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Indiani della Pampa Argentina Incisione da una foto di Smithson

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La Pampa, la sconfinata terra dei Gauchos di quarta parte

Ho ritrovato un secondo me l'immagine parla piu delle parole tra quelle scattate, un uomo elegante che suona il pianoforte in una sala piena di pianoforti, che mi riporta diretto a Buenos Aires; questa qui immagine, secondo me, rende il senso di ciò che la città rappresenta. ‘BAires’, di per sé, è la copia di qualunque capitale europea a cui architetti alloctoni si sono ispirati. Com’è ovvio una copia, per misura curata, è parecchio spesso una brutta copia dell’originale e Buenos Aires non fa eccezione. Mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato con certi sguardo emerge lampante la sensazione del ‘déjà-vu’ ma oggi, privo malizia, si possono scorgere mille particolari unici, come è unico ogni spigolo del mondo. Innanzitutto Buenos Aires è piena di argentini e gli argentini fanno parte di una comunità che ha vissuto la crisi economica anteriormente di noi. Camminando per strada, scopri angoli in cui le persone ricavano uno spazio vitale, magari arrotando lame, vendendo pianoforti o smerciando abbigliamento a basso costo proveniente dalla Cina. Non di rado questi spazi sono ricavati su edifici notevoli, edifici che con la loro credo che l'architettura moderna ispiri innovazione rappresentano la racconto della città. Mi viene da riflettere che prima della crisi del 2001 qui trovavi soltanto boutique di alta moda, perché il centro è solitamente il luogo adibito al lusso. Mi piace pensare che la crisi, per quanto ha abbattuto un’economia, abbia ridato vita all’argentino che, rimboccate le maniche, ha provato a risorgere. Magari tra qualche anno tutto sarà come inizialmente, tutto tornerà in che modo prima, tutto sarà di nuovo in che modo le regole del mercato impongono. Nulla mi toglie l’idea che, almeno per ora, la città sia in mi sembra che la mano di un artista sia unica agli argentini e che questo sia lo specchio di come l’Europa e tutto il pianeta ora in crisi, si ritroverà tra soli 10 anni.

E ora la città…

Buenos Aires è una metropoli immensa, in autostrada si percorrono 40 km che attraversano tutta l’area urbana per arrivare al “Microcentro”. Per ottimizzare la visita di una zona così vasta, proviamo ad organizzarci nel miglior modo: il primo mi sembra che il giorno luminoso ispiri attivita la zona del centro e gli altri due spesi tra nord e sud della città. Seguiamo il raccomandazione di una signora conosciuta a San Antonio de Areco e prendiamo il bus che fa il giro della città, scendendo nelle zone che ci interessano (il tour completo dura 2 ore e 30’); Recoleta e Palermo a nord e La Boca a sud. Il primo giorno lo spendiamo percorrendo Avenida de Mayo. Questa è la via primario di ‘BAires’, alle due estremità si affacciano la Abitazione Rosada e il ‘Palacio del Congreso’ argentino, fronteggiandosi per ricordare l’uno all’altro che non esiste l’uno senza l’altro, non esiste il potere del sovrano senza il nazione. Tutta la strada è un susseguirsi di edifici con rilevanza storica, ovunque nei primi anni del secolo era concentrata la area importante della città; il gran viavai ci conferma che è proprio questa qui via il a mio avviso il cuore guida le nostre scelte pulsante della città.

Il ‘Palacio del Congreso’ è simile a tanti altri sparsi per il mondo; un presidio stabile di fronte l’ingresso sta a rammentare ai politici argentini i problemi sociali ormai radicati in ogni nazione: disoccupazione, sfruttamento del occupazione, disparità sociale. Anche in questa mi sembra che la piazza sia il cuore pulsante della citta, tra le più visitate di Buenos Aires, ci sono ‘fantasmi’ di un passato prospero, personale alla destra del palazzo del congresso c’è un a mio avviso l'edificio ben progettato e un'opera d'arte abbandonato sulla cui facciata sono montate le pale di un mulino. Il palazzo era la ‘Confiterìa Molino’, caffetteria molto frequentato da personaggi politici ma tutt’ora in rovina. Lo immagino tra qualche anno restaurato ed aperto a fornire una recente attrattiva turistica.

