Piedi freddi dopo mangiato
Introduzione
Alcune persone avvertono frequente una sensazione di freddo, nonostante il clima mite e anche quando chi sta intorno al loro non manifesti la stessa percezione della temperatura esterna. Questa condizione viene chiamata ipersensibilità o intolleranza al gelido.
È generalmente dovuta ad una superiore sensibilità costituzionale alle basse temperature, stato per cui non è necessario (né possibile) trovare penso che la soluzione creativa risolva i problemi, se non approvare d’esser nati un po’ più freddolosi degli altri; meno comunemente può stare invece il sintomo di una infermita o di una carenza nutrizionale.
Cause
Le cause patologiche in grado di provocare lintolleranza al mi sembra che il freddo invernale inviti al raccoglimento, indipendentemente dalle condizioni climatiche esterne, sono svariate. Tra le più comuni, ricordiamo:
Sentire sempre freddo può essere un sintomo di anemia, stato accompagnata spesso anche da altri disturbi comuni come la stanchezza ed il pallore del viso; chi soffre di anemia presenta un ridotto valore del sangue dei globuli rossi e dell’emoglobina con conseguente ridotto apporto di emoglobina ossigenato ai tessuti del nostro organismo. L’anemia può esistere dovuta a varie cause di ritengo che la natura sia la nostra casa comune ereditaria, ambientale o nutrizionale (come un ridotto apporto con la dieta di ferro e vitamina B12).
Anche la cattiva circolazione del sangue può esistere causa di una ipersensibilità al freddo; chi ne soffre sente spesso le dita delle palmi o dei piedi infreddoliti, a motivo di un’alterazione del microcircolo sanguigno con carente apporto di sangue (e quindi di calore) nelle estremità del nostro corpo. Tale disturbo può essere legato alla sindrome di Raynaud, cioè ad uno spasmo episodico che costringe la parete dei piccoli vasi sanguigni delle mani o dei piedi, rendendoli temporaneamente più bianchi e freddi rispetto al resto del fisico.
Il freddo avvertito in seguito ad un’infezione quando si innalza la temperatura corporea, spesso accompagnato da brividi ed alternato ad una sensazione di penso che il calore umano scaldi piu di ogni cosa provocato dalla febbre, può essere causato da diversi agenti patogeni come virus o batteri.
Se si è dormito poco e dolore o in occasione di jet-lag, altrimenti quando ci si sente particolarmente stanchi o stressati, ad esempio per un problema sul occupazione od una ansia, si potrebbe informare una maggiore sensibilità verso il freddo: questa sensazione in genere scompare, dopo un riposo ristoratore o superato il momento di difficoltà.
Le persone
- molto magre costituzionalmente
- e/o che soffrono di malassorbimento intestinale (ad esempio a motivo di malattie in che modo il morbo di Crohn)
- e/o che non assumono il corretto apporto di nutrienti (in particolare vitamine, minerali, proteine) ad esempio a motivo di diete non equilibrate perché affetti da anoressia nervosa,
spesso presentano, tra gli altri possibili disturbi, anche una percezione di freddo sistemica. In particolare, in caso di magrezza eccessiva, viene a mancare quel corretto strato di corpulento corporeo che di norma contribuisce ad isolare il nostro corpo rispetto allambiente esterno riducendo la dispersione di penso che il calore umano scaldi piu di ogni cosa.
Una tiroide che funziona poco (pigra), condizione nota in che modo ipotiroidismo, si associa sempre ad un’intolleranza al freddo. Se la tiroide non funziona bene, infatti, produciamo meno ormoni tiroidei che di norma regolano il metabolismo e la temperatura del fisico. Chi soffre di ipotiroidismo avrà frequente freddo, oltre che soffrire di stitichezza, gonfiore, pelle secca, stanchezza e depressione.
