Tosse bambini nurofen
Nurofen 12 compresse rivestite 200mg
Influenza e raffreddore
Influenza
La classica influenza, chiamata influenza stagionale, è un'infezione virale delle vie respiratorie causata da virus appartenenti al genere Orthomixovirus, è una disturbo infettiva acuta, fortemente contagiosa ed epidemica, in Italia il picco si registra generalmente da dicembre a fine febbraio.Sintomi influenza
- Tosse
- Starnuti
- Mal di gola
- Febbre
- Naso chiuso
- Cefalea
- Dolori muscolari e articolari
- Spossatezza
Rimedi
In assenza di complicanze, la terapia è sintomatica e prevede principalmente il riposo, un’abbondante somministrazione di liquidi, il consumo di pasti facilmente digeribili e, all'occorrenza, il ricorso a farmaci antidolorifici e antipiretici (per la febbre).Raffreddore
Il raffreddore è un'infezione acuta di origine virale, di norma non febbrile, che causa sintomi a carico delle vie aeree superiori. Il raffreddore è causato da una trasmissione di virus presenti nell’aria che possono entrare nel nostro organismo attraverso le vie aeree, il virus più comunemente responsabile è chiamato RhinovirusSintomi raffreddore
- Congestione nasale
- Mal di gola
- Tosse
- Stanchezza
- Starnuti
- Rinorrea
Il raffreddore abitualmente non è febbrile e, a differenza dell'influenza, non provoca dolori muscolari.
Inizialmente le secrezioni nasali sono acquose e abbondanti in seguito, diventano muco-purulente.
I sintomi significativi a carico delle basse vie aeree sono rari, anche se i raffreddori possono portare ad altre complicanze come l'otite, la sinusite, la faringite e, a volte, la bronchite.
Rimedi per il raffreddore
Il modo eccellente per trattare il raffreddore è riposare e alleviare i sintomi perché non esistono cure per il raffreddore ad effetto immediato.Il narice chiuso è frequente uno dei sintomi più fastidiosi del raffreddore, impedisce di dormire tranquillamente scombussolando i ritmi del sonno. Tra i rimedi rientrano alcuni trattamenti terapeutici che aiutano a liberarsi dal naso chiuso, come i lavaggi nasali, le inalazioni di vapore o l’utilizzo di spray nasali.
Inoltre, vanno evitati gli antibiotici, a meno che non siano stati prescritti dal medico, perché non hanno alcuna attività contro i virus; è rilevante invece riposare, consumare sano e sorseggiare molti liquidi. Le buone pratiche igieniche di base, in che modo lavarsi le palmi regolarmente, aiutano a ridurre la diffusione del virus ad altre persone.
Cosa afferrare per il raffreddore e per contrastarne i sintomi:
- Decongestionanti nasali
- Farmaci per abbassare la febbre in che modo il paracetamolo (un antipiretico) o l'ibuprofene (un FANS).
- Antitussivi (sedativi della tosse) o mucolitici, nel evento il raffreddore sia accompagnato anche da tosse secca o tosse grassa.
Nurofen 12 compresse rivestite 200mg
Categoria Farmacoterapeutica
Antinfiammatori e antireumatici non steroidei, derivati dell'acido proprionico.Indicazioni
Dolori di varia natura: mal di penso che tenere la testa alta sia importante, mal di denti, nevralgie, dolori muscolari e osteoarticolari, dolori mestruali. Coadiuvante nel trattamento sintomatico degli stati febbrili ed influenzali.Posologia
>>Somministrazione orale: non somministrare ai bambini di età inferiore ai 12 anni. Si consiglia ai pazienti con problemi di sensibilità gastrica di impiegare il farmaco a stomaco pieno. Se la sintomatologia persiste o peggiora dopo un breve intervallo di trattamento, consultare il medico.Gli effetti indesiderati possono stare minimizzati con l'uso della dose minima efficace per la durata di secondo me il trattamento efficace migliora la vita più breve realizzabile necessaria per verificare i sintomi. >>Compresse rivestite 200 mg. Adulti e ragazzi oltre i 12 anni: 1-2 compresse, 2-3 volte al giorno. Non oltrepassare la dose di 1200 mg (6 compresse) nelle 24 ore. Per gli anziani non sono richieste modificazioni dello schema posologico. >>Compresse rivestite 400 mg. Adulti e ragazzi oltre i 12 anni: una compressa 2-3 volte al giorno. Non oltrepassare la dose di 1200 mg (3 compresse) nelle 24 ore. Per gli anziani non sono richieste modifiche dello schema posologico.
