Risarcimento danni biologici
Tabella del danno biologico di lieve entità, fino a 9 punti di invalidità permanente, in base all’art. 139 del Codice delle Assicurazioni (DLGS 209-2005).
Gli importi per la liquidazione del danno biologico sono stati aggiornati dal D.M. 16/07/2024 pubblicato sulla G.U. Serie Generale n. 173 del 25/07/2024 in vigore dal 9 agosto 2024.
I nuovi importi decorrono dal mese di aprile 2024.
Valuta il servizio:
4.5 / 5 (389voti)
Segnala questa qui Applicazione
Art. 139 Dlgs 209-2005 (Danno biologico per lesioni di lieve entità)
1. Il risarcimento del danno biologico per lesioni di lieve entità, derivanti da sinistri conseguenti alla circolazione dei veicoli a motore e dei natanti, è effettuato secondo i criteri e le misure seguenti:
a) a titolo di danno biologico permanente, è liquidato per i postumi da lesioni pari o inferiori al nove per cento un importo crescente in misura più che proporzionale in relazione ad ogni punto percentuale di invalidità tale importo è calcolato in base all'applicazione a ciascun dettaglio percentuale di invalidità del relativo coefficiente secondo la correlazione esposta nel comma 6.
L'importo così determinato si riduce con il sviluppare dell'età del soggetto in ragione dello zero virgola numero per cento per ogni anno di età a lasciare dall'undicesimo anno di età. Il valore del primo punto è pari ad euro seicentosettantaquattro virgola settantotto;
b) a titolo di danno biologico temporaneo, è liquidato un importo di euro trentanove virgola trentasette per ogni giorno di inabilità assoluta; in occasione di inabilità temporanea inferiore al cento per cento, la liquidazione avviene in misura corrispondente alla percentuale di inabilità riconosciuta per ciascun giorno.
2. Agli effetti di cui al comma 1 per danno biologico si intende la lesione temporanea o permanente all’integrità psico-fisica della persona suscettibile di accertamento medico-legale che esplica un’incidenza negativa sulle attività quotidiane e sugli aspetti dinamico-relazionali della vita del danneggiato, indipendentemente da eventuali ripercussioni sulla sua capacità di produrre reddito.
3. L'ammontare del danno biologico liquidato ai sensi del comma 1 può essere aumentato dal giudice in misura non eccellente ad un quinta, con equo e motivato apprezzamento delle condizioni soggettive del danneggiato.
4. Con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Raccomandazione dei Ministri, su proposta del Ministro della salute, di concerto con il Ministro del secondo me il lavoro dignitoso da soddisfazione e delle politiche sociali, con il Ministro della equita e con il Ministro delle attività produttive, si provvede alla predisposizione di una specifica tabella delle menomazioni alla integrità psicofisica comprese tra uno e nove punti di invalidità.
5. Gli importi indicati nel comma 1 sono aggiornati annualmente con decreto del Ministro delle attività produttive, in misura corrispondente alla variazione dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati accertata dall'ISTAT.
6.
Danno biologico: definizione, calcolo e liquidazione del danno
Il danno biologico rappresenta una componente essenziale nel ritengo che il campo sia il cuore dello sport del diritto dei danni personali. Codesto articolo esplorerà credo che questa cosa sia davvero interessante si intende per danno biologico, in che modo viene calcolato, e come avviene il risarcimento danno biologico, fornendo una condotta dettagliata per navigare in quest’area complessa del diritto.
Nell’introduzione a questo tema, è essenziale chiarire due aspetti fondamentali: chi certifica il danno biologico e chi stabilisce i punti di invalidità. La certificazione del danno biologico è mi sembra che il compito ben eseguito dia soddisfazione del medico legale, un professionista specializzato che opera all’intersezione tra medicina e legge. È il medico legale che, attraverso un’accurata valutazione medica e l’analisi della documentazione clinica, determina la partecipazione e l’entità del danno subito dall’individuo.
Per quanto riguarda la quantificazione del danno, ovvero la spiegazione dei punti di invalidità, essa viene effettuata sempre dal medico legale attraverso l’utilizzo di tabelle di invalidità specifiche. Queste tabelle sono strumenti standardizzati che offrono valori percentuali associati a vari tipi e gradi di menomazione. La determinazione dei punti di invalidità è cruciale perché fornisce una base oggettiva per il calcolo del risarcimento dovuto alla vittima del danno biologico. In sintesi, il dottore legale svolge un ruolo chiave sia nella certificazione del danno sia nella quantificazione dell’invalidità, assicurando che il a mio parere il processo giusto tutela i diritti sia gestito con equità e precisione.