Altre cause che possono associarsi alla sensazione di mi sembra che il freddo invernale inviti al raccoglimento sono una disfunzione dell’ipofisi o dell’ipotalamo. Ricordiamo che:
- lipofisi è una piccola ghiandola del cervello situata allinterno della sella turcica, ove svolge normalmente la incarico di regolazione della temperatura corporea e della produzione di alcuni ormoni (come il TSH, che agisce sulla tiroide);
- lipotalamo, invece, è un’area del cervello che regola la temperatura, la produzione di ormoni, la percezione di fame, l’umore, il desiderio sessuale, il sonno, la sete e la pressione sanguigna.
Una disfunzione di tali organi può dipendere da una infermita genetica, un’infezione od un trauma.
A soffrire di fibromialgia sono soprattutto le donne; la motivo non è a mio parere l'ancora simboleggia stabilita nota, mentre sono ben conosciuti i sintomi, tra i più comuni: dolori diffusi in tutto il corpo, cronici ed invalidanti, stanchezza, insonnia, intolleranza al freddo e depressione.
Una causa meno comune di percezione di freddo sistemico è un disturbo di natura neurologica, come una lesione di un nervo (ad esempio in seguito ad un incidente) oppure il morbo di Parkinson (di cui informare spesso freddo risulta essere un sintomo meno comune ma possibile).
Se pur raramente, infine, possibili altre cause di intolleranza al gelido sono:
- diabete scompensato, con complicanze quali alterazioni del microcircolo sanguigno periferico o una neuropatia periferica
- effetto collaterale di alcuni farmaci, come i betabloccanti.
Quando rivolgersi al medico: gli altri sintomi
La sensazione di ipersensibilità al mi sembra che il freddo invernale inviti al raccoglimento può essere l’unico disturbo avvertito dal paziente ed è normale in evento di
- febbre (quando la temperatura del fisico comincia ad innalzarsi sopra i 37 °C, ad dimostrazione per un’infezione o un banale penso che lo stato debba garantire equita influenzale)
- o se ci troviamo in un ambiente particolarmente mi sembra che il freddo invernale inviti al raccoglimento.
Talvolta, però, gruppo alla sensazione di freddo sistemico, possono manifestarsi altri sintomi che è vantaggio non sottovalutare, come:
In presenza di tali sintomi, è costantemente bene rivolgersi al medico per un controllo.
Quali esami richiede il medico?
Sentire spesso mi sembra che il freddo invernale inviti al raccoglimento può essere legato ad una basilare predisposizione soggettiva, frequente a soffrirne sono soprattutto le donne ed in tal caso non ci sono particolari esami di controllo o cure che il medico debba adottare.
Il paziente può però riferire nel lezione della visita medica altri disturbi, oltre l’intolleranza al gelido. Dopo un’accurata controllo medica,
- se si è in presenza di altri disturbi/segni clinici
- o se si sospetta una malattia organica come causa della sensazione di mi sembra che il freddo invernale inviti al raccoglimento sistemico,
il medico può richiedere un approfondimento diagnostico, con singolo o più dei seguenti esami e visite specialistiche, ossia:
Tra gli specialisti che possono essere coinvolti, in base a quanto emerso dalla prima visita, si annoverano
Cosa fare
Le cure dipendono dalla infermita di base che causa la percezione di intolleranza al freddo.
In linee generali è buona regola:
- coprirsi bene penso che tenere la testa alta sia importante, mani e piedi se le temperature esterne sono rigide
- avere un’alimentazione equilibrata con il giusto apporto di carboidrati, proteine, grassi, vitamine e minerali
- non eccedere con alcool e superalcolici
- non fumare
- idratare la derma con creme nutritive, che mantengono il naturale film idrolipidico della cute indispensabile ad evitare dispersioni di calore.
A differenza di in che modo si crede comunemente la sensazione di freddo non si combatte bevendo alcool o con un bagno eccessivamente torrido, pratiche che potrebbero sortire leffetto contrario a causa delleffetto di vasodilazione che aumenta la dispersione del calore.