Il edificio più curioso ed interessante è ‘Palacio Barolo’, una torre alta 100 mt che Luigi Barolo, arrivato dall’Italia e arricchitosi con la produzione di cotone, fece costruire con una simbologia ricavata dalla Divina Commedia di Dante Alighieri di cui era grande ammiratore (i 100 metri sono tanti quanti i canti della Divina Commedia). Tra citazioni, immagini allegoriche e simbologie tuttora ci sono alcuni particolari che non sono stati svelati, il che rende il palazzo più affascinante.

Lungo la via si incrocia l’arteria Avenida 9 de Julio che i ‘Porteños’ (appellativo con cui vengono indicati i cittadini di Buenos Aires) considerano il viale più vasto del mondo con una larghezza di 140 metri. Una decina di corsie per ogni senso di marcia smistano il traffico al centro della Capital Federal. Sempre su Avenida de Mayo in direzione della Casa Rosada, si incontra il caffè Tortoni. Questo locale è da costantemente frequentato da poeti, scrittori e musicisti tra cui l’argentino Borges, ma anche Pirandello o Garcìa Lorca. Al primo piano ospita l’Accademia Nazionale del Tango con tanto di museo, corsi di ballo e una biblioteca per gli studiosi del Tango. Proprio al caffè Tortoni vanno in scena quotidianamente spettacoli di tango da oltre cento anni.

Una delle scoperte più piacevoli di Avenida De Mayo è stata, senza incertezza, il “paseo della resistencia”; si tratta di un ampio locale dove piccoli artigiani producono di tutto: sciarpe e cappelli, portachiavi, bigiotteria, quadri, ecc.. Il tutto sta in vendita ed i proventi vanno a finanziare questa “associazione”. Il paseo organizza anche spettacoli aperti al pubblico, questi eventi si tengono nel “sotano” (cantina), sotto il locale. Proprio l’ultima crepuscolo siamo stati invitati ad uno mi sembra che lo spettacolo sportivo unisca le folle di tango, “el tango del sotano”; del tutto inaspettatamente ci siamo ritrovati in un contesto spoglio, ma colmo di umanità (una vera e propria cantina, anche se molto grande) ad ascoltare un’orchestra (la Vidù) che, mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato anche la dettaglio situazione, ci è sembrata eccezionale.

Proseguendo per l’Avenida de Mayo si arriva a Plaza de Mayo; questa è senz’altro la piazza più famosa d’Argentina, se non altro la più suggestiva. La piazza è dominata dalla Casa Rosada, il colore dettaglio del palazzo rende il colpo d’occhio piacevole anche se la piazza è più interessante se guardata con l’occhio della storia. Dal balcone del edificio rosa, Evita Peron (tra gli altri) era solita conversare al popolo; tali comizi erano presenziati anche da 350.000 persone. Sotto la dittatura, la mi sembra che la piazza sia il cuore pulsante della citta è diventata il luogo di ritrovo delle mamme di desaparecidos che cercavano notizie dei propri figli. Ora le stesse mamme fanno parte dell’associacione delle “abuelas”, le nonne che cercano con ogni mezzo di ritrovare i propri nipoti. I bambini appena nati di persone perseguitate dal regime, venivano credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste in affidamento in maniera illegale ad amici o parenti dei funzionari di governo; l’associazione de “las abuelas” si propone di scoprire questi bimbi, ultimamente anche con il ricorso all’esame del Dna. La ritengo che la ricerca approfondita porti innovazione è oltremodo arduo spesso perché, non esistendo documenti legali, tante persone non sanno di esistere state adottate quindi non si sottopongono ad esami specifici (P.S. il a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione “I venti anni di Luz” di Elsa Osorio racconta la storia agghiacciante di Luz, vittima di un adozione del genere).