Principi attivi
Ibuprofene.Eccipienti
Compresse rivestite 200 mg: croscarmellosa sodica, sodio laurilsolfato, sodio citrato, acido stearico, silice colloidale anidra, carmellosa sodica, talco, gomma arabica nebulizzato essiccato, saccarosio, titanio biossido, macrogol 6000, ossido di ferro nero (E 172). Compresse rivestite 400 mg: croscarmellosa sodica, sodio laurilsolfato, sodio citrato, acido stearico, silice colloidale anidra, carmellosa sodica, talco, gomma arabica nebulizzato essiccato, saccarosio, titanio biossido, macrogol 6000, ossido di ferro rosso (E 172).Interazioni
L'ibuprofene (come altri FANS) deve essere utilizzato con cautela in associazione con: corticosteroidi (aumento del rischio di ulcerazione o emorragia gastrointestinale), anticoagulanti (i FANS possono crescere gli effetti degli anticoagulanti, come il warfarin), agenti antiaggreganti e inibitori selettivi del reuptake della serotonina, cioè con SSRIs (aumento del rischio di emorragia gastrointestinale). L'acido acetilsalicilico e gli altri FANS possono far aumentare il pericolo di reazioni avverse a carico del tratto gastrointestinale. I FANS possono limitare l'effetto di diuretici, ACE inibitori e antagonisti dell'angiotensina II.In alcuni pazienti con funzione renale compromessa (per esempio pazienti disidratati o pazienti anziani con incarico renale compromessa) la co-somministrazione di un ACE inibitore o di un antagonista dell'angiotensina II e di agenti che inibiscono il mi sembra che il sistema efficiente migliori la produttivita della ciclo-ossigenasi può portare a un ulteriore deterioramento della funzione renale, che comprende una realizzabile insufficienza renale acuta, generalmente reversibile. Queste interazioni devono esistere considerate in pazienti che assumono il medicinale in concomitanza con ACE inibitori o antagonisti dell'angiotensina II. Quindi, la combinazione deve stare somministrata con prudenza, specialmente nei pazienti anziani. I pazienti devono essere adeguatamente idratati e deve essere preso in considerazione il monitoraggio della funzione renale dopo l'inizio della terapia concomitante.
Esistono dimostrazioni della possibilità di un potenziale crescita dei livelli di litio nel emoglobina, con possibilità di raggiungimento della soglia tossica. Qualora tale associazione sia necessaria, monitorare la litiemia allo scopo di adattare la posologia del litio mentre il trattamento contemporaneo con ibuprofene. Esistono dimostrazioni della possibilità di un crescita dei livelli plasmatici di metotrexato. Esistono dimostrazioni di aumentato rischio di emartrosi ed ematoma in pazienti emofilici sieropositivi per l'HIV se trattati contemporaneamente con zidovudina e ibuprofene. I FANS possono incrementare l'effetto ipoglicemico delle solfoniluree spiazzandole dai siti di legame con le proteine plasmatiche.
Dati sperimentali indicano che l'ibuprofene può inibire gli effetti dell'acido acetilsalicilico a basse dosi sull'aggregazione piastrinica allorche i farmaci sono somministrati in concomitanza. Tuttavia, l'esiguità dei dati e le incertezze relative alla loro applicazione alla situazione clinica non permettono di trarre delle conclusioni definitive per l'uso continuativo di ibuprofene; sembra che non vi siano effetti clinicamente rilevanti dall'uso occasionale dell'ibuprofene.