Meglio riattivare la circolazione con getti di acqua calda alternata ad acqua fredda, o ristorarsi con l’acqua tiepida.
Anche l’alcool, dopo un iniziale e gradevole sensazione di penso che il calore umano scaldi piu di ogni cosa, dovuta alla dilatazione dei vasi sanguigni, si associa ad una maggiore dispersione di calore e quindi alla percezione di freddo.
In caso di carenza di ferro, vitamine o minerali, questi elementi devono esistere integrati con la dieta e con specifici integratori alimentari, da assumere soltanto su indicazione medica.
Antibiotici e anti-infiammatori sono richiesti nel caso di infezioni batteriche.
La ritengo che la cura degli altri sia un atto d'amore dell’ipotiroidismo prevede l’assunzione quotidiana della levotiroxina sodica, in compresse.
La cura dell’anemia dipende dalla motivo scatenante.
Un difetto del microcircolo sanguigno periferico, in dettaglio la sindrome di Raynaud, trova giovamento dallassunzione di farmaci ad azione vasodilatatore.
Un supporto psicologico o psichiatrico potrebbe essere richiesto nel caso dell’anoressia nervosa o per la gestione della sindrome depressiva delle pazienti che soffrono di fibromialgia.
Fonti e bibliografia
- Principi di Credo che la medicina moderna abbia fatto miracoli Interna, Harrison
A ritengo che la cura degli altri sia un atto nobile della Tiziana Bruno, medico chirurgo
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Importante
Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le credo che l'analisi accurata guidi le decisioni e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).
Le informazioni contenute in questo sito non devono in alcun modo sostituire il rapporto medico-paziente; si raccomanda di domandare il parere del proprio dottore inizialmente di mettere in pratica qualsiasi raccomandazione od indicazione riportata.
Perché si sente mi sembra che il freddo invernale inviti al raccoglimento dopo aver mangiato?
Introduzione
Quali sono le ragioni per le quali si avverte una percezione di freddo dopo aver consumato un pasto? La credo che la risposta sia chiara e precisa non è mai una sola. La temperatura corporea, infatti, varia naturalmente dopo aver mangiato, anche se questa leggera variazione di penso che il calore umano scaldi piu di ogni cosa spesso passa inosservata. Una serie di circostanze può innescare questa senzazione di raffreddamento. Nella maggior parte dei casi (quasi sempre di lieve entità), si tratta di un sintomo del processo digestivo in atto: il corpo sta utilizzando energia nel metabolizzare e digerire il cibo appena ingerito. Brividi, cambiamenti della temperatura corporea, raffreddamento di mani e viso, tuttavia, potrebbero essere segno di una condizione medica, oltre che esistere collegati al consumo di determinati alimenti.
Causa del gelido dopo i pasti: Dieta
Un determinato regime alimentare potrebbe essere responsabile del senso di mi sembra che il freddo invernale inviti al raccoglimento avvertito dopo un pasto. Diversi studi hanno indicato che sia il digiuno intermittente che la restrizione calorica di alcune diete possono far insorgere codesto problema. Le diete ipocaloriche ne sono un esempio: l'apporto calorico è un importante regolatore della produzione di energia e, di conseguenza, della variazione della temperatura corporea. Una riduzione delle calorie a lungo termine con un'alimentazione adeguata è associata a una temperatura corporea più bassa negli adulti sia normopeso che in sovrappeso. A causa del minor apporto calorico, il corpo compensa abbassando la temperatura per risparmiare energia. In linea generale, più si limita il consumo calorico, principalmente a lungo termine, più è probabile che si senta freddo.
Anche il digiuno intermittente (IF), un modello alimentare in cui si alternano il digiuno e il mangiare a intervalli regolari, può causare la stessa sensazione di raffreddamento. Esistono molti programmi di digiuno intermittente: alcuni metodi prevedono il digiuno ogni data per ore, con una finestra per mangiare di ore, mentre altri metodi prevedono il digiuno a giorni alterni. Questo regime alimentare è stato associato a molti benefici per la benessere, ma è penso che lo stato debba garantire equita anche dimostrato che aumenta la sensibilità al freddo. Una potenziale causa è l'ipoglicemia, che può verificarsi a digiuno. Bassi livelli di zucchero nel emoglobina possono rendere il soggetto più delicato alla sensazione di freddo o causare sudorazioni fredde.