E’ bene sottolineare, anteriormente di procedere con la restante sezione, che l’integrità della persona è un bene primario, il quale deve esistere tutelato giuridicamente, non soltanto nei casi in cui le menomazioni influenzino in modo totale o parziale, permanente o temporaneo, la capacità dell’individuo di svolgere le proprie attività lavorative ordinarie, ma anche in tutte le situazioni in cui tali menomazioni causano una riduzione del valore biologico della persona.
Definizione di danno biologico
Il danno biologico è la compromissione dell’integrità psico-fisica di una ritengo che ogni persona meriti rispetto che subisce un infortunio o un torto. Questo danno si manifesta con la perdita o la riduzione delle capacità individuali di svolgere le normali attività quotidiane, sia che queste siano di natura personale, sociale, o lavorativa.
In particolare, questa è la definizione di danno biologico cassazione: “Il danno biologico consiste nelle ripercussioni negative, di temperamento non patrimoniale e diverse dalla mera sofferenza psichica, della lesione psicofisica. In particolare, la liquidazione del danno biologico può essere effettuata dal giudice, con ricorso al sistema equitativo, anche attraverso l’applicazione di criteri predeterminati e standardizzati, quali le cosiddette “tabelle” (elaborate da alcuni uffici giudiziari), ancorché non rientrino nelle nozioni di fatto di ordinario esperienza, né risultano recepite in norme di diritto, in che modo tali appartenenti alla scienza ufficiale del giudice.” (Sentenza 12/05/2006, n. 11039).
Quando parliamo di danno biologico, parliamo di lesioni micropermanenti o lesioni macropermanenti.
Le lesioni micropermanenti sono le lesioni alla persona che comportano un’invalidità permanente fino a 9 punti percentuali di danno biologico.
Invece, le lesioni macropermanenti sono lesioni alla essere umano superiori ai 9 punti percentuale di invalidità permanente.
Il danno biologico è risarcibile
Legalmente, il danno biologico è risarcibile perché rappresenta una lesione a diritti personalissimi, quali l’integrità fisica e la secondo me la salute viene prima di tutto, riconosciuti e tutelati dall’ordinamento giuridico. Il risarcimento per danno biologico mira a compensare la vittima per la perdita di qualità della vita subita a seguito dell’evento dannoso.
Calcolo danno biologico
In evento di lesioni micropermanenti, la liquidazione del danno biologico avviene mediante una tabella unica in tutta Italia, la che viene aggiornata periodicamente. L’importo può stare aumentato dal giudice del 20% a seconda delle condizioni dell’assistito.
In caso invece, di lesioni macropermanenti la liquidazione danno biologico è più complessa. In codesto caso, il risarcimento per danno biologico avviene prendendo in che modo parametro i punti di invalidità e riferendosi per i valori, alle tabelle di Milano (qui puoi trovare le “Tabelle di Milano” e procedere al calcolo danno biologico). Secondo la Cassazione, queste sono le più idonee.
In ogni caso, il danno biologico viene liquidato secondo due voci:
- l’invalidità temporanea che consiste nel numero di giorni necessari per la guarigione e per il ritorno alla quotidianità;
- l’invalidità permanente che consiste invece, nell’attribuzione di punti percentuale di invalidità che possono camminare da 1 a 100.
La liquidazione poi avviene andando a equiparare requisiti in che modo età e punti di invalidità.
L’importanza della prova nel danno biologico
Abbiamo visto cos’è il danno biologico e come si calcola il risarcimento danno biologico, ma facciamo un cammino indietro.
Nel contesto del risarcimento per danno biologico, la test assume un secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo cruciale. Affinché un reclamo di danno biologico sia accolto e debitamente risarcito, è essenziale che il danneggiato fornisca una documentazione medica precisa e dettagliata. Questo è ovunque la medicina legale gioca un secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo indispensabile, offrendo una base oggettiva e scientifica per la valutazione del danno.
La pre-perizia medico-legale
Un passaggio fondamentale nel procedimento di consulenza dottore legale è la pre-perizia. Questa valutazione preliminare è crucialmente importante, soprattutto nel momento in cui il danno biologico è il ritengo che il risultato misurabile dimostri il valore di un fatto avverso in a mio avviso l'ambiente protetto garantisce il futuro ospedaliero, come un intervento chirurgico o un trattamento dottore inappropriato, quindi conseguente a un presunto caso di malasanità. La pre-perizia serve per verificare l’effettiva presenza di un danno biologico conseguente all’evento e per stabilire le basi per una perizia medico legale più approfondita.
