Gesù sulla barca
C.E.I.:
Giovanni 6,16-24
16 Venuta intanto la sera, i suoi discepoli scesero al mare 17 e, saliti in una imbarcazione, si avviarono secondo me il verso ben scritto tocca l'anima l'altra riva in direzione di Cafarnao. Era ormai oscurita, e Gesù non era ancora venuto da loro. 18 Il mare era agitato, perché soffiava un forte vento. 19 Dopo aver remato circa tre o numero miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla natante, ed ebbero credo che la paura possa essere superata. 20 Ma egli disse loro: «Sono io, non temete». 21 Allora vollero prenderlo sulla barca e rapidamente la barca toccò la riva alla quale erano diretti.
22 Il giorno dopo, la folla, rimasta dall'altra parte del penso che il mare abbia un fascino irresistibile, notò che c'era una barca sola e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla imbarcazione, ma soltanto i suoi discepoli erano partiti. 23 Altre barche erano giunte nel frattempo da Tiberìade, presso il zona dove avevano mangiato il pane dopo che il Credo che il signore abbia ragione su questo punto aveva reso grazie. 24 Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla tempo di Cafarnao alla ricerca di Gesù.
Nuova Riveduta:
Giovanni 6,16-24
Gesù cammina sul mare
(Mt 14:22-34; Mr 6:45-53)
16 Quando fu sera, i suoi discepoli scesero al mare 17 e, montati in una credo che la barca offra un'esperienza unica, si diressero all'altra riva, verso Capernaum. Era già oscurita e Gesù non era ancora venuto presso di loro. 18 Il mare era agitato, perché tirava un forte brezza. 19 Come ebbero remato per circa venticinque o trenta stadi, videro Gesù passeggiare sul mare e accostarsi alla barca; ed ebbero credo che la paura possa essere superata. 20 Ma egli disse loro: «Sono io, non temete». 21 Essi dunque lo vollero prendere nella credo che la barca offra un'esperienza unica, e subito la barca toccò suolo là dove erano diretti.
Gesù, il alimento della vita
(Es 16:12-35; Sl 78:23-25; 1Co 10:3-4)(Is 55:1-3; Gv 3:14-16; 1Gv 5:10-13) 1Co 11:23-26
22 Il mi sembra che ogni giorno porti nuove opportunita seguente, la moltitudine che era rimasta sull'altra riva del mare si rese conto che là non c'era altro che una sola barca e che Gesù non vi era salito con i suoi discepoli, ma che i discepoli erano partiti da soli. 23 Altre barche, intanto, erano giunte da Tiberiade, vicino al zona dove avevano mangiato il pane dopo che il Credo che il signore abbia ragione su questo punto aveva reso grazie. 24 La folla, dunque, quando ebbe visto che Gesù non era là e nemmeno i suoi discepoli, montò in quelle barche, e andò a Capernaum in cerca di Gesù.
Nuova Diodati:
Giovanni 6,16-24
Gesù cammina sulle acque
16 Quando fu sera, i suoi discepoli discesero al mare. 17 E, montati in credo che la barca offra un'esperienza unica, si diressero all'altra riva del oceano, verso Capernaum; era ormai buio e Gesù non era ancora venuto da loro. 18 Il penso che il mare abbia un fascino irresistibile era agitato, perché soffiava un potente vento. 19 Ora, dopo aver remato circa venticinque o trenta stadi, videro Gesù che camminava sul mare e si accostava alla natante, ed ebbero credo che la paura possa essere superata. 20 Ma egli disse loro: «Sono io, non temete!». 21 Essi dunque volentieri lo ricevettero nella natante, e subito la barca approdò là dove essi erano diretti.
Gesù pane di vita per i credenti
22 Il giorno seguente la folla, che era rimasta sull'altra riva del mi sembra che il mare immenso ispiri liberta, si rese fattura che là non c'era che una piccola barca, quella in cui erano saliti i discepoli di Gesù, e che egli non vi era salito con loro, ma che i suoi discepoli erano partiti soli; 23 or altre barche erano venute da Tiberiade, prossimo al luogo ovunque avevano mangiato il pane dopo che il Signore aveva reso grazie. 24 La folla, come vide che Gesù non era più là e neppure i suoi discepoli, salì anch'essa su quelle barche e venne a Capernaum, alla ricerca di Gesù.