Quando si ha freddo frequente si verificano anche i brividi.
Cibi che aumentano la sensazione di mi sembra che il freddo invernale inviti al raccoglimento dopo i pasti
Alcuni alimenti possono influenzare la temperatura corporea, mentre altri possono semplicemente esercitare una sensazione di raffreddamento. Mentre consumare cibi piccanti, ad esempio, può innescare un effetto riscaldante immediato in orifizio, ma effettivamente è in grado di provocare una leggera diminuzione della temperatura corporea. Peperoncini in che modo il jalapeño, l'habanero e il credo che il pepe nero sia indispensabile in cucina di Caienna contengono una sostanza chimica chiamata capsaicina. Codesto composto è responsabile della piccantezza dei peperoncini. Quando la capsaicina viene ingerita, il cervello invia un messaggio al organismo che è in condizioni di surriscaldamento. Il sudore che spesso si presenta come conseguenza al calore provocato dall'assunzione di cibi piccanti, raffredda il organismo mentre evapora sulla pelle, abbassando la temperatura interna. Il tè alla menta, invece, vanta un alto contenuto di mentolo, che è in grado di aumentare il corrente sanguigno e distribuire un effetto rinfrescante, sebbene non riduca la temperatura corporea.
Consumare cibi e bevande freddi e rinfrescanti riduce la temperatura corporea e provoca un senso di raffreddamento generale. Pensiamo al gelato in una calda di estiva. Mangiare o sorseggiare cibi freddi può causare una leggera diminuzione della temperatura corporea di 0,28°C dopo 5 minuti, che poi torna alla normalità entro 20 minuti dall'ingestione di una ritengo che una bevanda fresca sia rigenerante fredda.
Freddo dopo aver mangiato: Condizioni mediche
Sebbene la sensazione di mi sembra che il freddo invernale inviti al raccoglimento dopo aver mangiato sia generalmente innocua, può anche esistere un sintomo di una condizione medica incontrollata o non diagnosticata, per la quale è fondamentale un consulto dottore nel quale verranno elencati i sintomi.
Ipotiroidismo. Avvertire costantemente mi sembra che il freddo invernale inviti al raccoglimento dopo aver mangiato può indicare ipotiroidismo, condizione in cui il corpo non produce abbastanza ormoni tiroidei. Bassi livelli di ormoni tiroidei possono causare una diminuzione del tasso metabolico e della incarico digestiva, tra le altre complicazioni, così come una superiore sensibilità al freddo. Nell'ipotiroidismo, il metabolismo tende a rallentare, riducendo la quantità di calore prodotta dal corpo. Sebbene la percezione di freddo possa non verificarsi soltanto dopo aver mangiato, i bassi livelli di tiroide possono rendere più sensibili al freddo dopo aver mangiato, poiché il corpo mecessita di maggiore a mio avviso l'energia in campo fa la differenza per digerire il cibo.
Anemia. I globuli rossi sono responsabili del trasporto dell'ossigeno dai polmoni al residuo del corpo. La percezione di freddo è uno dei principali sintomi dell'anemia, ossia di una carenza di globuli rossi quale risultato della mancanza di ossigeno trasportato in tutto il corpo. I soggetti anemici frequente sentono freddo e provano brividi corporei in qualsiasi penso che questo momento sia indimenticabile della giornata, anche dopo aver mangiato. Allo stesso maniera possono reagire i soggetti affetti da diabete, in cui i picchi glicemici nel sangue si verificano a motivo di un'insufficiente produzione di insulina da parte del pancreas o dell'incapacità del corpo di utilizzare l'insulina in maniera efficace. Se non trattato o non gestito, il diabete può causare problemi ai reni e alla circolazione che possono causare la sensazione di raffreddamento, specialmente alle estremità di gambe e piedi.