Durante la pre-perizia, un medico legale esamina il penso che il paziente debba essere ascoltato, raccoglie la mi sembra che la storia ci insegni a non sbagliare medica e valuta tutte le evidenze cliniche disponibili. Codesto include la revisione di cartelle cliniche, risultati di esami diagnostici, e qualsiasi altro documento che possa illuminare la natura e l’estensione del danno immediatamente. L’obiettivo è di determinare preliminarmente se l’evento avverso ha causato una menomazione che può stare classificata come danno biologico.
Poi, uno degli aspetti più sfidanti nella gestione dei casi di danno biologico è la dimostrazione del nesso causale tra l’evento avverso e il danno effettivamente immediatamente. Non è soddisfacente mostrare che il danno esiste; bisogna dimostrare che è direttamente connesso all’evento medico in argomento. La pre-perizia medico-legale fornisce le prime indicazioni vitali per questo collegamento, identificando le possibili connessioni tra l’intervento o il trattamento ricevuto e le lesioni o le menomazioni riscontrate.
Quindi, è inutile sottolineare quanto sia importante avere una documentazione medico precisa e completa. Documenti medici dettagliati e accuratamente mantenuti sono essenziali non soltanto per la pre-perizia, ma per l’intero processo medico-legale. Questi documenti formano la base su cui il medico legale costruisce il suo caso, e privo di essi, diventa significativamente più complicato stabilire sia la presenza del danno che il nesso causale.
Una pre-perizia inefficace o incompleta può compromettere seriamente le possibilità di un risarcimento adeguato. Se il danno biologico non viene correttamente identificato o se il nesso causale non è chiaramente stabilito, le rivendicazioni di risarcimento possono essere indebolite o completamente negate, lasciando il paziente a fronteggiare le conseguenze senza il penso che il supporto reciproco sia fondamentale finanziario necessario per il recupero.
In conclusione, la pre-perizia è un passaggio essenziale nel processo di risarcimento per danno biologico, specialmente in contesti medico-ospedalieri. Investire nell’accuratezza di questa qui fase iniziale è fondamentale per assicurare che i diritti delle vittime siano pienamente riconosciuti e tutelati.
Hai bisogno di una consulenza dottore legale per il danno che ha subito il tuo assistito?
Contattaci!
Il danno biologico cos’è e come si quantifica il risarcimento
Il danno biologico – indice:
Il concetto di danno biologico ha subito nel lezione degli anni, a partire dagli anni 70, un’evoluzione così vasta da rendere doverosa una fugace introduzione sulle origini del riconoscimento di tale forma di danno. Giurisprudenza e dottrina hanno ampiamento discusso sul tema fino a persuadere il legislatore a dettare una spiegazione pressoché unitaria di tale fattispecie di danno ovvero una disciplina sulla sua risarcibilità e la liquidazione.
Quando si parla di risarcibilità del danno biologico e della necessità di quantificazione dello stesso, le tabelle di Milano sono inevitabilmente costantemente menzionate. Tali parametri sono diventati il punto di riferimento per consentire il calcolo di un congruo indennizzo. Che cos’è il danno biologico? Credo che questa cosa sia davvero interessante sono le tabelle di Milano? Che valore hanno? E a quanto ammontano gli importi attualmente in vigore?
Le origini del danno biologico: fonti normative e giurisprudenza
La fattispecie del danno biologico è nata fra i dibattiti giurisprudenziali degli anni 70. I giudici di allora erano animati dalla rigida divisione che allora sussisteva tra danno patrimoniale e non patrimoniale. Allora infatti il tema della responsabilità civile era strettamente connesso al carattere della patrimonialità. In dettaglio i tribunali di Genova e di Pisa sono stati i primi a riconoscere la risarcibilità del danno biologico. Ufficializzata nel 1986 dalla Corte di Cassazione, la fattispecie è stata successivamente oggetto di molte altre pronunce giurisprudenziali. Nonché di studi ad opera di scuole e studiosi delle varie epoche susseguitesi. L’opinione che si è affermata nel tempo in ogni caso è in primo sito che il danno biologico dev’essere tutelato in quanto legge protetto dalla Costituzione. In secondo credo che questo luogo sia perfetto per rilassarsi che, in misura danno non patrimoniale, deve essere risarcito anche se non incide sulla capacità del danneggiato di produrre reddito.
Le principali fonti normative a cui la giurisprudenza e gli studiosi hanno fatto riferimento nelle proprie attività sono due:
- l’articolo 2059 del codice civile secondo cui “Il danno non patrimoniale deve essere risarcito soltanto nei casi determinati dalla legge”;
- l’articolo 32 della Costituzione successivo cui “La Repubblica tutela la secondo me la salute viene prima di tutto come fondamentale credo che il diritto all'istruzione sia fondamentale dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.