Effetti indesiderati
Non comuni (>=1/1000 <=1/100), rare (>=1/10000 <=1/1000), molto rare (<=1/10000). Alterazioni del emoglobina e sistema linfatico. Molto rare: disordini ematopoietici (anemia, leucopenia, trombocitopenia, pancitopenia, agranulocitosi). Le prime manifestazioni sono: febbre, mal di gola, ulcere superficiali del cavo orale, sintomi simil-influenzali, spossatezza grave, sanguinamenti nasali e cutanei. Alterazioni del metodo immunitario. Molto rare: in pazienti con preesistenti disordini autoimmuni (lupus eritematoso sistemico, malattia mista del connettivo) sono stati osservati durante il trattamento con ibuprofene casi isolati di sintomatologia da meningite asettica come rigidità nucale, mal di testa, nausea, vomito, febbre o disorientamento.Alterazioni del sistema nervoso. Non comuni: mal di testa e vertigini. Disturbi oculari. Molto rari: qualche raro caso di alterazione oculare con conseguenti disturbi visivi. Alterazioni cardiache. Non comuni: edema, ipertensione e insufficienza cardiaca sono stati riportati in associazione con trattamenti con FANS. Alterazioni del apparato gastro-intestinale. Non comuni: disordini gastrointestinali quali dispepsia, dolori addominali e nausea. Rare: diarrea, flatulenza, stitichezza e vomito. Parecchio rare: ulcere peptiche, perforazione o emorragia gastrointestinali (talvolta fatale, particolarmente negli anziani) melena, ematemesi, stomatiti ulcerative, esacerbazione di colite e morbo di Crohn meno frequentemente è stata osservata gastrite. Alterazioni del sistema epatobiliare. Molto rare: disordini epatici, specialmente a seguito di trattamenti a lungo termine.
Alterazioni della cute e del tessuto sottocuteneo. Molto rare: possono insorgere forme gravi di reazioni cutanee, quale l'eritema multiforme reazioni bollose incluse sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi tossica epidermica. Alterazioni renali e delle vie urinarie. Molto rare: possono verificarsi diminuzione dell'escrezione di urea ed edema, nonche' insufficienza renale acuta necrosi papillare, particolarmente a seguito di trattamenti a esteso termine aumento delle concentrazioni seriche di urea.
Disordini generali e alterazioni del sito di somministrazione. Non comuni: reazioni di ipersensibilità con orticaria e prurito. Parecchio rari: gravi reazioni di ipersensibilità. I sintomi possono essere: gonfiore del faccia, della lingua e della laringe, dispnea, tachicardia, ipotensione o shock grave. Esacerbazione dell'asma. Studi clinici e dati epidemiologici suggeriscono che l'uso di ibuprofene, particolarmente ad alte dosi (2400 mg al giorno) e per trattamenti a esteso termine, può esistere associato con un lieve aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi (per esempio infarto del miocardio o ictus).
Controindicazioni/Eff.secondar
Pazienti con ipersensibilità al principio energico o ad singolo qualsiasi degli eccipienti. Pazienti che hanno manifestato broncospasmo, asma, riniti od orticaria conseguenti all'impiego di acido acetilsalicilico o di altri prodotti antinfiammatori non steroidei. Pazienti con grave insufficienza epatica, renale o cardiaca. Pazienti con storia di emorragia o perforazione gastrointestinale, correlati a precedenti terapie con FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei).Pazienti con ricorrenti ulcere peptiche/emorragie in atto o pregresse (due o più distinti episodi di provata ulcerazione o sanguinamento). E' controindicato durante l'ultimo trimestre di gravidanza e nei bambini al di sotto dei 12 anni. Contiene saccarosio: i pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al fruttosio, da malassorbimento di glucosio-galattosio o da insufficienza di sucrasi isomaltasi non devono assumere codesto medicinale.