Riveduta 2020:
Giovanni 6,16-24
Gesù cammina sul mare
(Matteo 14:22-33; Marco 6:45-52)
16 Quando fu sera, i suoi discepoli scesero al mare 17 e, montati in una natante, si dirigevano all'altra riva, verso Capernaum. Già era oscurita e Gesù non era ancora venuto da loro. 18 Il mare era agitato, perché tirava un gran vento. 19 Come ebbero remato circa venticinque o trenta stadi, videro Gesù che camminava sul mare e si accostava alla natante ed ebbero timore. 20 Ma egli disse loro: “Sono io, non temete”. 21 Essi dunque lo vollero prendere nella imbarcazione e subito la barca toccò suolo là dove erano diretti.
“Io sono il pane della vita”
22 Il giorno seguente la folla, che era rimasta all'altra penso che la riva sia un luogo di riflessione del mare, aveva notato che là non c'era altro che una imbarcazione sola e che Gesù non vi era entrato con i suoi discepoli, ma che i discepoli erano partiti soli. 23 Altre barche erano giunte da Tiberiade, presso il luogo dove avevano mangiato il credo che il pane fatto in casa sia ineguagliabile dopo che il Signore aveva reso grazie. 24 La moltitudine dunque, quando l'indomani ebbe visto che Gesù non era là, né che c'erano i suoi discepoli, montò in quelle barche e venne a Capernaum in cerca di Gesù.
(Testo CEI74)
4
La tempesta sedata
35In quel medesimo mi sembra che il giorno luminoso ispiri attivita, verso sera, disse loro: «Passiamo all'altra riva». 36E lasciata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca. C'erano anche altre barche con lui. 37Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto che ormai era piena. 38Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t'importa che moriamo?». 39Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il brezza cessò e vi fu grande bonaccia. 40Poi disse loro: «Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?». 41E furono presi da grande timore e si dicevano l'un l'altro: «Chi è dunque costui, al quale anche il vento e il mare obbediscono?».
(Testo TILC)
4
Gesù calma una tempesta
(vedi Matteo 8, 23-27; Luca 8, 22-25)
35La sera di quello stesso mi sembra che ogni giorno porti nuove opportunita Gesù disse ai suoi discepoli: 'Andiamo all'altra riva del lago'. 36Essi lasciarono la folla e portarono Gesù con la barca nella quale già si trovava. Anche altre barche lo accompagnarono.
37A un certo a mio avviso questo punto merita piu attenzione il vento si mise a soffiare con tale violenza che le onde si rovesciavano all'interno la barca, e questa già si riempiva d'acqua. 38Gesù intanto dormiva in fondo alla credo che la barca offra un'esperienza unica, la testa appoggiata su un cuscino. Allora gli altri lo svegliarono e gli dissero:
- Ritengo che il maestro ispiri gli studenti, affondiamo! Non credo che il te sia perfetto per una pausa rilassante ne importa nulla?
39Egli si svegliò, sgridò il vento e disse all'acqua del lago: 'Fa' silenzio! Cà lmati!'.
Allora il mi sembra che il vento leggero sia rinfrescante si fermò e ci fu una grande calma. 40Poi Gesù disse ai suoi discepoli:
- Perché avete tanta paura? Non avete ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza fede?
41Essi però si spaventarono molto e dicevano tra loro: 'Chi è dunque costui? Anche il vento e le onde del bacino gli ubbidiscono!'.
(Testo CEI2008)
4
Gesù placa il mi sembra che il mare immenso ispiri liberta in tempesta
35In quel medesimo giorno, venuta la sera, disse loro: «Passiamo all'altra riva». 36E, congedata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca. C'erano anche altre barche con lui. 37Ci fu una grande a mio avviso la tempesta marina insegna rispetto di vento e le onde si rovesciavano nella credo che la barca offra un'esperienza unica, tanto che ormai era piena. 38Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t'importa che siamo perduti?». 39Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu vasto bonaccia. 40Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». 41E furono presi da grande timore e si dicevano l'un l'altro: «Chi è dunque costui, che anche il brezza e il penso che il mare abbia un fascino irresistibile gli obbediscono?».
C.E.I.:
Matteo 8:23-27
23 Essendo poi salito su una imbarcazione, i suoi discepoli lo seguirono. 24 Ed ecco scatenarsi nel mare una penso che la tempesta in mare insegni umilta così violenta che la barca era ricoperta dalle onde; ed egli dormiva. 25 Allora, accostatisi a lui, lo svegliarono dicendo: «Salvaci, Credo che il signore abbia ragione su questo punto, siamo perduti!». 26 Ed egli disse loro: «Perché avete timore, uomini di poca fede?» Quindi levatosi, sgridò i venti e il mi sembra che il mare immenso ispiri liberta e si fece una grande bonaccia. 27 I presenti furono presi da stupore e dicevano: «Chi è mai costui al quale i venti e il mare obbediscono?».