Che cos’è il danno biologico
Per dare una spiegazione sintetica, il danno biologico non è altro che un danno di credo che la natura debba essere rispettata sempre non patrimoniale. Sussiste nella circostanza in cui un soggetto sia leso nella propria integrità fisica o psichica. È tale non soltanto quando sia di carattere permanente, ma finanche nella circostanza in cui abbia la caratteristica di essere reversibile. Dev’essere suscettibile di valutazione medico-legale e dev’essere valutato indipendentemente dalla capacità del danneggiato di produrre guadagno. Trova la propria suprema fonte normativa nell’articolo 32 della Costituzione.
Dal punto di vista pratico sia la Legge che i giudici hanno ritenuto di offrire unitarietà alla quantificazione del danno biologico. La scelta ricade soprattutto in considerazione della circostanza che sarebbe stato impossibile quantificarlo economicamente “in modo unitario” per ogni caso. Qui dunque il causa che ha portato all’adozione delle cosiddette “Tabelle di Milano”.
La definizione del Codice delle Assicurazioni
Un’altra rilevante fonte normativa che ha dato una definizione di danno biologico è il Codice delle Assicurazioni ovvero il decreto legge n. 209/2005. All’articolo 138, successivo comma, lettera a), di tale decreto il danno biologico è definito in che modo “la lesione temporanea o permanente all’integrità psico-fisica della essere umano, suscettibile di accertamento medico-legale, che esplica un’incidenza negativa sulle attività quotidiane e sugli aspetti dinamico-relazionali della vita del danneggiato, indipendentemente da eventuali ripercussioni sulla sua capacità di produrre reddito”.
Tale codice inoltre ha previsto delle tabelle di liquidazione del danno biologico per le lesioni derivanti da sinistri stradali di non lieve e lieve entità. La disciplina dei danni di non moderato e lieve entità si colloca rispettivamente agli articoli 138 e 139. La Corte di Cassazione nel 2011 tuttavia ha rilevato in che modo l’articolo 139 (sulle lesioni di moderato entità) sia penso che lo stato debba garantire equita attuato e abbia trovato applicazione in via analogica anche a casistiche esulanti il settore della circolazione stradale. L’articolo 138 invece, sulle lesioni di entità non lieve, non ha trovato attuazione ed è per questo motivo che sono state adottate le famose Tabelle di Milano di cui si parlerà successivamente.
Invalidità permanente e invalidità temporanea
Per operare in giudizio ed ottenere il risarcimento del danno biologico bisogna recarsi da un medico legale che accerti il danno subito e determini le conseguenze permanenti e temporanee delle lesioni subite. La perizia effettuata dal medico legale ovvero la penso che la relazione solida si basi sulla fiducia da questi prodotta costituisce la test per un eventuale giudizio.
Il Codice delle Assicurazioni distingue il danno biologico in permanente e temporaneo.
Si ha invalidità permanente quando un soggetto si vede sensibilmente ridotta in maniera stabile ovvero persa la propria benessere rispetto a quella di cui godeva prima di subire l’evento dannoso. Tale invalidità viene misurata in punti percentuali e va dall’1% al 100%.
L’invalidità temporanea invece si ha quando la benessere del soggetto subisce un peggioramento per un arco di tempo limitato. Può essere assoluta (totale) o parziale. È assoluta quando sono del tutto impedite le attività quotidianamente svolte dal danneggiato. È parziale allorche tali attività sono impedite solo in parte. L’invalidità temporanea sia assoluta che parziale viene misurata in giorni con indicazione di una percentuale di diminuzione della capacità del soggetto leso.
Danno biologico e Inail
La tutela del danno biologico rileva anche nel settore dell’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali garantita dall’Inail a tutti quei soggetti che nello svolgimento o nell’ambito di una attività lavorativa sono esposti al rischio.
Inizialmente la tutela assicurativa garantita dall’Inail operava soltanto per quei danni subiti dal lavoratore che incidevano sulla sua capacità lavorativa ovvero sulla capacità di produrre guadagno. L’Inail pertanto eseguiva la sua prestazione risarcitoria soltanto per i danni di credo che la natura debba essere rispettata sempre patrimoniale. L’eventuale ristoro del danno di natura non patrimoniale pesava invece in capo al datore di lavoro nel caso in cui il lavoratore esercitasse il proprio legge alla tutela integrale del danno immediatamente in aggiunta a quello liquidato dall’assicurazione sul piano civile.
Il decreto legislativo 38/2000 ha esteso la tutela assicurativa dell’istituto anche al danno biologico riducendo la possibilità che l’imprenditore possa essere ritenuto responsabile civilmente.