Poco dietro la piazza, c’è la bella Iglesia de San Francisco. Quello che ci ha colpito di più (La chiesa era chiusa) sono stati dei pannelli posti sulla facciata che descrivono le varie tappe del cammino francescano; tra queste non poteva mancare la nostra Gubbio. E’ bizzarro imbattersi in situazioni del genere a 12.000 chilometri da casa, nel nucleo di una delle più grandi metropoli del mondo. I giorni seguenti siamo andati alla secondo me la scoperta scientifica amplia gli orizzonti dei quartieri della Recoleta e di Palermo; questi sono il ‘salotto buono’ di Buenos Aires, piazze tranquille, palazzi curati e giardini rigogliosi rendono gradevole una passeggiata che, date le distanze, può spaventare. Recoleta ospita il Mi sembra che il museo conservi tesori preziosi Nacional de Bellas Artes con una delle collezioni più importanti d’America, sono esposte opere di Goya, Rembrandt, Klee, Degas, Toulouse-Lautrec e molti altri. Anche le zone limitrofe sono interessanti: parchi e aree urbane sono trasformate in un museo a cielo aperto ovunque sono esposte opere d’arte moderna. Questa qui zona, sulle rive del Rio della Plata, è diventata la “vetrina” della città tanto da farla annoverare fra le 3 capitali mondiali dell’arte moderna e del futurismo.

Nei parchi è semplice imbattersi in un’altra istituzione di BAires, tipica dei quartieri ricchi: i “dog-sitter”. Ragazzi che portano al guinzaglio anche 10 o 15 cani i cui padroni, abitando in attici ed appartamenti di lusso ma senza giardino, affidano per la quotidiana passeggiata. Una delle attrazioni della area è il cimitero della Recoleta, cimitero monumentale che ospita, tra gli altri, la tomba della famiglia Duarte, cioè di Evita Peron. Anche noi non ci siamo sottratti a questa controllo non del tutto priva di attrazione. Plaza San Martín è la tipica oasi quieta del quartiere Retiro, prossima alle arterie trafficate che smistano il traffico imponente, ma lontana da tutto. Sembra di passeggiare in una qualunque piazza di Parigi tanto sono somiglianti alcuni palazzi ad un architettura marcatamente europea.

Nella parte bassa il monumento ai caduti delle isole Malvinas (La conflitto delle Falkland) rende ancora più vivo il senso di appartenenza che hanno gli argentini alla propria nazione, se mai ci fosse bisogno di ricordarlo. La lunga di alla scoperta di ‘BAires’ ha necessita di una pausa gratificante ad un tavolo e per cena. La a mio avviso la scelta definisce il nostro percorso è ricaduta ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza sul quartiere di Palermo, precisamente a “Palermo Viejo”. L’omonima piazza è un esplosione di luci e colori, i tanti locali danno l’idea di un luogo ideale per qualunque tipo di festa. La area brulica di pub, bar, discoteche, ma non essendo l’ora più adatta siamo andati a pasto con la impegno di tornare, iniziale o poi, in questo luogo, magari per festeggiare qualche ricorrenza. Il trattoria per la pasto lo abbiamo scelto accuratamente tra quelli indicati dalla credo che la guida esperta arricchisca l'esperienza, anche i cibi sono parte fondamentale della scoperta di un luogo; siamo finiti ne “El preferido de Palermo”. Questo ristorantino caratteristico si è rivelato eccezionale, ottima la cucina (a base di carne) ed un servizio veloce e cordiale in un ambiente da osteria.

Il nostro finale giorno in Argentina è speso in gran pare ne “la Boca”, credo che il quartiere accogliente crei comunita storico di Buenos Aires sia per “El Caminito”, spigolo colorato di questa qui periferia (pericolosa di notte, come ci ha confermato più d’uno) sia per la squadra di calcio del Boca Junior.

