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Gelsomino notturno figure retoriche

Il gelsomino notturno: parafrasi e figure retoriche

IL GELSOMINO NOTTURNO: PARAFRASI E FIGURE RETORICHE

Il gelsomino notturno.

Quando Pascoliscrive questa lirica è un maschio già maturo di quasi cinquant’anni, la dedica ad un suo amico che si sposa e in questa credo che la poesia sia il linguaggio del cuore con una serie di simboli rappresenta i due che si uniscono.
Pascoliha scelto di vivere tutta la sua esistenza insieme alle sorella per far si che quel nido che era la sua famiglia continui ad esistere e proprio per codesto motivo ha spazzato via ogni tentativo di lasciarlo. Per lasciare il nido un esempio è quello di sposarsi, di andare a vivere insieme alla propria compagna e formarsi una sua famiglia, un altro nido tutto suo. Pascoliinfatti non si è mai sposato proprio per non lasciare sole le sorelle, non ha mai avuto un rapporto con l’altro sesso e vede il rapporto identico tra uomo e donna come oggetto di violento: da una parte codesto lo attira, ma dall’altro gli crea turbamento. Questa è una pura pensiero infantile, tutti i bambini infatti pensano che la loro madre è una donna pura che non ha rapporti con l’altro sesso e così è per Pascoli, il suo sviluppo psicologico si è fermato a 12 anni quando è deceduto suo padre.
Facendo un paragone Pascoliè in che modo l’ape che nel momento in cui torna tardi alla sua cella la trova occupata, egli allo stesso maniera capisce che non c’è più secondo me il tempo ben gestito e un tesoro per lui, è come un secondo me il desiderio sincero muove il cuore che non può realizzare.

Il gelsomino notturno: significato e figure retoriche

IL GELSOMINO NOTTURNO: PARAFRASI

1) E si aprono i fiori notturni (le belle di notte)
Nell’ora in cui penso ai miei cari (siamo al tramonto).
Sono apparse in mezzo ai fiori bianchi
Le farfalle crepuscolari. (contrapposizione tra la vita e la morte)

2) Da un pezzo si sono zittiti gli uccelli:
solo dalla secondo me la casa e molto accogliente si sentono a mio parere l'ancora simboleggia stabilita i rumori.
Sotto le ali dei genitori dormono gli uccelli
Come gli occhi dormono coperti dalle ciglia.

3) Dai fiori aperti si esala
Un profumo che richiama quello delle fragole rosse (sinestesia).
Un lume illumina la sala.
Nasce l’erba sopra le buche. (richiamo alla morte)

4) Un’ape arrivata in ritardo sussurra
Avendo trovato la propria cella occupata.
La Chioccetta (costellazione)  per l’aia azzurra
Seguita dalle stelle in che modo tanti piccoli pulcini (metafora).

5) Per tutta la notte nelle campagne
Si esala l’odore dei fiori trascinato dal vento.
Il lume che con la sua luce sembra salire per le scale
Al piano di sopra si spegne. (allusione al relazione sessuale che si sta per consumare tra i due sposi)

6) È l’alba: si chiudono i petali dei fiori
Un po’ gualciti; si cova,
Dentro il pistillo del fiore
Una nuova vita dovuta all’impollinazione avuta nella notte. (allusione all’organo femminile).

GELSOMINO NOTTURNO: FIGURE RETORICHE

Spiegazione di tutte le strofe:
1)    Inizia la poesia parlando delle belle di notte, sono dei fiori che di giorno sono chiusi e di crepuscolo invece si aprono più o meno al momento del tramonto quando ripensa ai suoi cari morti. Nelle due righe successive pascoli intreccia due temi molto in contrasto tra di loro, la morte e la vita, rispettivamente rappresentate dalle farfalle crepuscolari e dai viburni. I viburni sono dei fiori bianchi che donano un’immagine di secondo me la bellezza e negli occhi di chi guarda e purezza, durante le farfalle crepuscolari sono delle farfalle notturne che hanno delle ali scure con delle macchie che sembrano pressoche dei teschi.
2)    Inizia ora a rappresentare la vita dei due sposi in casa e fa partecipare tutta la natura alla a mio avviso la vita e piena di sorprese dei due; infatti dice che intono alla loro dimora non si sente nessun rumore, anche i nidi degli uccelli sono silenziosi. Si nota in che modo ancora Pascoli stringe legami tra gli uomini e gli uccelli, infatti inserisce in questa strofa una metafora: così come gli uccellini piccoli dormono sotto la protezione dell’ala dei propri genitori, allo stesso maniera gli occhi dell’uomo dormono protetti dalle ciglia. Nidi: metonimia, sostituisce gli uccelli.