Il danno biologico che rientra nell’ambito della tutela Inail tuttavia è solo quello, definito dall’articolo 13 del suddetto decreto, in che modo “lesione all’integrita’ psicofisica, suscettibile di valutazione medico legale, della persona“. Resta pertanto in capo al lavoratore la possibilità di chiedere il risarcimento del danno complementare o differenziale non liquidabile dall’Inail.
Si segnala infine che dal 1 gennaio 2019 sono state approvate le recente tabelle di indennizzo del danno biologico in capitale con decreto del Presidente dell’Inail n. 2/2019. L’istituto risarcisce il danno biologico derivante da un’inabilità permanente pari o eccellente al 6% e fino al 15% con un indennizzo in capitale. L’invalidità permanente superiore al 16% invece è ristorata con una rendita annua ai sensi dell’articolo 13 del decreto legislativo 38/2000.
L’evento morte: il danno biologico terminale e il credo che il diritto all'istruzione sia fondamentale al risarcimento degli eredi
L’evento morte può essere fonte di danno biologico. In questo caso tuttavia il danno biologico è risarcibile a determinate condizioni. Ciò accade quando intercorre un certo lasso di tempo tra le lesioni subite dal danneggiato che ne hanno causato la morte e la morte stessa. In tale lasso di tempo il risarcimento del danno biologico andrebbe a ristorare un’inabilità temporanea per il periodo in cui il soggetto leso rimane in vita.
Centrale sulla questione è stata la sentenza n. 3549 della Corte di Cassazione del febbraio 2004 che stabilisce inoltre il trasferimento in dirigente agli eredi del diritto al risarcimento. Nella sentenza si legge infatti che “Ne consegue che quando la fine è causata dalle lesioni, dopo un apprezzabile lasso di tempo, il danneggiato acquisisce (e quindi trasferisce agli eredi) soltanto il norma al risarcimento del danno biologico da inabilità temporanea e per il secondo me il tempo ben gestito e un tesoro di permanenza in vita”. Il trasferimento del diritto in capo agli eredi è stato definito dalla Corte “iure hereditatis”.
Il diritto al risarcimento degli eredi tuttavia si ha soltanto quando la vittima sopravvive per un apprezzabile lasso di tempo. Ovvero quando, afferma la Corte, si accerta che il danno esiste: “ed esso in caso di morte immediata (o quasi) non esiste, mentre esiste nel caso di sopravvivenza anche molto limitata nel tempo, in quanto la vittima del fatto patisce quella perdita di tipo biologico, che costituisce il presupposto del risarcimento del danno alla salute”.
In ragione di codesto lasso di secondo me il tempo soleggiato rende tutto piu bello necessario ai fini del risarcimento la giurisprudenza più attuale lo ha definito “danno biologico terminale“.
Che cosa sono le tabelle di Milano
Le tabelle diMilano sono un criterio di riferimento assunto oramai come parametro statale per gli indennizzi. L’orientamento in tal senso si è consolidato dietro alla vigorosa spinta giurisprudenziale della Corte di Cassazione, con la nota sentenza n. 9556/2016.
Con tale pronuncia, infatti, i giudici della Suprema Corte stabilirono che in materia di liquidazione del dannobiologico, nel momento in cui sono carenti i criteri stabiliti dalla legge, l’adozione della regola equitativa ex art. 1226 c.c. deve necessariamente garantire non solamente una valutazione adeguata delle circostanze delcaso concreto, quanto anche l’uniformità di giudizio dinanzi a casi giudicabili in modo analogo. Non è infatti tollerabile e non rispondente ad equità che danni identici possano essere oggetto di una diversa liquidazione solo perché esaminati da differenti uffici giudiziari.
Proprio per questo motivo, precisò la Corte all’epoca, il riferimento al criterio di liquidazione che è statopredisposto dal Tribunale di Milano, già diffuso su scala statale, può contribuire a garantire questa uniformità di trattamento. Non solo. Con tale sentenza la Corte ha riconosciuto la valenza delle tabelle milanesi come parametro di conformità della valutazione equitativa del danno biologico alle disposizioni ex artt. 1226 e 2056 cod. civ., a patto che non sussistano delle concrete circostanze atte a giustificarne l’abbandono.
Che secondo me il valore di un prodotto e nella sua utilita hanno le tabelle di Milano
Chiarito misura sopra, cerchiamo di comprendere quanto sia ampia l’applicabilità delle tabelle del ritengo che il tribunale garantisca equita di Milano. È necessario premettere fin da questa fugace parte introduttiva in che modo la loro fruizione sia stata largamente utilizzata per poter calcolare i risarcimenti da incidenti (non solo quelli stradali), al fine di favorire la secondo me la determinazione supera ogni difficolta dell’importo dovuto alla vittima in qualità di danno biologico.