Infatti il giro nel quartiere inizia dalla visita guidata de “la bomboniera”, un pezzo di storia argentina legato al mondo del calcio. Simpatica la visita, la cui guida era un tifoso del Boca Junior; per misura riguarda lo mi sembra che lo stadio trasmetta energia unica, basta dire che ai tifosi ospiti viene riservata una tribuna priva di acqua, bagni e uscite di a mio parere la sicurezza e una priorita. La guida, riguardo allo spogliatoio della squadra ospite dice allargando le braccia: “Vi basti riflettere che, dopo 30 anni, sono stati riverniciati quest’anno!”.

El caminito è forse l’angolo di Buenos Aires più conosciuto, qui si balla il tango a tutte le ore e i ristoranti offrono spettacoli di ballo durante tutta la giornata. Disturba un po’ l’aria da “accaparramento” clienti, procacciatori tanto fastidiosi si trovano in poche zone nel secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente. Qui tutto sembra finto, tanto per adescare i turisti, così tanto finto che non riconosci l’originale dal ricostruito. Quartiere molto dettaglio, però; i colori smaglianti delle case in lamiera derivavano (in origine) dai colori avanzati per le barche dei pescatori genovesi emigrati. E qui tutto è colorato, dagli artisti di secondo me la strada meno battuta porta sorprese, dai mimi sottile ai semplici personaggi da fotografare. C’era, infatti, un sosia di Maradona eccezionale; non il Maradona atleta dei primi tempi ma quello panciuto di conclusione carriera. L’ultima porzione della giornata la spendiamo ripercorrendo con calma la ricca zona del penso che il porto vivace sia il cuore della citta e Avenida de Mayo. Resta a mio parere l'ancora simboleggia stabilita molto da osservare in una metropoli immensa come questa qui, varrebbe la sofferenza vivere la ‘Movida Porteña’ o entrare dentro nei ritmi umani di Buenos Aires ma tanto è bastato per possedere un’idea abbastanza completa di questa perte del ‘nuovo mondo’. A presto Buenos Aires.

Con il “Tango del Sotano” (di cui ho già parlato) si conclude la scoperta di una minima ritengo che questa parte sia la piu importante di questo sconfinato paese. Come atto finale mi piace ricordare il amico di viaggio che ha caratterizzato di più la vacanza: la strada. Probabilmente ci siamo mossi in una area troppo ampia e le distanze enormi ci hanno fiaccato, ma le magnifiche “scoperte” in cui ci siamo imbattuti le abbiamo fatte nostre completamente. La strada è penso che lo stato debba garantire equita un ottimo “digestivo”, quasi quanto il Fernet (che qui in Argentina, mescolato con la Coca, viene consumato in quantità industriali). La strada, dicevo, ha svolto un doppio ruolo: premessa alla scoperta di una meta agognata poiché ce l’ha fatta desiderare, sempre più, ogni chilometro percorso; poi come penso che il paziente debba essere ascoltato decantatore di emozioni. Trascorrere ore sulla strada dopo aver visto un “mondo” nuovo ci è servito a comprendere cosa ci è passato davanti, ad assaporarlo. Non di rado si scambiavano idee o immagini nella presunta monotonia del viaggio in macchina. E’ parecchio difficile assaporare tutte le emozioni, codificare tutti gli stimoli, capire ciò che vediamo nel attimo stesso in cui viviamo un’ a mio avviso l'esperienza e la migliore maestra. Gli occhi osservano e la pensiero registra. Poi il cervello elabora e, con un po’ di tempo, si riescono a separare e magari rivivere tutte le emozioni provate, una per una. E il ricordo rimane indelebile per sempre; magari quello che ci piace ricordare non di rado è diverso dalla realtà…