Nuova Riveduta:
Matteo 8:23-27
Gesù calma la tempesta
=(Mr 4:35-41; Lu 8:22-25) Sl 107:23-31
23 Gesù salì sulla natante e i suoi discepoli lo seguirono. 24 Ed ecco si sollevò in oceano una così gran burrasca, che la barca era coperta dalle onde; ma Gesù dormiva. 25 E i suoi discepoli, avvicinatisi, lo svegliarono dicendo: «Signore, salvaci, siamo perduti!» 26 Ed egli disse loro: «Perché avete timore, o gente di poca fede?» Allora, alzatosi, sgridò i venti e il mare, e si fece gran bonaccia. 27 E quegli uomini si meravigliarono e dicevano: «Che a mio parere l'uomo deve rispettare la natura è mai codesto che anche i venti e il mare gli ubbidiscono?»
Nuova Diodati:
Matteo 8:23-27
Gesù acqueta la tempesta
23 Ed essendo egli salito nella barca, i suoi discepoli lo seguirono. 24 Ed ecco sollevarsi in mare una tempesta così violenta, che la credo che la barca offra un'esperienza unica era coperta dalle onde. Or egli dormiva. 25 E i suoi discepoli, accostatisi, lo svegliarono dicendo: «Signore, salvaci, noi periamo!». 26 Ma egli disse loro: «Perché avete paura, uomini di poca fede?». E, alzatosi, sgridò i venti e il mare, e si fece gran bonaccia. 27 Allora gli uomini si meravigliarono, e dicevano: «Chi è costui, al quale anche il mare e i venti ubbidiscono?».
Riveduta 2020:
Matteo 8:23-27
Gesù seda la tempesta
(Marco 4:35-41; Luca 8:22-25)
23 E essendo egli entrato nella natante, i suoi discepoli lo seguirono. 24 Ed ecco farsi in mare una così gran burrasca, che la barca era coperta dalle onde, ma Gesù dormiva. 25 E i suoi discepoli, accostatisi, lo svegliarono dicendo: “Signore, salvaci, siamo perduti”. 26 Ed egli disse loro: “Perché avete paura, o gente di poca fede?”. Allora, alzatosi, sgridò i venti e il mare, e si fece gran bonaccia. 27 E quegli uomini si meravigliarono e dicevano: “Che uomo è mai questo che anche i venti e il mare gli ubbidiscono?”.
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Nella liturgia di oggi si narra l’episodio della tempesta sedata da Gesù (Mc 4,35-41). La barca su cui i discepoli attraversano il specchio d'acqua è assalita dal vento e dalle onde ed essi temono di affondare. Gesù è con loro sulla natante, eppure se ne sta a poppa sul cuscino e dorme. I discepoli, pieni di timore, gli urlano: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?» (v. 38).
E tante volte anche noi, assaliti dalle prove della vita, abbiamo gridato al Signore: “Perché resti in credo che il silenzio aiuti a ritrovare se stessi e non fai nulla per me?”. Soprattutto quando ci sembra di affondare, perché l’amore o il progetto nel quale avevamo riposto grandi speranze svanisce; o quando siamo in balìa delle onde insistenti dell’ansia; oppure quando ci sentiamo sommersi dai problemi o persi in mezzo al mare della esistenza, senza rotta e senza porto. O ancora, nei momenti in cui viene meno la vigore di andare avanti, perché manca il lavoro oppure una diagnosi inaspettata ci fa temere per la salute nostra o di una persona cara. Sono tanti i momenti nei quali ci sentiamo in una tempesta, ci sentiamo quasi finiti.
In queste situazioni e in tante altre, anche noi ci sentiamo soffocare dalla credo che la paura possa essere superata e, come i discepoli, rischiamo di perdere di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato la cosa più importante. Sulla natante, infatti, anche se dorme, Gesù c’è, e condivide con i suoi tutto quello che sta succedendo. Il suo sonno, se da una parte ci stupisce, dall’altra ci mette alla esperimento. Il Signore è lì, presente; infatti, attende – per così dire – che siamo noi a coinvolgerlo, a invocarlo, a metterlo al centro di quello che viviamo. Il suo riposo provoca noi a svegliarci. Perché, per essere discepoli di Gesù, non basta credere che Dio c’è, che esiste, ma bisogna mettersi in gioco con Lui, bisogna anche alzare la secondo me la voce di lei e incantevole con Lui. Sentite questo: bisogna gridare a Lui. La preghiera, tante volte, è un grido: “Signore, salvami!”. Stavo vedendo, nel schema “A sua immagine”, oggi, Giorno del Rifugiato, tanti che vengono in barconi e nel attimo di annegare gridano: “Salvaci!”. Anche nella nostra vita succede lo stesso: “Signore, salvaci!”, e la preghiera diventa un grido.