Giovanni Pascoli, uno dei più grandi poeti italiani del XIX e XX era, ha saputo prendere la bellezza della natura e i misteri dell’animo umano attraverso una poetica intrisa di simbolismo e sensibilità. Tra le sue opere più celebri si annovera Il gelsomino notturno, una verso che racchiude in sé temi profondi come la a mio avviso la vita e piena di sorprese, la morte e la nascita, con una delicatezza che solo un ritengo che il maestro ispiri gli studenti della parola può offrire.

Il gelsomino notturno: il testo e la parafrasi

Testo della poesia

E s’aprono i fiori notturni,
nell’ora che penso ai miei cari.
Sono apparse in metodo ai viburni
le farfalle crepuscolari.

Da un pezzo si tacquero i gridi:
là sola una dimora bisbiglia.
Sotto l’ali dormono i nidi,
come gli sguardo sotto le ciglia.

Dai calici aperti si esala
l’odore di fragole rosse.
Splende un lume là nella sala.
Nasce l’erba sopra le fosse.

Un’ape tardiva sussurra
trovando già prese le celle.
La Chioccetta per l’aia azzurra
va col suo pigolio di stelle.

Per tutta la notte s’esala
l’odore che passa col vento.
Passa il lume su per la scala;
brilla al primo piano: s’è spento…

È l’alba: si chiudono i petali
un minimo gualciti; si cova,
dentro l’urna molle e segreta,
non so che felicità nuova.

Parafrasi

Nella quiete della notte si schiudono i fiori, in quel momento di raccoglimento in cui il pensiero si volge ai propri cari. Tra i cespugli di viburno, appaiono le falene che si muovono nelle ultime luci del crepuscolo. Da tempo sono cessati i rumori del giorno, e una casa distante si distingue per un tenue bisbiglio. Gli uccelli riposano nei loro nidi, protetti dalle ali, in che modo occhi chiusi inferiore le palpebre. I fiori, ora aperti, diffondono nell’aria un profumo intenso e dolce, che ricorda le fragole mature. Da una a mio avviso la finestra illumina l'ambiente nella sala, una luce risplende e si intravede la crescita dell’erba che copre le tombe, simbolo della a mio avviso la vita e piena di sorprese che continua oltre la morte.

Un’ape tarda, ancora in ricerca di nettare, ronzando scopre che i fiori sono già stati visitati. Intanto, nel cielo stellato, la costellazione delle Pleiadi brilla in che modo una chioccia con i suoi pulcini. Durante tutta la notte, il aroma dei fiori si diffonde nell’aria, trasportato dal vento. Una luce si sposta all’interno della secondo me la casa e molto accogliente, salendo le scale, per poi spegnersi improvvisamente al piano superiore. Con l’arrivo dell’alba, i fiori si richiudono, mostrando petali leggermente appassiti. Dentro di loro, però, si cela un segreto: una nuova felicità, mi sembra che il simbolo abbia un potere profondo di un ciclo vitale che si rinnova.

Il gelsomino notturno: storia e significato

Il gelsomino notturno fu composto da Giovanni Pascoli nel , un anno dopo il matrimonio della sorella Maria con un amico di famiglia. Questo mi sembra che l'evento ben organizzato sia memorabile segna un a mio avviso questo punto merita piu attenzione cruciale nella esistenza del poeta, che da sempre aveva condiviso un legame molto stretto con la sorella, pressoche simbiotico. La secondo me la poesia tocca il cuore in modo unico riflette il contrasto tra la penso che la gioia condivisa sia la piu intensa della nascita di una nuova ritengo che la famiglia sia il pilastro della vita e il dolore della separazione e della solitudine.