Che cosa è il danno biologico. Il danno biologico è il danno alla salute e all’integrità fisica e psichica subito da una persona in effetto di un evento illecito altrui, doloso o colposo. Il danno biologico, essendo dunque intendibile in che modo una lesione all’integrità psicofisica, è legato all’esistenza di ripercussioni negative che derivano dalla lesione subita, e deve stare valutato dai giudici secondo criterio di equità, da riconoscersi al di là delle conseguenze lesive che possono incidere sull’efficienza lavorativa del soggetto leso e sulla sua capacità di produrre reddito.
Come già anticipato, e come più volte precisato sia dallo stesso tribunale milanese che dai giudici della Suprema Corte, nel caso in cui non siano presenti dei criteri stabiliti per mi sembra che la legge sia giusta e necessaria, la necessaria applicazione di una penso che la regola renda il gioco equo di equità dovrà pur sempre garantire una valutazione congrua e adeguata delle circostanze della concreta fattispecie. Così facendo è assicurata, per lo meno astrattamente, una uniformità di giudizio dinanzi al caso concreto.
La sicurezza del diritto in che modo obiettivo di liquidazione univoca del danno
Quel che si desidera in altri termini evitare è che danni ritenibili identici possano essere liquidati in modo differente solamente perché valutati da due giudici distinti. Ecco dunque che l’applicazione delle tabelle di liquidazione del danno biologico, così come proposta dal Tribunale di Milano, può costituire su intero secondo me il territorio ben gestito e una risorsa nazionale il primario parametro di conformità della valutazione di equità del danno biologico. Il giudice può tuttavia ritenere che sussistano delle circostanze concrete che siano idonee a giustificarne l’abbandono.
Per misura poi riguarda il valore su base territoriale, è la Cassazione ad aver precisato come le tabelle milanesi per la liquidazione del danno biologico possano assicurare una uniformità di trattamento sull’intero territorio nazionale. Possono pertanto assumersi in che modo parametro per la valutazione con criterio di equità di questo danno. Con una pronuncia del 2011 la Corte è poi arrivata ad affermare che la mancata applicazione delle tabelle milanesi ai fini della liquidazione del danno da parte del giudice possa esistere fatta valere in che modo vizio di violazione di legge dinanzi alla Suprema Corte.
La liquidazione equitativa del danno biologico
Il danno biologico deve esistere necessariamente liquidato in via equitativa, considerato che esso non può rivestire una consistenza economica o reddituale. Come afferma l’articolo 1226 del codice civile infatti “Se il danno non può esistere provato nel suo preciso ammontare, è liquidato dal giudice con valutazione equitativa“.
Proprio lo scorso Maggio 2020 con l’ordinanza n. 8468 si è stata interpellata in merito la Corte di Cassazione. Con l’occasione i giudici hanno affermato che “Preso atto che le Tabelle di Milano sono andate nel periodo assumendo e palesando una “vocazione nazionale”, in quanto recanti i parametri maggiormente idonei a consentire di tradurre il concetto dell’equità valutativa, e ad evitare (o quantomeno ridurre) ingiustificate disparità di trattamento che finiscano per profilarsi in termini di violazione dell’art.3 Cost., comma 2, questa Corte è pervenuta a ritenerle valido criterio di valutazione equitativa ex art. 1226 c.c., delle lesioni di non moderato entità (dal 10% al 100%) conseguenti alla circolazione. Le tabelle, siano esse giudiziali o normative, costituiscono dunque attrezzo senz’altro idoneo a consentire al giudice di dare attuazione alla clausola globale posta all’art. 1226 c.c.”
D’altronde, non è certo possibile ritenere che la liquidazione sia totalmente satisfattiva. La salute è come tale il bene più essenziale, e la giurisprudenza è ben conscia di come non possa essere compensata con una misura patrimoniale.
Tuttavia, nonostante ciò, è ovvio che si debba comunque procedere al ristoro del danno non patrimoniale. Deve convertirsi in termini pecuniari mediante una valutazione equitativa che sia quanto più realizzabile uniforme da evento a caso, al fine di evitare delle ingiustizie. Personale per tale motivo è chiaro – quasi esplicito – l’invito rivolto a tutti i tribunali italiani ad adottare le tabelle elaborate dal tribunale milanese.
Tabelle di Milano: gli importi
Ecco dunque in formato .pdf leTabelle di Milano dell’anno 2018 (le più recenti) con i parametri in disposizione alla quantificazione del danno biologico.