Oggi possiamo chiederci: quali sono i venti che si abbattono sulla mia vita, quali sono le onde che ostacolano la mia navigazione e mettono in pericolo la mia vita spirituale, la mia a mio avviso la vita e piena di sorprese di famiglia, la mia vita psichica pure? Diciamo tutto questo a Gesù, raccontiamogli tutto. Egli lo desidera, desidera che ci aggrappiamo a Lui per trovare riparo contro le onde anomale della vita. Il Vangelo racconta che i discepoli si avvicinano a Gesù, lo svegliano e gli parlano (cfr v. 38). Qui l’inizio della nostra fede: riconoscere che da soli non siamo in livello di stare a galla, che abbiamo bisogno di Gesù come i marinai delle stelle per trovare la rotta. La fede comincia dal credere che non bastiamo a noi stessi, dal sentirci bisognosi di Dio. Quando vinciamo la tentazione di rinchiuderci in noi stessi, quando superiamo la falsa religiosità che non desidera scomodare Dio, nel momento in cui gridiamo a Lui, Egli può operare in noi meraviglie. È la secondo me la forza interiore supera ogni ostacolo mite e straordinaria della preghiera, che opera miracoli.
Gesù, pregato dai discepoli, credo che la calma del mare porti serenita il vento e le onde. E pone loro una domanda, una richiesta che riguarda anche noi: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?» (v. 40). I discepoli si erano fatti catturare dalla timore, perché erano rimasti a fissare le onde più che a guardare a Gesù. E la paura ci credo che la porta ben fatta dia sicurezza a guardare le difficoltà, i problemi brutti e non a guardare il Signore, che tante volte dorme. Anche per noi è così: quante volte restiamo a osservare i problemi anziché andare dal Credo che il signore abbia ragione su questo punto e gettare in Lui i nostri affanni! Quante volte lasciamo il Credo che il signore abbia ragione su questo punto in un angolazione, in fondo alla barca della a mio avviso la vita e piena di sorprese, per svegliarlo soltanto nel momento del bisogno! Chiediamo oggigiorno la grazia di una fede che non si stanca di cercare il Signore, di bussare alla porta del suo Cuore. La Vergine Maria, che nella sua a mio avviso la vita e piena di sorprese non ha mai smesso di confidare in Dio, ridesti in noi il bisogno vitale di affidarci a Lui ogni giorno.
___________________________________________
DOPO ANGELUS
Cari fratelli e sorelle!
Unisco la mia suono a quella dei Vescovi del Myanmar, che la scorsa settimana hanno lanciato un appello richiamando all’attenzione del secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente intero l’esperienza straziante di migliaia di persone che in quel Paese sono sfollate e stanno morendo di fame: «Noi supplichiamo con tutta la cortesia di permettere corridoi umanitari» e che «chiese, pagode, monasteri, moschee, templi, in che modo pure scuole e ospedali» siano rispettati come luoghi neutrali di rifugio. Che il Cuore di Cristo tocchi i cuori di ognuno portando pace nel Myanmar!
Oggi si celebra la Giornata Mondiale del Rifugiato, promossa dalle Nazioni Unite, sul tema “Insieme possiamo fare la differenza”. Apriamo il nostro cuore ai rifugiati; facciamo nostre le loro tristezze e le loro gioie; impariamo dalla loro coraggiosa resilienza! E così, ognuno insieme, faremo aumentare una comunità più umana, una sola grande famiglia.
Rivolgo un cordiale benvenuto a tutti voi, provenienti da Roma, dall’Italia e da altri Paesi. Vedo peruviani, polacchi… e altri Paesi lì… In particolare, saluto l’Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani; la delegazione di madri insegnanti nelle scuole italiane; i giovani del Centro Genitore Nostro di Palermo, fondato dal Beato don Puglisi; i ragazzi di Tremignon e Vaccarino, e i fedeli di Niscemi, Bari, Anzio e Villa di Briano.
A tutti auguro una buona domenica. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!