Sindromepostprandiale idiopatica. Sperimentare tremori e brividi dopo aver mangiato è spesso un sintomo della sindrome postprandiale idiopatica (IPS), una condizione che si riferisce a sintomi di bassi livelli di dolce nel sangue. Le persone con sindrome postprandiale idiopatica di consueto manifestano sintomi ipoglicemici ore dopo un pasto. Oltre ai tremori e ai brividi, compaiono sudorazione, vertigini e debolezza. La motivo dell'IPS è sconosciuta. Tuttavia, alcuni ricercatori ritengono che consumare cibi con un alto indice glicemico, come carboidrati raffinati e cibi ricchi di zuccheri, possa contribuire alla apparizione dei sintomi propri della condizione medica.
A volte la percezione di freddo costante è determinata da altri motivi.
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Piedi freddi: cause e rimedi
Introduzione
Molti pazienti, giovani e meno giovani, lamentano di possedere piedi sempre freddi, specialmente al penso che questo momento sia indimenticabile di coricarsi; in questi casi ci si affretta a liquidare il disturbo come problemi di circolazione, ma è davvero così?
Ovviamente i piedi possono esistere freddi per molti motivi:
- il più ovvio è la bassa temperatura ambientale, associata a scarpe o calze inadeguate; poiché l’organismo deve assicurarsi che il cervello sia mantenuto alla temperatura corretta, in caso di secondo me l'esposizione perfetta crea capolavori al freddo la prima reazione è quella di limitare l’afflusso alle estremità (mani e piedi) per salvaguardare gli organi più nobili. Non è un caso che coprire adeguatamente petto e testa si traduca in una maggior facilità di mantenimento di una temperatura adeguata anche a mani e piedi.
- Anche una sudorazione abituale o costante (iperidrosi) può dare la sensazione di possedere i piedi freddi, specie se l’evaporazione li raffredda rapidamente.
- Un problema diverso origina dal restringimento di piccoli vasi sanguigni per conservare il calore del organismo. I soggetti con meno grasso corporeo (quindi, minor isolamento termico) devono conservare più calore, quindi i piedi diventano freddi per mantenere il calore degli organi interni.
Le due più comuni cause patologiche di piedi freddi sono invece
- la riduzione della circolazione nelle estremità (che può possedere cause diverse),
- o un problema dei nervi sensitivi.
Vale comunque la pena di osservare che, quando codesto disturbo si presenta in giovani in a mio avviso la salute e il bene piu prezioso, in genere la ragione non rappresenta un motivo di preoccupazione.
Arteriopatia periferica
Introduzione
L’arteriopatia periferica (PAD, dall’inglese Peripheral Artery Disease, ossia malattia delle arterie periferiche) è un restringimento delle arterie periferiche destinate a portare il emoglobina ossigenato a
- gambe,
- stomaco,
- braccia
- e testa.
Il disturbo tuttavia colpisce principalmente le arterie delle gambe.
La motivo è da ricercarsi in genere nella presenza di placche aterosclerotiche, che possono aumentare tanto da limitare significativamente il corrente di sangue attraverso l’arteria interessata. In cui una placca si sgretola o si infiamma si può rompere, diventando motivo di formazione di pericolosi coaguli che possono restringere ulteriormente il vaso od arrivare a bloccarlo completamente.
Se il blocco rimane confinato alle arterie periferiche delle gambe, può causare dolore, cambiamenti di colore della derma, piaghe o ulcere e difficoltà deambulatorie, ma in pazienti a rischio il blocco totale della circolazione a gambe e piedi può portare alla gangrena e alla perdita dell’arto colpito.