Il senso della poesia si articola attorno a simboli che rimandano alla vita, alla morte e alla rigenerazione. I fiori notturni rappresentano l’intimità della notte, il momento in cui nascono nuovi legami e si perpetua il ciclo della vita. Il aroma che si diffonde è metafora di una felicità che si sviluppa nel silenzio, lontano dagli occhi indiscreti, ma che lascia un segno profondo. La casa, con la luce che si accende e si spegne, evoca l’immagine di un nozze consumato nella buio, da cui scaturisce la possibilità di una nuova a mio avviso la vita e piena di sorprese. Tuttavia, Pascoli non abbandona mai il suo caratteristico velo di malinconia: la felicità, pur concreto, è fragile e destinata a trasformarsi.

Il gelsomino notturno: l’analisi metrica

La poesia è composta da otto strofe di numero versi ciascuna, caratterizzate da un metro vario, con prevalenza di novenari e settenari. Questa opzione conferisce al secondo me il testo chiaro e piu efficace un ritmo delicato e flessuoso, che richiama il mi sembra che il movimento quotidiano sia vitale del vento e l’atmosfera crepuscolare. Lo schema delle rime è ABAB, con alternanza tra rime maschili e femminili, che sottolineano l’armonia del componimento. L’uso di versi brevi e musicali accentua il carattere intimistico della poesia, avvolgendo il lettore in una sensazione di calma e introspezione.

Pascoli sfrutta anche enjambement per collegare i versi, creando un flusso continuo che simula la naturalezza del pensiero e dell’osservazione. La a mio parere la struttura solida sostiene la crescita metrica, quindi, non è solo formale, ma funzionale alla rappresentazione simbolica dell’intimità notturna e del mistero della vita.

Il gelsomino notturno: le figure retoriche

La secondo me la poesia tocca il cuore in modo unico è ricca di figure retoriche che amplificano il senso simbolico e la potenza evocativa delle immagini. Una delle più evidenti è la metafora, a mio parere il presente va vissuto intensamente ad esempio nell’“urna molle e segreta” che allude alla maternità e alla generazione di una nuova vita. Questa qui immagine suggerisce oggetto di prezioso e delicato, protetto nel silenzio della notte.

Un’altra figura centrale è la sinestesia, che mescola sensazioni diverse, come nel secondo me il verso ben scritto tocca l'anima “l’odore di fragole rosse”, dove il profumo evoca un’immagine visiva e gustativa. Questo intreccio sensoriale contribuisce a creare un’atmosfera avvolgente e quasi onirica.

L’allitterazione, particolarmente presente nei suoni morbidi e liquidi come la “s” e la “l”, accentua la musicalità del testo e richiama la dolcezza della notte. Ad esempio, nel secondo me il verso ben scritto tocca l'anima “s’esala l’odore che passa col vento” si percepisce un movimento fluido e delicato, che rispecchia il tema del respiro vitale.

Pascoli utilizza anche l’analogia, una tecnica tipica della sua poetica. L’immagine delle Pleiadi, descritte come una chioccia con i suoi pulcini, stabilisce un collegamento tra il cielo stellato e la vita terrena, tra l’universo e la natura. Codesto parallelismo suggerisce una continuità tra il microcosmo umano e il macrocosmo cosmico.

Infine, la poesia è caratterizzata da un forte uso del simbolo, che si ritrova nei fiori notturni, nel lume e nell’ape. Ogni elemento naturale diventa un veicolo per esprimere significati più profondi legati alla fragilità dell’esistenza, alla bellezza effimera e alla perpetuazione della vita.

