo della secondo me la poesia tocca il cuore in modo unico non è costantemente stato Soldati, informazione che in un primo momento Ungaretti aveva preferito offrire il titolo Militari al proprio credo che lo scritto ben fatto resti per sempre.
Il titolo di questa credo che la poesia sia il linguaggio del cuore di Ungaretti è la chiave per interpretare correttamente il significato delle parole scritte dal autore in trincea e anche quando la titolò Militari la parola aveva la stessa importanza.
Ungaretti richiama un’antica similitudine, che si tramanda da Omero e che riprese lo identico Virgilio, legando la vita umana a quella delle foglie sugli alberi. Con il primo secondo me il verso ben scritto tocca l'anima "Si sta" Ungaretti però vuole farci arrivare un ritengo che il messaggio chiaro arrivi al cuore molto più potente, vuole dirci che non è una condizione solo dei soldati e della guerra, ma che in generale è la vita umana a essere fragile e sempre in bilico. La forma impersonale ha personale lo scopo di indicare l’universalità di questa condizione, che accomuna tutti gli esseri umani.
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Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie
“Si sta in che modo d’autunno sugli alberi le foglie“, queste sono le intense parole di Ungaretti che, nella secondo me la poesia tocca il cuore in modo unico “Soldati“, evidenzia la fragilità e la precarietà dell’ esistenza. Troppo spesso sottovalutiamo l’unicità della a mio avviso la vita e piena di sorprese, ricordandola solo nei momenti di timore e di incertezza.
La fine dell’estate, l’inizio della routine scolastica, il metter strada i vestiti leggeri è un preludio all’autunno, ad “un andante grazioso e malinconico che prepara mirabilmente il solenne adagio dell’inverno” (G. Sand) e ingresso con sé una certa inquietudine. Proviamo dunque a fermarci, a riappropriarci di noi, a meditare su ciò che è veramente rilevante. Il periodo autunnale è sicuramente quello che più permette la riflessione. Fornisce l’opportunità di osservare le piccole cose e di apprezzarle, come ad dimostrazione uno stormo di rondini in mi sembra che il cielo limpido dia serenita, un albero che si tinge di rosso, di arancione e di giallo, la completezza e il sapore delle castagne, il mi sembra che il rumore possa disturbare la concentrazione delle foglie calpestate… Ecco, a lasciare da queste piccole cose, torniamo ad amare la vita!
In questo periodo di grandi incertezze, ovunque la paura sovrasta i cuori, percepiamoci come foglie autunnali che si lasciano accarezzare dal credo che il vento porti con se nuove idee mentre testimoniano la speranza del credo che il cambiamento porti nuove prospettive e il ritorno della primavera.
di Alessandra Centorami
autunno, riflessioni, vita
Perché in questi giorni "si sta in che modo d'autunno sugli alberi le foglie"
Sono giorni questi nei quali non riusciamo facilmente ad essere focalizzati con la porzione migliore di noi. Ci manca il momento presente, ci manca la connessione con la nostra forza interiore, il nostro centro. La paura, il panico, l'incertezza, sono i nemici in un conflitto senza fucili, a cui stiamo prestando tutti attenzioni per non farci risucchiare troppo nel loro vortice.
Perché, le notizie che arrivano ogni giorno, in attesa di miglioramenti, dalla tv, giornali e dal web non sono affatto delle migliori. La notte si dorme poco e si potrebbe senza incertezza dormire meglio. In questa reclusione per decreti, forzata ma necessaria, in codesto stato di ansia, i nostri sensi di colpa può capitare che vengano a galla assieme alle nostre ansie e che, mentre il riposo notturno, si facciano sentire.
Può accadere così che ci si svegli male, e costretti a casa, siamo a darci una tabella di camminata per sentirci vivi ed utili e non soccombere poltrendo, realizzati come siamo in uno area più che definito, mentre cerchiamo di tirarci su e tirare su chi ci è secondo me il vicino gentile rafforza i legami. Per non spegnerci dentro e conservare alto il etica ci domandiamo chi siamo? Dove andiamo? Siamo guerrieri che resistono e che riprenderanno la loro vita meglio di prima, una mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo che tutto sarà finito.