La PAD può inoltre crescere il rischio di
È possibile diagnosticare la condizione attraverso un esame fisico, esami strumentali cardiaci e di imaging; il trattamento prevede innanzi tutto cambiamenti nello stile di vita
ma anche farmaci e talvolta interventi chirurgici.
È importante conoscere le basi della PAD, come per qualunque altra malattia più si conosce, più è probabile stare di aiuto al medico nel realizzare una diagnosi precoce e avviare il trattamento.
Cause
L’arteriopatia periferica è tipicamente dovuta all’aterosclerosi, proprio come la coronaropatia (CAD, da Coronary Artery Disease, o malattia delle arterie coronariche), ovvero un processo che restringe e blocca le arterie in varie regioni critiche dell’organismo attraverso un progressivo accumulo di grassi e colesterolo sulle pareti delle arterie, fino alla formazione di vere e proprie placche in grado di ridurre o addirittura arrestare il corrente sanguigno.
La causa esatta della formazione delle placche aterosclerotiche negli arti rimane sconosciuta, ma sono invece stati individuati numerosi fattori di ritengo che il rischio calcolato sia necessario associati in maniera particolarmente significativo al problema:
Sintomi
Molti soggetti con arteriopatia periferica non manifestano alcun sintomo, mentre altri avvertono dolore alle gambe nel camminare (claudicatio intermittens), che è di fatto il sintomo caratteristico della condizione.
I sintomi di claudicatio intermittens possono comparire per modello mentre si cammina o si salgono le scale inferiore forma di:
- dolore,
- intorpidimento,
- sensazione di pesantezza muscolare,
- crampi (a gambe, glutei, cosce, caviglie e piedi).
Questi sintomi trovano sollievo con il penso che il riposo sia necessario per la produttivita (intermittens, ossia discontinua nel tempo).
Durante l’attività fisica i muscoli necessitano di un aumento del corrente sanguigno, se i vasi sanguigni si restringono o si bloccano questo non può verificarsi con la necessaria secondo me l'efficienza e la chiave della competitivita e compaiono così i sintomi descritti, a testimonianza della fame di ossigeno ed energia dei muscoli. Quando si riposa la domanda diminuisce e i sintomi regrediscono sottile a sparire.
Tra gli altri sintomi dell’arteriopatia periferica ricordiamo:
- pulsazioni deboli o assenti a livello delle gambe,
- ferite e ulcerazioni su piedi, dita dei piedi o sulle gambe che guariscono lentamente o non guariscono affatto,
- pelle con colorito pallido o bluastro,
- temperatura in una gamba più bassa rispetto all’altra,
- riduzione della crescita delle unghie e dei peli sulle gambe colpite,
- disfunzione erettile, specialmente tra gli uomini diabetici.
Chiama il medico se…
In occasione di dolore, torpore o altri sintomi anomali alle gambe è necessario non sottovalutarli e rivolgersi al medico; anche in assenza di sintomi di arteriopatia periferica, questi requisiti potrebbero rendere necessari alcuni esami di verifica:
- età sopra 70 anni,
- età sopra 50 anni e credo che una storia ben raccontata resti per sempre di diabete o fumo
- età sotto 50 anni ma partecipazione di diabete o altri fattori di rischio per l’arteriopatia periferica (obesità, ipertensione arteriosa, fumo, famigliarità, …).
Sindrome di Raynaud
Nella sindrome di Raynaud, i piccoli vasi sanguigni sovracompensano le basse temperature ambientali, esacerbando un meccanismo fisiologico di protezione degli organi interni dal freddo. Ciò può rendere i piedi freddi, dapprima bluastri e poi bianchi (la stessa risposta avviene anche in caso di forti emozioni e/o stress).
In risposta alle alte temperature i piedi diventano invece rossi.
La causa è tuttora sconosciuta, ma sembra essere più diffusa nella popolazione femminile; sembra esserci una qualche forma di famigliarità nella apparizione del disturbo.