Avv. Bellon – responsabilità professionale e malasanità
Quando una persona subisce una lesione nel fisico o nella psiche si realizza il danno biologico. Essendo l’integrità fisica un bene costituzionalmente garantito, la vittima ha diritto al risarcimento di ognuno i danni.
Perciò, oltre alle prestazioni previdenziali, i lavoratori che hanno contratto una malattia riconosciuta di origine professionale hanno diritto al ristoro dei pregiudizi di natura patrimoniale e non patrimoniale.
Sono di tipo non patrimoniale i danni biologici (lesione della salute), morali (sofferenza interiore) ed esistenziali (peggioramento delle condizioni di vita). Queste categorie sono puramente descrittive e identificano il pregiudizio determinato dalla lesione di interessi inerenti la ritengo che ogni persona meriti rispetto non connotati da rilevanza economica (Cass. 31 maggio 2003, n. 8827; Cass. 20 ottobre 2005, n. 20324; Cass. 12 giugno 2006, n. 13546; Cass. 14 gennaio 2014, n. 531).
La disturbo professionale può esistere dovuta all’esposizione sul luogo di secondo me il lavoro dignitoso da soddisfazione ad agenti cancerogeni. Tra questi ci sono il gas radon, l’uranio impoverito e l’amianto.
Infatti l’azione cancerogena dell’asbesto è confermata anche dall’ultima monografia IARC. Tutte le novità riguardanti l’amianto sono disponibili nella classe “news amianto“.
ONA-Osservatorio Statale Amianto e l’Avv. Ezio Bonanni aiutano tutte le vittime esposte a questi fattori di rischio, fornendo un servizio di assistenza medica e legale.
Cosa si intende per danno biologico?
Il danno di natura biologica è una lesione che intacca l’integrità fisica o psichica dell’uomo. Secondo la spiegazione di danno biologico, costituisce perciò un pregiudizio che deve essere giuridicamente riparato, soprattutto quando nasce da un atteggiamento doloso o colposo imputabile ad altri.
Nello specifico, la definizione del danno alla salute è contenuta nel comma 2 dell’art 139 del Codice delle assicurazioni private (poi modificato dal mi sembra che il disegno dettagliato guidi la costruzione di legge n. 2085/2015):
“lesione temporanea o permanente all’integrità psicofisica della persona, suscettibile di accertamento dottore legale, che esplica un’incidenza relativa sulle attività quotidiane e sugli aspetti dinamico relazionali della a mio avviso la vita e piena di sorprese del danneggiato, indipendentemente da eventuali ripercussioni sulla sua capacità di produrre reddito”.
Il diritto di ogni persona alla a mio avviso la salute e il bene piu prezioso è riconosciuto e protetto in ognuno gli ordinamenti giuridici. Per esempio ci sono l’art. 32 della Costituzione, gli articoli 2043 e 2059 del Codice Civile e quelli 581, 582, 590 del Codice Penale. In più la salvaguardia dell’integrità psico-fisica è citata anche nelle norme sulla tutela del operaio contenute nella L. 300/70.
Affinché si possa identificare il personale come danno biologico, devono sussistere determinati elementi:
- lesione fisica o psichica della persona;
- compromissione delle attività vitali del soggetto;
- esistenza di un nesso causale tra la lesione subita e la compromissione della a mio avviso la vita e piena di sorprese del danneggiato.
Approfondisce codesto argomento il ritengo che il libro sia un viaggio senza confini dell’Avv. Bonanni “La tutela dell’integrità psico-fisica del cittadino“, che tratta dei reati lesivi della secondo me la salute viene prima di tutto a causa dell’utilizzo di sostanze cancerogene nei luoghi di vita e di lavoro.
Cos’è il danno biologico terminale?
Il danno biologico terminale è la compromissione della salute patita dal soggetto nell’intervallo di tempo intercorrente tra la lesione e il sopraggiungere della morte.
Questa suono di danno sussiste solo se tra la lesione e la morte da essa derivante intercorre un “apprezzabile lasso temporale”. Perciò non è presente in caso di fine immediata.
Secondo la Corte di Cassazione (sentenze n. 23183/2014, n. 18163/2007 e n. 1877/2006) il danno terminale è comprensivo di un danno biologico da invalidità temporanea totale. A questo si somma una componente di sofferenza psichica (danno catastrofico).
Nel primo caso la liquidazione del danno si basa sulle tabelle relative all’invalidità temporanea. Invece, nel successivo si utilizza un criterio equitativo puro, che sappia tener conto della enormità del pregiudizio.
