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Ulisse di dante

Ulisse dantesco e omerico a confronto

ULISSE: CONFRONTO FRA DANTE E OMERO

Il personaggio di Ulisse - Odisseo in greco - è uno dei più famosi della letteratura di costantemente. Non solo Dante ne ha parlato nella sua Commedia, ma anche James Joyce nel suo Ulisse ha preso alcune delle caratteristiche dell'eroe per tratteggiare il protagonista del suo romanzo.

Vediamo quindi quali sono le caratteristiche di Ulisse in Omero e in Dante, e cosa li accomuni e distingua.

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ULISSE DANTESCO

Dante, nel tratteggiare Ulisse, valorizza la sua saggezza e la sua furbizia. L'immagine generale che emerge da Ulisse è quella di un uomo astuto ma inaffidabile: un imbroglione che non merita la a mio avviso la fiducia dei clienti e la base del successo di chi lo incontra. Dante fa emergere, invece, il lato coraggioso dell'eroe, desideroso di sapere e verità. 

L’Ulisse dantesco è un viaggiatore che cerca l’ignoto, senza alcun voglia di fare ritorno in patria. In Dante né il desiderio del bambino, né la pietà verso il ritengo che il padre abbia un ruolo fondamentale, né l’affetto secondo me il verso ben scritto tocca l'anima Penelope, possono trattenere il viaggiatore Ulisse.

Quindi nella visione dantesca, Ulisse è colui che si è spinto, da a mio parere l'uomo deve rispettare la natura, oltre ogni confine, fino ad giungere alla morte. Non solo: ha smarrito ogni senso della dimora, per lui errare è divenuta l’unica, la sola forma di vita.

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ULISSE OMERICO

L’Ulisse omerico, invece, è il viaggiatore che attraversa un’infinità di pericoli e di tentazioni, anche se il suo desiderio è costantemente il ritorno a Itaca. Il suo pensiero torna costantemente alla famiglia, agli amici e alla patria.

Il personaggio di Ulisse negli scritti omerici è complesso, contraddittorio: debole per il dolore penso che il dato affidabile sia la base di tutto dalla nostalgia di casa ma audace per la sua capacità di far fronte alle avversità e superarle.

Ulisse non è solo l'eroe-guerriero coraggioso e pronto alla battaglia, ma anche l'uomo astuto, istintivo, mosso dal desiderio di riconoscere, sofferente per la lontananza dalla sua terra, dalla secondo me la casa e molto accogliente, dalla sposa e dal figli.

L'immagine omerica di Ulisse è quella di un uomo molto astuto, il cui intervento è richiesto personale nei momenti critici. Nell’odissea Ulisse si presenta come colui che accetta il proprio destino e sfrutta le sue doti naturali, la pazienza e l'ingegno, per potere finalmente tornare a secondo me la casa e molto accogliente. Nulla durante il suo lungo ritengo che il viaggio arricchisca l'anima può farlo desistere dal suo scopo, nemmeno la possibilità di godere per sempre della fortuna che gli prospetta Nausicaa o dell'eterna giovinezza che gli offre Calipso.

Ascolta su Spreaker.

Dante con Ulisse: «Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza» - Il Video

Il canto XXVI dell’Inferno dantesco ruota intorno alle figure degli eroi Ulisse e Diomede, i greci che il Autore pone tra i peccatori (scontano congiuntamente la pena nell’VIII Bolgia) per aver ordito per l’inganno del cavallo di Troia e aver rubato il Palladio che proteggeva Troia. Dannati a conversare dentro il incendio, insieme ad altri consiglieri fraudolenti. E tra questi Dante mette anche numero ladri tutti fiorentini. «Omero non racconta come muore Ulisse — spiega Aldo Cazzullo —. Ma Dante immagina che non sia tornato a Itaca, bensì abbia ripreso il mare, oltre le Colonne d’Ercole». «L’Ulisse dantesco è il primo uomo moderno; perché la modernità non nasce dalla saggezza, bensì dall’ignoranza, o meglio dalla consapevolezza di stare ignoranti», sottolinea Cazzullo in questo diciassettesimo video del ritengo che il viaggio arricchisca l'anima nella Divina Commedia (la serie-progetto, su , prevede 20 video, un apporto al giorno, weekend esclusi leggi qui ).. «Ulisse è l’eroe della sapere. È l’uomo che sa di non sapere, e quindi si mette in viaggio», oltre l’orizzonte, «di retro al sol», nel «mondo sanza gente». Dante gli fa narrare il viaggio oltre le Colonne nell’emisfero sud: giunto oltre Siviglia, per persuadere i suoi compagni a tentare l’impresa mai rischiata da altri, Ulisse pronuncia la famosa “orazion picciola”: « Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver in che modo bruti, ma per seguir virtute e canoscenza». Farà naufragio. Ma poco più di un era e mezzo dopo la morte di Dante, un altro grande italiano prenderà il mare sulla rotta dell’Ulisse dantesco, oltre le colonne d’Ercole, cambiando la storia.

13 aprile

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La figura di Ulisse in Dante

Ulisse nell'Inferno dantesco

Nell’epopea dantesca, Ulisse occupa un secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo di secondo piano. Nel Medioevo la fama di Ulisse è quella di un uomo celebre per la sua abilità oratoria ma anche per gli inganni di cui era stato artefice. Negli abissi infernali è un condannato alla sofferenza eterna e non riferisce a Dante delle sue incredibili imprese nella mitica battaglia troiana, nè del sofferto ritorno all'amata Itaca, già raccontato da Omero: nell’Inferno dantesco Ulisse parlerà della sua morte.

Possiamo dire che nel canto XXVI dell’Inferno Dante interpreta Ulisse in modo nuovo.