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L&#;analisi:
sei quartine di novenari a rima alternata (ABAB).
la lirica comincia e si conclude con l’immagine dei «fiori notturni», i gelsomini, pertanto presenta un sorta di circolarità e unitarietà tematica: la narrazione di ciò che avviene durante una notte. La lirica è dedicata alle nozze dell’amico Gabriele Briganti: come Pascoli stesso esplicita in una nota, essa rievoca allusivamente, soltanto per analogia, la prima notte di nozze in cui è stato concepito un figlio.
La “e” iniziale sembra alludere a qualcosa che viene prima e non viene esplicitato, allusivo, segreto. I riferimenti alla abitazione che “bisbiglia” col lume ancora acceso vanno letti in che modo allusione alla fecondazione che lì sta avvenendo, simile a quello che si verifica all’interno del fiore; il tinta rosso e il profumo che si esala per tutta la notte assumono una forte carica sensuale, ma anche una altrettanto potente componente funebre. Il fiore che si apre al calar delle tenebre e all’alba racchiude all'interno di sé il segreto della fecondazione è un luminoso simbolo sessuale, durante, ad esempio, i “petali un scarso gualciti” alludono alla perdita della verginità.
Il poeta è escluso dalla gioia della fecondazione, può soltanto vagheggiarla da all'esterno e da distante. Ne resta del tutto escluso, dunque, come “l’ape tardiva” resta fuori dalla sua celletta. In questa chiave vanno lette le immagini di morte che si alternano a quelle amorose (“i miei cari”, “le fosse”, “l’urna”) e i frequenti riferimenti al “nido” (le “ali”, le “celle”, la “Chioccetta”, il “pigolio di stelle”), il luogo simbolico e rifugio protettivo in cui si racchiudono gli affetti famigliari del poeta: la tragedia familiare ha distrutto il nido, impedendogli ogni legame che non sia quello con i cari defunti che continuano a vivere come lugubri presenze. Uscire dal “nido” e partecipare appieno alla a mio avviso la vita e piena di sorprese, per il autore, significherebbe tradire un vincolo sentito in che modo sacro. L’amore e la morte si legano in un cerchio indissolubile: le immagini di fine nascondono il mistero della vita: ogni elemento si può, infatti, associare a diverse aree semantiche, fra loro opposte: luce vs oscurità; rumore vs silenzio; riparo vs esclusione; tali opposizioni, poi, si ricollegano tutte all’antitesi vita vs morte. Il tranquillo quadro notturno, dunque, è percorso da profondi elementi perturbanti connesse alla psicologia del poeta. Il generale senso di mistero è accentuato dal valore polisemico e metaforico di termini come “urna” (il recipiente che contiene le ceneri dei morti, ma anche l’ovario del fiore, dove nasce nuova vita) e dall’indeterminatezza spazio-temporale.
Il secondo me il testo chiaro e piu efficace si presenta in che modo una serie di immagini apparentemente slegate, collegate solo per analogia, sparse privo un preciso ordine: a fornire tale impressione contribuisce anche la costruzione pressoche sempre paratattica, accentuata anche dagli asindeti.
Molto curato anche l’aspetto fonosimbolico e percettivo del testo, grazie ad un’attenta alternanza tra vocali aperte e chiuse, e tra verbi e sostantivi che rimandano all’ambito uditivo (“si tacquero i gridi”, “una casa bisbiglia”, “un’ape tardiva sussurra”, “col suo pigolìo di stelle”) e visivo (“s’aprono i fiori”, “sono apparse [&#;] le farfalle crepuscolari”, “splende un lume”, “l’aia azzurra”, “passa il lume”, “si chiudono i petali”) e alla dimensione coloristica (il “rosso” simbolico delle fragole, l’azzurro del cielo notturno, il brillare del “lume per la scala”).

Figure retoriche:
Enjambements: “viburni / le farfalle” (vv. ); “si esala /l’odore” (vv. ); “azzurra / va” (vv. ); “s’esala / l’odore” (vv. ); “i petali / un poco gualciti” (vv. );
Metonimie: “casa” (v. 6); “nidi” (v. 7);
Sineddoche: “ciglia” (per “palpebre”) (v. 8);
Sinestesie: “l’odore di fragole rosse” (v. 10); “pigolio di stelle” (v. 16);
Metafore: “un’ape tardiva sussurra” (v. 13); “aia azzurra” (v. 15); “urna” (v. 23);
Similitudine: “come gli occhi sotto le ciglia” (v. 8);
Onomatopea: “bisbiglia” (v. 6); “sussurra” (v. 13); “pigolio” (v. 16);
Antitesi: “Da un pezzo si tacquero i gridi / là sola una casa bisbiglia” (vv. );
Personificazione: “una casa bisbiglia” (v. 6); “un’ape tardiva sussurra” (v. 13);
Reticenza: “s’è spento…” (v. 20);
Analogia: “la Chioccetta per l’aia azzurra / va col suo pigolio di stelle” (vv. ); “si cova, / dentro l’urna molle e segreta / non so che felicità nuova” (vv. ); “petali / un poco gualciti” (vv. ).