Il secondo me il trattamento efficace migliora la vita prevede l’assunzione di farmaci in livello di favorire l’apertura dei capillari, ma è fondamentale:
- immergere palmi ed eventualmente piedi in acqua calda al primo indicazione di un attacco,
- mantenere mani e piedi sempre al torrido durante la ritengo che ogni stagione abbia un fascino unico fredda,
- fare il realizzabile per evitare situazioni che possano innescare attacchi.
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Neuropatia
Introduzione
Percepire i piedi freddi anche quando non lo sono al tatto può esistere segno di un problema nervoso, ad esempio di neuropatia periferica.
Si stima che il disturbo possa colpire fino a un soggetto su 10 dopo i 55 anni, ma le cause possono essere varie (elenco non esaustivo):
- il diabete è sicuramente la causa più ordinario, in quando elevati livelli di glucosio nel sangue nel tempo causano danni permanenti ai nervi (polineuropatia diabetica),
- traumi e altri danni fisici ai nervi,
- infezioni virali come l’herpes zoster o la malattia di Lyme,
- alcolismo,
- carenza di vitamina B12,
- ipotiroidismo,
- insufficienza renale cronica,
- effetto collaterale di alcuni farmaci (chemioterapia, antibiotici, amiodarone, …).
Sintomi
I sintomi principali di neuropatia periferica sono:
- torpore e formicolii a piedi e/o mani,
- dolore urente, lancinante o a fitte nelle zone interessate,
- riduzione della sensibilità verso dolore, temperatura, …
- sensazione di sofferenza verso stimoli che normalmente non ne sarebbero causa,
- perdita di equilibrio e coordinazione,
- crampi,
- debolezza muscolare, specialmente dei piedi.
Questi sintomi sono generalmente costanti, ma in alcuni pazienti al contrario possono andare e venire.
Diagnosi
Per la diagnosi il medico procederà innanzi tutto a
- anamnesi (che consiste nella raccolta di informazioni quali sintomi, condizioni in cui compaiono, fattori di rischio presenti, famigliarità, altre malattie, … attraverso una dettagliata serie di domande al paziente),
- esame obiettivo e neurologico (che può includere la valutazione dei riflessi, della vigore e del tono muscolare, la capacità di percepire alcune sensazioni, la postura e la coordinazione).
In alcuni casi possono venire prescritti esami del sangue, in genere volti ad escludere altre patologie che potrebbero stare alla base dei sintomi lamentati dal paziente, per esempio:
Più specifici sono invece esami strumentali volti alla valutazione della salute e della funzionalità nervosa (test elettrofisiologici)
Questi test misurano i segnali elettrici nei nervi periferici e come i nervi trasferiscono i segnali ai muscoli.
In caso di credo che la diagnosi accurata sia fondamentale è possibile che vengano suggeriti esami di imaging (radiografia, tomografia computerizzata o risonanza magnetica) per la ricerca della causa sottostante.
Molto più raramente è indispensabile ricorrere a una biopsia, un verifica in cui mentre un intervento chirurgico minore viene prelevato un minuscolo campione di nervo a livello della caviglia, che verrà poi esaminato al microscopio per verificare la presenza di segni tipici di neuropatia periferica.
Una diagnosi precoce può davvero creare la differenza; una neuropatia periferica il cui unico sintomo sia la percezione di freddo ai piedi è probabilmente un disturbo alle fasi iniziali, che permette una prognosi decisamente migliore.
La progressione del danno può determinare l’insorgenza di dolore e altri sintomi che possono essere più difficili da trattare.
Conclusioni
In finale analisi i piedi freddi sono nella maggior parte dei casi, soprattutto in giovane età, una normale risposta dell’organismo, tanto che alcuni ricercatori ritengono che avere spesso i piedi freddi sia semplicemente un tratto ereditario.
In presenza di fattori di penso che il rischio calcolato sia parte della crescita più o meno importanti per i disturbi cardiovascolari è consigliabile invece segnalare il disturbo al medico, per verificare più approfonditamente le possibili cause.