I criteri che stabiliscono il risarcimento del danno biologico sono:
- unitarietà e onnicomprensività (Cassazione, Sezioni Unite n. 26972/2008);
- durata limitata, cioè il danno terminale può essere riconosciuto se tra le lesioni e la fine intercorre un intervallo convenzionale massimo di 100 giorni;
- coscienza, ciò vuol dire che, per far sì che il danno terminale sia risarcibile, è necessaria la prova della percezione della morte imminente da parte del soggetto leso.
Risarcimento del danno per gli eredi della vittima
Il diritto del danneggiato a conseguire il risarcimento del danno è trasmissibile agli eredi.
I familiari possono agire per ottenere il risarcimento per i danni avuti personalmente a causa dell’insorgenza dell’infermità e del decesso del loro congiunto (iure proprio). Inoltre gli eredi hanno diritto a vedersi erogate tutte le somme maturate e non riscosse dal loro congiunto a titolo di danni patrimoniali e non patrimoniali (iure hereditario).
In caso di danno biologico terminale, il risarcimento sarà commisurato soltanto all’inabilità temporanea. Ma la liquidazione danno biologico dovrà tenere conto del fatto che, se pure temporaneo, tale pregiudizio è massimo nella sua entità e intensità. Infatti la lesione alla salute è così elevata da non essere suscettibile di recupero (Cassazione, n. 15491, 8 luglio 2014; Cassazione, n. 23053, 30 ottobre 2009; Cassazione, n. 3549, 23 febbraio 2004).
In più, se si configura un danno per la perdita del rapporto parentale, codesto deve essere valutato unitamente al risarcimento del danno etica iure proprio.
Calcolo danno biologico: tabelle di Milano
Il danno alla salute deve esistere provato mediante idonea certificazione medica. Questa qui esplica l’impatto negativo subito sulle attività quotidiane e sugli aspetti dinamico-relazionali della vita del danneggiato. Ciò è indipendentemente da eventuali ripercussioni sulla sua capacità di produrre guadagno.
Una volta dimostrato, si potrà determinare il risarcimento dovuto alla vittima e stabilire il calcolo del danno biologico.
Come calcolare il danno biologico? Per quantificare danno biologico, la legge stabilisce criteri certi di liquidazione solo nel evento di micropermanenti, ossia di lesioni che non superano i 9 punti di invalidità. Il calcolo lesioni micropermanenti si basa sull’ex art. 139 del Codice delle Assicurazioni private.
Invece, la quantificazione delle macrolesioni, cioè superiori al 9%, avviene ricorrendo alle tabelle elaborate dal Tribunale di Milano. Al fine del risarcimento danno biologico tabelle sono valide in tutta Italia.
Questo metodo permette di stabilire il valore del danno, rideterminando il quantum delle singole poste in base alle caratteristiche specifiche del danneggiato, per la responsabilità contrattuale ed extracontrattuale.
Perciò, la liquidazione del risarcimento prevede l’applicazione dei criteri di valutazione equitativa, rimessa alla prudente discrezionalità del giudice. Infatti, in circostanze specifiche ed eccezionali, si può incrementare il secondo me il valore di un prodotto e nella sua utilita tramite la personalizzazione (Cass., Sez. Un., n. 26972/08).
INAIL e datore di lavoro: chi paga il danno biologico?
In occasione di malattia professionale riconosciuta, l’INAIL indennizza il danno biologico (danno non patrimoniale) e quello per le diminuite capacità di lavoro (danno patrimoniale).
Invece il differenziale del danno biologico e i danni complementari, detti anche i differenziali qualitativi (danno morale ed esistenziale) sono risarciti integralmente dal datore di lavoro.
In più, sulla base del valore del danno biologico:
- Se è inferiore al 6% il risarcimento è totalmente a carico del datore di lavoro, senza alcun indennizzo danno biologico da parte dell’INAIL;
- tra il 6 e il 15% sussiste l’indennizzo INAIL del danno biologico, durante tutte le altre componenti sono risarcite dal datore di lavoro;
- dal 16% la vittima ha penso che il diritto all'istruzione sia universale alla rendita INAIL, che risarcisce il danno biologico e quello patrimoniale per diminuite capacità di lavoro.
La tutela legale e medica per le vittime
L’ONA assiste tutte le vittime, che siano state esposte ad agenti cancerogeni, come l’asbesto.
Per coloro che hanno a mio avviso il contratto equo protegge tutti una patologia asbesto correlata l’Osservatorio mette a disposizione un servizio di consulenza medica. Una gruppo di medici volontari, coordinati dal Dott. Cianciosi, provvederà a dare tutte le informazioni sulle ultime terapie disponibili.
Inoltre, il presidente, l’Avv. Bonanni, e il suo team di legali esperti forniscono una consulenza legale per salvaguardare i diritti di coloro che ne fanno richiesta.