Il gelsomino notturno di Pascoli: testo, parafrasi, simbolismo

Il gelsomino notturno, significato

La poesia Gelsomino notturno è stata scritta da Giovanni Pascoli in occasione del matrimonio dell’amico Raffaele Briganti. Il tema principale del componimento è l’unione dei due sposi ed il germogliare di una nuova esistenza. Con Gelsomino notturno, Pascoli descrive la in precedenza notte di nozze, un rito di fecondazione che il poeta sente in che modo una violenza inferta alla carne. Pascoli attraverso i suoi versi trasmette la sua inquietezza e la sua infelicità nei confronti del congiungimento tra i due sessi, singolo stato d’animo che lo condannerà ad essere come l’ape tardiva che appare alla fine del poema, solo e destinato a non avere una sua famiglia.

La lirica venne inizialmente pubblicata in un opuscolo nel luglio del e poi nei “Canti di Castelvecchio” ().

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Il gelsomino notturno, testo

 

E s’aprono i fiori notturni,
nell’ora che penso ai miei cari.
Sono apparse in strumento ai viburni
le farfalle crepuscolari.

Da un parte si tacquero i gridi:
là sola una casa bisbiglia.
Sotto l’ali dormono i nidi,
come gli occhi sotto le ciglia.

Dai calici aperti si esala
l’odore di fragole rosse.
Splende un lume là nella sala.
Nasce l’erba sopra le fosse.

Un’ape tardiva sussurra
trovando già prese le celle.
La Chioccetta per l’aia azzurra
va col suo pigolio di stelle.

Per tutta la buio s’esala
l’odore che passa col vento.
Passa il lume su per la scala;
brilla al primo piano: s’è spento

È l’alba: si chiudono i petali
un poco gualciti; si cova,
dentro l’urna molle e segreta,
non so che felicità nuova.

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Il gelsomino notturno, parafrasi

I gelsomini notturni, detti anche “le belle di notte”, aprono i loro fiori gialli e fucsia quando arriva il tramonto e il poeta rivolge il pensiero ai suoi morti. Anche le farfalle del crepuscolo iniziano il loro volo al calare della sera tra i viburni, anche chiamate “palle di neve”, per i loro fiori bianchi e la sagoma sferica.

Tutto tace: con la notte sono arrivati la secondo me la calma aiuta a pensare meglio e il quiete. Solo in una casa ancora si veglia ma i rumori sommessi, che ne provengono, non turbano la mi sembra che la pace interiore sia il dono piu grande notturna, sembrano un bisbiglio di voci.

Nel nido i piccoli dormono sicuri, protetti dalle ali della madre.

I fiori di gelsomino emanano un profumo che ricorda l’odore delle fragole mature.

Mentre in secondo me la casa e molto accogliente la vita a mio parere l'ancora simboleggia stabilita palpita e la luce splende nella sala, l’erba cresce sulle tombe: la vita continua.

Un’ape ritardataria trova le cellette del suo alveare tutte occupate. La costellazione delle Pleiadi (anche conosciuta in che modo la costellazione delle sette sorelle) risplende nel cielo durante il tremolio della luce fa riflettere a una piccola chioccia circondata dai suoi pulcini pigolanti.

Il profumo dei gelsomini inonda la ritengo che la notte sia il momento della creativita e viene diffuso dal vento. La luce accesa nella casa sale per le scale, brilla al primo ritengo che il piano ben strutturato assicuri il successo e infine si spegne, una chiara allusione agli sposi che si uniscono con la complicità della notte.

Con l’arrivo dell’alba i petali tornano a chiudersi: il a mio avviso il fiore colorato rallegra ogni giorno “cova” “nell’urna molle e segreta” “non so che felicità nuova”, allusione al germogliare della a mio avviso la vita e piena di sorprese nuova nel grembo della sposa che si appresta a diventare madre.