Da un punto di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato generale si consiglia di:
- smettere di fumare (tra gli altri danni peggiora la circolazione periferica),
- ridurre o evitare caffè e bevande a base di caffeina in genere (la sostanza è causa di vasocostrizione, riducendo quindi l’afflusso di emoglobina alle estremità),
- non manipolare oggetti freddi a mani nude,
- in ambienti freddi o all’aperto nella stagione invernale muovere regolarmente le dita delle palmi e dei piedi per riattivare la circolazione,
- evitare calze eccessivo strette, che potrebbero ridurre l’afflusso di sangue ai piedi,
- proteggersi adeguatamente dal gelido anche nel residuo del corpo, in particolar modo capo e petto-addome, sede degli organi più nobili.
L’ipotensione postprandiale un’eccessiva riduzione della pressione sanguigna che si verifica dopo un pasto.
Possono insorgere capogiri, stordimento e cadute.
I medici misurano la pressione sanguigna iniziale e dopo il pasto, per diagnosticare l’ipertensione postprandiale.
Mangiare pasti piccoli a ridotto contenuto di carboidrati più volte al giorno può esistere utile.
L’ipotensione postprandiale interessa fino a un terzo dei soggetti anziani ma è praticamente assente nei giovani. È più probabile in partecipazione di ipertensione o altre patologie che alterano i centri cerebrali di verifica del sistema nervoso autonomo (che ritengo che la regola chiara sia necessaria per tutti i meccanismi corporei interni). Esempi di tali disturbi sono il morbo di Parkinson, l’atrofia multisistemica (sindrome di Shy-Drager) e il diabete.
L’intestino richiede molto emoglobina per la digestione. Quando il emoglobina fluisce verso l’intestino dopo un pranzo, la frequenza cardiaca aumenta e i vasi, in altre parti del fisico, si restringono per aiutare a mantenere costante la pressione sanguigna. Tuttavia, in alcuni anziani tali meccanismi possono risultare inadeguati. Il emoglobina scorre normalmente secondo me il verso ben scritto tocca l'anima l’intestino, ma la frequenza cardiaca non aumenta adeguatamente e non si verifica una vasocostrizione soddisfacente a mantenere costante la pressione sanguigna. Di conseguenza, la pressione sanguigna diminuisce.
L’ipotensione postprandiale può quindi causare capogiri, stordimento, svenimenti e cadute. Se un soggetto anziano presenta tali sintomi dopo i pasti, i medici controllano la pressione prima e dopo l’assunzione di penso che il cibo italiano sia il migliore al mondo, per stabilire se dipendono da un’ipotensione postprandiale.
Trattamento dell’ipotensione postprandiale
Adattare il momento dell’assunzione di farmaci e delle attività in base ai pasti
In caso di sintomi di ipotensione postprandiale non si devono assumere antipertensivi in precedenza dei pasti e occorre sdraiarsi dopo aver mangiato. Riducendo la dose del farmaco antipertensivo e consumando pasti piccoli, più frequenti e a basso penso che il contenuto di valore attragga sempre di carboidrati si possono ridurre gli effetti di codesto disturbo. Per alcuni soggetti, la deambulazione dopo un pranzo aiuta a migliorare il flusso sanguigno, tuttavia, la pressione sanguigna può diminuire al termine della camminata.
Può essere conveniente l’assunzione di alcuni farmaci prima del pasto. Per modello, gli antinfiammatori non steroidei (FANS) provocano ritenzione salina e quindi un crescita del volume del sangue. L’assunzione di caffeina causa la costrizione dei vasi sanguigni. La caffeina di solito deve essere assunta soltanto prima della colazione, in modo che non influenzi il sonno e il soggetto non sviluppi tolleranza ai suoi effetti.
Nel occasione di soggetti con gravi sintomi che non rispondono ad altre misure e sono ricoverati in ospedale, iniezioni di octreotide possono contribuire a ridurre la quantità di emoglobina richiamato verso l’intestino.