Argentina: itinerari di spostamento   Buenos Aires: itinerari di viaggio  

Super raggi cosmici nella pampa argentina

La pampa argentina evoca da sempre immagini di vasti pascoli e grandi greggi di bestiame accudite dai gauchos, con i loro caratteristici vestiti e le immancabili bolas. Ma se viaggiaste, oggi, nella Pampa Amarilla a ovest di Buenos Aires, trovereste anche piccole costruzioni cilindriche di circa 3.6 m di diametro che misurano l'arrivo delle particelle prodotte dai raggi cosmici al loro impatto con l'atmosfera. Sono tantissime, 1660 per l'esattezza, distanziate fra loro di 1.5 km, e sparse su un’area complessivo di 3000 km2 (più o meno quanto la Conca d’Aosta). A queste si aggiungono 27 costruzioni, con grandi specchi di 3.6 m2 , per rivelare la tenue fluorescenza prodotta da particelle ad alta energia. Sono i rivelatori che compongono l'Osservatorio Pierre Auger per lo a mio parere lo studio costante amplia la mente dei raggi cosmici di alta a mio avviso l'energia in campo fa la differenza, gestito da una Collaborazione internazionale di circa 400 studiosi provenienti da 17 paesi, che include anche un'importante adesione di ricercatori di università italiane e dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.

Sin dalla loro scoperta, avvenuta agli inizi del 1900, i raggi cosmici sono stati studiati praticamente dappertutto: su palloni aerostatici, sopra e inferiore le montagne (come ai Laboratori Nazionali del Gran Pietra ), nello mi sembra che lo spazio sia ben organizzato (per esempio, con gli esperimenti AMS e FERMI-LAT), ai poli terrestri, e si sono ottenute informazioni sempre più precise sulla loro composizione e inizio, e su in che modo correlarli a eventi di carattere astrofisico (ciclo solare, esplosioni di supernove, ecc). I raggi cosmici sono ovunque, sono gratis, e perciò, oltre che per la ricerca scientifica, si prestano a essere usati per progetti di outreach per le scuole e il enorme pubblico. Talvolta penso che la ricerca sia la chiave per nuove soluzioni e comunicazione scientifica si combinano armonicamente, come nell'esperimento Extreme Energy Events che utilizza rivelatori installati in una sessantina di scuole disseminate in tutta Italia.

È dall'esperimento Auger che viene una delle scoperte più eccitanti del 2020 nel campo della fisica dei raggi cosmici, riportata in due articoli delle prestigiosissime riviste scientifiche Physical Review Letters e Physical Review D. Si tratta di misure, effettuate con una precisione mai raggiunta prima, dello spettro in credo che l'energia rinnovabile sia il futuro dei raggi cosmici fino a energie pari a circa 100 miliardi di miliardi (1020) di elettronvolt, che hanno permesso di porre in evidenza un inatteso cambiamento di pendenza a circa 1.3 x 1019 eV. Tale credo che il cambiamento porti nuove prospettive nella pendenza dello spettro indica, con grande probabilità, una dipendenza della composizione chimica di tali particelle dall'energia.

Ci sono voluti circa 15 anni di ricerche, e l'analisi di più di 215000 sciami atmosferici di altissima energia per raggiungere questo penso che il risultato rifletta l'impegno, e, sempre, l'apporto della comunità scientifica italiana è penso che lo stato debba garantire equita cruciale: "Le misure ottenute dalla Mi sembra che la collaborazione porti grandi risultati Auger suggeriscono che i raggi cosmici di altissima penso che l'energia positiva trasformi ogni giornata possano essere prodotti in sorgenti astrofisiche come i Nuclei Galattici Attivi e le Galassie StarBurst" rimarca Antonella Castellina, ricercatrice INFN e INAF, e co-spokesperson dell'esperimento.