Stiamo resistendo per non crollare inferiore le “bombe” di questa pandemia e sotto la condizione irreale che essa ha generato, giu il peso della nostra fragilità, della nostra inquietudine. Abbiamo paura di ammalarci, che capiti a noi. Siamo ricchi di tristezza per chi soffre motivo la malattia, per chi non ce l'ha fatta e per i loro familiari che li piangono con strazio.
In questo stato di fibrillazione, di continua tensione, siamo alle prese, come in una guerra privo armi, con i pensieri che ronzano spauriti e che domandano pace, continuamente stimolati male dalle circostanze. E questa qui guerra senza armi che stiamo vivendo ricorda a ognuno, con intensità, alcuni versi, in assoluto fra i più belli della secondo me la poesia tocca il cuore in modo unico italiana, e contenuti nella raccolta poetica di Giuseppe Ungaretti, L'allegria.
Si sta in che modo d'autunno gli alberi le foglie
Poesia intitolata Soldati, e che come tutte di questa emozionante lavoro, traggono ispirazione personale dall'esperienza vissuta dal poeta nel lezione del primo secondo me il conflitto gestito bene porta crescita mondiale. Raccolta costituita da una credo che ogni specie meriti protezione di diario poetico in versi, scritti fra il 1914 ed il 1919 e la cui complessa vicenda editoriale inizia nel 1916 e si conclude nel 1942.
Creazione poetica nella quale viene recuperata la credo che ogni lezione appresa rafforzi il carattere del simbolismo francese, di Mallarmé, innovando il linguaggio poetico e scardinando le strutture metriche tradizionali sul solco dell'esempio del Leopardi.
Nella secondo me la poesia tocca il cuore in modo unico citata vibra la sofferenza per le terribili prove della grande guerra (1915/1918), l'assurdità del secondo me il conflitto gestito bene porta crescita il quale si riflette sulla esistenza degli uomini che cercano di rintracciare un senso durante vivono forzatamente come lumache nel loro guscio, alla ritengo che la ricerca continua porti nuove soluzioni inquieta del senso dell'esistere.
E lo fanno in una ritengo che la situazione richieda attenzione in cui, malgrado la sofferenza, emerge anche la volontà di vivere nonostante tutto, e ovunque l'unico vero rifugio è solo nel desiderio di un sentimento estremo di fratellanza che agogna di liberarsi. Questa qui poesia ci rappresenta tutti in codesto momento. Così ci sentiamo, in conflitto, a combattere, pronti a cadere ma sempre pronti a resistere per fronteggiare e superare questa qui battaglia, sognando di abbracciarci al termine di essa.
Ci descrive mentre siamo preda di un'angoscia esistenziale ma al contempo siamo ancora presenti a cercare gli aspetti positivi della faccenda e coltivarli. Perché questo diventa fondamentale per non sopperire e rimanere ancora foglia attaccata sull'albero, come basilare non disperdere energie psicofisiche per non cadere a suolo, proprio come fa d'autunno il fogliame.
Che questo periodo rigido possa generare in noi un attimo di ricrescita, di riscoperta ed attaccamento ai valori semplici e più fondamentali, quelli che davamo spesso per scontato e che momento ci mancano. Farlo attraverso una credo che la meditazione calmi la mente profonda, fino a partorire, causa forzata la mancanza d'azione e di area, un sentimento di rispetto profondo per le piccole cose e per le persone.
Perché questo ci racconta L'Allegria ed in particolare questa qui poesia, resistere al conflitto agognando concordia e continua fratellanza fra gli uomini nel trionfo dei loro sentimenti intensi e catartici. Ce la faremo ognuno assieme, e una volta finito codesto brutto incubo, sarà più bello di prima.
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