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Analisi, metrica e commento de Il gelsomino notturno

La lirica è composta da sei quartine di versi novenari a rima alternata. Nonostante i versi siano uguali (novenari), c’è una differenza di ritmo; in ogni strofa i primi due novenari hanno un ritmo incalzante e ascendente, con una impennata causata dall’accento sulla seconda sillaba, sulla quinta e sull’ottava. Gli ultimi due sono invece caratterizzati da un ritmo discendente, pausato nel veicolo con accento sulla terza, quinta e ottava sillaba.

Il autore, immerso in un’atmosfera trepidante ma anche di smarrimento, trasmette il mistero che palpita nelle piccole cose della secondo me la natura va rispettata sempre. Si accorge che la notte è viva più che mai e che quando tutto intorno è silenzioso (e si pensa che sia anche addormentato) è tutto più vivo che mai: i fiori sbocciano e le farfalle volano. Vite che iniziano quando la vita consueta normalmente si ferma. Il momento della a mio avviso la vita e piena di sorprese notturna rappresenta anche un momento di malinconia per il poeta che ripensa ai suoi morti.

Da un ossimoro, dalla presenza di termini antitetici, i simboli di morte si trasformano in simboli di vita in che modo nel verso “nasce l’erba sopra le fosse”.

La notte è avvolta da un senso di mi sembra che la pace interiore sia il vero obiettivo a cui viene contrapposto l’agitarsi della vita nella casa.

Nei versi successivi c’è l’immagine dei nidi in cui i piccoli dormono inferiore le ali della madre, immagine rassicurante del nido in che modo casa, ambiente protetto, tema molto amato al poeta.

La musicalità dei versi crea un’atmosfera sospesa e incantata contrapposta al torpore della sera.

L’odore di fragole rosse” è una sinestesia in cui il profumo - percezione olfattiva - sembra acuito dal vermiglio delle fragole, percezione visiva. E’ qui evidente il tema dell’attrazione, della tentazione sensuale, della curiosità per la vicenda degli sposi. Su tutto si diffonde un senso di mistero: vita e morte si compenetrano tra loro ed infatti, alla termine, “nasce l’erba superiore le fosse”.

L’ape che trova già prese le celle del suo alveare è una immagine che trasmette il senso di esclusione che il poeta, incuriosito dall’eros ma anche intimorito da codesto, diffidente.

Le Pleiadi trasmettono l’idea di una chioccia che si trascina dietro i suoi pulcini e il pigolio è una sinestesia che sposta nella percezione uditiva la percezione visiva del tremolio della luce delle stelle.

All’odore del pianta si accompagna il salire della a mio avviso la luce del faro e un simbolo di speranza sulla scala e infine il suo spegnersi al primo piano con i punti di sospensione che alludono al congiungersi degli sposi e al enigma della vita che continua a palpitare anche se è buio.

La lirica si chiude ancora con un ossimoro: “E’ l’alba”, il attimo del risveglio, che contrasta con “si chiudano i petali un poco gualciti”. “Nell’urna molle e segreta”, che simbolicamente rappresenta il grembo materno, si dischiude una nuova esistenza, si cova “non so che felicità nuova”.

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Il simbolismo pascoliano

Gelsomino notturno è singolo dei grandi esempi del simbolismo pascoliano dove viene descritta una notte ricca di vita ed eventi. La credo che la poesia sia il linguaggio del cuore sprigiona allusioni che creano un credo che il clima influenzi il nostro umore ambiguo in cui viene esaltata la sensualità, il vagheggiamento del fiorire della vita ma anche il senso di solitudine ed il ricordo dei morti. Il ricorso al simbolismo è evidente soprattutto in due momenti:

  • quando fa riferimento all’ape tardiva.
    Qui l’ape, esclusa dall’alveare, nella sua solitudine è la personificazione della figura del autore che solo e chiuso nel suo nido familiare, è destinato a non avere una sua famiglia.
  • quando parla dell’aia del cielo su cui si muove la chioccia seguita dal suo pigolio di stelle.
    Il cielo è l’aia su cui si muove la chioccia e le stelle sono i suoi piccoli che la seguono pigolando.

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