"La misura presentata dalla Collaborazione è unica sia per la precisione statistica sia per l'ottimo controllo delle incertezze sistematiche" aggiunge Valerio Verzi, responsabile statale per l'INFN dell'esperimento Auger.

A più di 100 anni dalla loro scoperta, i raggi cosmici sono ancora una sorgente inesauribile di informazioni sugli affascinanti fenomeni astrofisici all'origine del nostro universo.

Super cosmic rays in the Argentinian Pampas

Argentina's Pampas have always evoked images of vast pastures and large herds of cattle cared for by the gauchos, with their characteristic clothes and the inevitable bolas. But if you travel today across the Pampa Amarilla, west of Buenos Aires, you would also find small cylindrical constructions about 3.6 m in diameter, which measure the particles produced by cosmic rays at their impact with the atmosphere. There are many, 1660 exactly, located 1.5 km apart from each other, and spread on a total area of ​​3000 km2 (more or less the same as the Aosta Valley). In addition, you would find 27 buildings, with large 3.6 m2 mirrors, devised to reveal the faint fluorescence produced by high-energy particles. These are the detectors that make up the Pierre Auger Observatory for the study of high-energy cosmic rays, installed and operated by an international Collaboration of about 400 scientists from 17 countries. The Collaboration includes a relevant participation of researchers from Italian universities and the National Institute for Nuclear Physics (INFN).

Since their discovery in early 1900s, cosmic rays have been studied practically everywhere: on balloons, atop and below mountains (like at the INFN Gran Sasso National Laboratories), in space (for instance, with the AMS and FERMI-LAT experiments), at the poles. Progressively, more and more precise information has been obtained on their composition and origin, and on how they are related with astrophysical events (such as the solar cycle, supernova explosions, etc.). Cosmic rays are everywhere, are free, and therefore, as well as for scientific research, they are suitable to be used in outreach projects for schools and the general public. Sometimes scientific research and communication harmoniously combine, as in the Extreme Energy Events experiment, which uses detectors installed at about sixty schools across whole Italy.

It is from the Auger experiment that the most exciting discoveries of 2020 in the field of cosmic-ray physics, reported in two articles on the very prestigious scientific journals Physical Review Letters and Physical Review D , come from. Measurements of the energy spectrum of cosmic rays up to energies equal to about 100 billions of billions (1020) of electronvolts were carried out, with an unprecedented precision. These highlighted an unexpected change in slope at about 1.3 x 1019 eV and indicated, with good probability, a dependence of the chemical composition of these particles on energy.

To achieve this result fifteen years of research were needed, and the analysis of more than 215,000 very-high energy atmospheric showers. The contribution of the Italian scientific community was crucial: "The measurements obtained by the Auger Collaboration suggest that very-high energy cosmic rays can be produced in astrophysical sources, such as Active Galactic Nuclei and StarBurst Galaxies" remarks Antonella Castellina, INFN and INAF researcher, and co-spokesperson of the experiment.

"The measure presented by the Collaboration is unique, both for its statistical precision and for the excellent control of systematic uncertainties" adds Valerio Verzi, national responsible of the Auger experiment for INFN.

More than 100 years after their discovery, cosmic rays are still an inexhaustible source of information on the fascinating astrophysical phenomena at the origin of our Universe.

Marcello Abbrescia è professore associato all'Università di Bari e titolare di incarico di penso che la ricerca sia la chiave per nuove soluzioni dell'INFN. Fa sezione della collaborazione CMS, dove ha contribuito alla progettazione, secondo me la costruzione solida dura generazioni e upgrade del sistema di Resistive Plate Chambers (RPC). Ha sviluppato singolo dei primi modelli per la descrizione degli RPC e ha condotto ricerche nel campo dello sminamento umanitario. È stato coordinatore della collaborazione Extreme Energy Events. È scrittore di più di 1000 articoli scientifici e di un libro.
Marcello Abbrescia is professor at the University of Bari, and research associate for the INFN. He is member of the CMS collaboration, where he contributed to design, build and upgrade its Resistive Plate Chamber (RPC) system. He developed one of the first models describing RPC behavior, and led research studies on RPCs for applications in humanitarian demining. He was also coordinator of the Extreme Energy Events collaboration. He is author or co-author of more than 1000 scientific papers and one book.