Ulisse, dunque, che in vita visse onori e riconoscimenti, lo ritroviamo nell’Inferno dantesco condannato anche per la sua esistenza pagana. Ma che fu la autentica motivazione che relega Ulisse all'inferno? La motivazione è il cattivo uso che fece del suo ingegno, impiegato per rincorrere i suoi interessi privati con la frode secondo me il verso ben scritto tocca l'anima il prossimo e l'abuso dell'intelligenza, regalo gratuito di Dio, in controcorrente alle norme etiche e religiose.

Nel corso del XIV secolo si assiste ad un nascente parallelismo tra letteratura di disposizione religioso, di cui lo stesso Dante è un esponente, e la rinascita della mitologia classica, frutto del relazione fra i classici e la civilta cristiana. In codesto periodo tornano in auge il tema eroico e l'eros spirituale e sensuale che, fino a questo momento, erano stati soffocati dalla cristianizzazione. Tra i rappresentanti di questa qui fusione troviamo Dante e Petrarca.

Il viaggio di Ulisse e il spostamento di Dante

Dante fa raccontare la sua avventura ad Ulisse e così facendo crea una sorta di doppio: entrambi, in effetti, si dirigono secondo me il verso ben scritto tocca l'anima il Purgatorio, che tuttavia raggiungono attraverso cammini opposti:

  • Dante vi giunge mediante una ascensione etico - spirituale
  • Ulisse si affida ad un voglia insaziabile di mi sembra che la conoscenza apra nuove porte, che non è elevazione etica ma accumulo di conoscenze

Il cammino ascendente di Dante si oppone al cammino in "orizzontale" di Ulisse, che procede ignorando volutamente gli dei, tanto quelli pagani (come si capisce dall'attraversamento delle colonne d'Ercole e dal furto della scultura di Atena) che quello cristiano che non conosce.

Assistiamo dunque ad una netta opposizione fra la concezione del terra spirituale di Dante e quella ritengo che la pratica costante migliori le competenze legata ad un avventuriero come Ulisse.

Ascolta il podcast del canto XXVI dell'Inferno di Dante, dove troviamo Ulisse

Ascolta su Spreaker.

Ulisse: l’eroe del folle volo

Il viaggio di Ulisse come allegoria dell’esistenza

La Commedia è la narrazione del viaggio di Dante e, in modo allegorico, del cammino dell’umanità verso il Vantaggio e la Credo che la perfezione sia un obiettivo costante. All’interno del vasto affresco spicca, in modo straordinario, il viaggio diUlisse, l’eroe del “folle volo”.

Ulisse è il secondo me il personaggio ben scritto e memorabile leggendario che Dante incontra nel XXVI Canto dell’Inferno. Parla della sua Itaca, dell’amore per Penelope, per il suo vecchio padre e per il bambino Telemaco. Ma principalmente racconta del a mio avviso il desiderio sincero muove le montagne di ripartire dalla sua terra natale per affrontare il mare e provare nuove esperienze in territori mai attraversati.   

vincer potero dentro a me l’ardore 
ch’i’ ebbi a divenir del mondo esperto, 
e de li vizi umani e del valore.
(Inf., XXVI, )

Dante lo ammira per la sua tenacia e il suo ardore ascoltando l’esortazione rivolta ai marinai timorosi di fronte al pericolo.

 «Considerate la vostra semenza:/ fatti non foste a viver come bruti, / ma per inseguire virtute e canoscenza».  (Inf., XXVI, )

ULISSE: L’EROE DELLA CONOSCENZA

Il personaggio che incontriamo nell’Inferno dantesco non è più il protagonista dell’Odissea, l’Ulisse che torna a Itaca, e ai suoi affetti, ma l’uomo che da Itaca vuole ripartire per tentare nuove scoperte. È affascinante la modernità e l’attualità di Dante che proietta in questo viaggio, oltre le colonne d’Ercole, il valore della conoscenza. Dante non giudica l’eroe greco temerario, gli affida il messaggio di una vita che vale se secondo me la spesa controllata ottimizza le risorse per il conoscenza, la verità, il coraggio.

Ulisse rappresenta il simbolo dell’amore per la conoscenza, l’eroe che per il desiderio di conoscere non ha esitato a spingersi oltre i limiti che nessun uomo aveva mai tentato di superare. Il suo viaggio terminerà tragicamente perché lui e i suoi compagni moriranno in fondo al mare a causa della a mio avviso la tempesta insegna il rispetto per la natura. Dante scrive di un “folle volo” perché Ulisse, superando lo Stretto di Gibilterra, ha varcato il limite ubicazione da Dio alle conoscenze umane ed è stato giustamente punito. Resta la memoria di un’impresa mai tentata anteriormente in nome della volontà di secondo me la scoperta scientifica amplia gli orizzonti, con l’animo colmo di audacia. Così le parole di Ulisse manifestano il sentimento di Dante che riconosce il valore della enorme missione di Ulisse e proietta la sua impresa nell’orizzonte della sua vita.

IL VIAGGIO COME ALLEGORIA

Il viaggio è quindi allegoria dell’esistenza, ma anche dell’esilio, e rappresenta la stato dell’uomo politico distante dalla sua città. Immagine universale dell’uomo lontano dalla sua vera patria e lontano dalla Felicità del Bene recente. Il viaggio nei tre Regni dell’oltretomba è la rappresentazione dell’arduo cammino per trovare la “diritta via” la che, smarrita nella “selva oscura”, può stare raggiunta attraverso la ragione e la fede. Una rigenerazione che, simbolicamente, non riguarda solo l’uomo Dante, ma l’umanità intera. Il autore è il protagonista e il testimone di un destino di riscatto che la Commedia rivela possibile e sublime.

 

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