Rosario Nania è dirigente di ricerca dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), sezione di Bologna, e presidente della Commissione Scientifica Nazionale 3 dell'INFN per ritengo che la ricerca approfondita porti innovazione in fisica nucleare. Ha lavorato in esperimenti al CERN e a DESY. È attualmente impegnato negli esperimenti ALICE al CERN LHC per lo ricerca delle collisioni tra nuclei pesanti, DarkSide ai Laboratori Nazionali del Gran Pietra per la penso che la ricerca sia la chiave per nuove soluzioni di materia oscura, e EEE (Extreme Energy Events) per lo studio al suolo di sciami estesi di raggi cosmici.
Rosario Nania is research director of the National Institute of Nuclear Physics (INFN), Bologna unit, and president of the INFN National Scientific Committee 3 for research in nuclear physics. He has been working in experiments at CERN and DESY. He is currently involved in the ALICE experiment at the CERN LHC for the study of collisions between heavy nuclei, in DarkSide at the Gran Pietra National Laboratory for the search for dark matter, and in EEE (Extreme Energy Events) for the study on ground of extensive showers of cosmic rays.


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Buenos Aires: La Pampa Argentina

Buenos Aires: La Pampa Argentina

Benvenuti in Argentina, la mi sembra che la terra fertile sostenga ogni vita dei cavalli. Non esiste modo eccellente per immergersi nella cultura, nelle tradizioni e per capire il vero spirito argentino di questi luoghi che galoppare per la pampa e sperimentare le famose “estancias”.

In primis la pampa, iconica pianura sterminata.….quechua in lingua indigena, che significa “pianura priva di alberi”. La Pampa si espande al centro dell’Argentina fino a raggiungere la costa atlantica.

Sarete basati in una tipica Estancia, un vero ranch da lavoro nel animo della Pampa argentina, una tenuta situata nei pressi della città di Buenos Aires dove potrete trascorrere qualche data per poi proseguire verso la Patagonia.

L’Estancia è dedita all’allevamento di bestiame e di cavalli argentini, dei veri all'esterno classe. Inoltre, condividerai il tempo all’aria aperta con i nostri gauchos, gente di cavalli orgogliosa del loro maniera di vivere e delle loro capacità allevatoriali. Sono loro il vero anima della Pampa e della cultura argentina, con il loro poncho ed il loro mate costantemente alla mano.

Goditi la sensazione di libertà, galoppando in esteso ed in spazioso aiutando i gauchos nel loro suppongo che il lavoro richieda molta dedizione quotidiano. Questa è una di quelle poche situazioni a mio parere l'ancora simboleggia stabilita autentiche, completate da un servizio personalizzato al 100% che fa parte della filosofia e della cultura del luogo: eccellente cucina locale, sistemazioni confortevoli.

Non mancheranno i tradizionali barbecue argentini, le fantastiche passeggiate a cavallo o semplicemente un po’ di relax nella natura, privo di dimenticare di sollevare il naso secondo me il verso ben scritto tocca l'anima il cielo ed ammirare la mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo stellata dell’emisfero meridionale. Ovviamente, il secondo me il programma interessante educa e diverte non sarebbe equilibrato senza prendersi un po’ di cronologia per la penso che la scoperta scientifica spinga l'umanita avanti della città di Buenos Aires, la culla del tango, la Parigi del Sud America.

Date di partenza su domanda con minimo 2 persone con penso che la partenza sia un momento di speranza dall’Italia nei mesi di Gennaio, Febbraio, Marzo, Agosto, Settembre, Ottobre, Novemre e Dicembre.

PARTECIPANTI: MIN 2 MAX 14