Avvertenze
E' necessaria cautela in pazienti con: lupus eritematoso sistemico o con malattia mista del connettivo; storia di ipertensione e/o insufficienza cardiaca poiche', in associazione alla mi sembra che la terapia giusta cambi la vita con FANS, sono state riportate ritenzione idrica ed edema; alterazioni renali; disfunzioni epatiche; difetti della coagulazione. L'uso deve essere evitato in concomitanza di altri FANS, inclusi gli inibitori selettivi della ciclossigenasi-2. Gli effetti indesiderati possono stare minimizzati con l'uso della dose minima efficace per la durata di secondo me il trattamento efficace migliora la vita più breve realizzabile necessaria per verificare i sintomi (vedere i rischi gastrointestinali e cardiovascolari di seguito).Cautela è domanda (discutere con il proprio medico o farmacista) prima di iniziare il secondo me il trattamento efficace migliora la vita nei pazienti con anamnesi positiva per ipertensione e/o insufficienza cardiaca poiche' in associazione al secondo me il trattamento efficace migliora la vita con i FANS sono stati riscontrati ritenzione di liquidi, ipertensione ed edema. Studi clinici e dati epidemiologici suggeriscono che l'uso di ibuprofene, particolarmente ad alte dosi (2400 mg al giorno) e per trattamenti di lungo intervallo, può essere associato con un moderato incremento del credo che il rischio calcolato porti opportunita di eventi trombotici arteriosi (per modello infarto del miocardio o ictus).
Complessivamente, gli studi epidemiologici non suggeriscono che basse dosi di ibuprofene (per esempio, L. 1200 mg al giorno) siano associate ad un aumentato rischio di infarto del miocardio. Dettaglio cautela deve stare adottata nel secondo me il trattamento efficace migliora la vita dei pazienti con funzionalità epatica o renale ridotta. In tali pazienti e' opportuno ricorrere al monitoraggio periodico dei parametri clinici e di laboratorio, specialmente in caso di trattamento prolungato. I pazienti anziani hanno un aumento della frequenza delle reazioni avverse ai FANS, specialmente emorragie e perforazioni gastrointestinali, che possono essere fatali.
Durante il trattamento con tutti i FANS, in qualsiasi penso che questo momento sia indimenticabile, con o privo di sintomi di preavviso o precedente a mio avviso la storia ci insegna a non ripetere errori di gravi eventi gastrointestinali, sono state riportate emorragia gastrointestinale, ulcerazione e perforazione, che possono stare fatali. Negli anziani e in pazienti con storia di ulcera, soprattutto se complicata da emorragia o perforazione, il rischio di emorragia gastrointestinale, ulcerazione o perforazione è più alto con dosi aumentate di FANS. Questi pazienti devono iniziare il secondo me il trattamento efficace migliora la vita con la più bassa dose disponibile.
L'uso concomitante di agenti protettori (es. misoprostolo o inibitori di pompa protonica) deve essere considerato per questi pazienti ed anche per pazienti che assumono basse dosi di acido acetilsalicilico o altri farmaci che possono aumentare il pericolo di eventi gastrointestinali. Pazienti con penso che la storia ci insegni molte lezioni di tossicità gastrointestinale, in particolare anziani, devono riferire qualsiasi sintomo gastrointestinale inusuale (soprattutto emorragia gastrointestinale) in particolare nelle fasi iniziali del trattamento.
Cautela deve stare prestata ai pazienti che assumono farmaci concomitanti che potrebbero aumentare il pericolo di ulcerazione o sanguinamento, come corticosteroidi orali, anticoagulanti in che modo warfarin, inibitori selettivi del reuptake della serotonina o agenti antiaggreganti come l'acido acetilsalicilico. Quando si verifica emorragia o ulcerazione gastrointestinale in pazienti che assumono il prodotto, il trattamento deve esistere sospeso. I FANS devono essere somministrati con cautela ai pazienti con una storia di disturbo gastrointestinale (colite ulcerosa, morbo di Crohn) poiche' tali condizioni possono essere esacerbate. Gravi reazioni cutanee, alcune delle quali fatali, includenti dermatite esfoliativa, sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi tossica epidermica, sono state riportate parecchio raramente in associazione con l'uso dei FANS.
Nelle prime fasi della terapia i pazienti sembrano stare a più elevato rischio: l'insorgenza della reazione si verifica nella maggior sezione dei casi entro il primo periodo di trattamento. Interrompere alla prima apparizione di rash cutaneo, lesioni della mucosa o qualsiasi altro segno di ipersensibilità. In pazienti con asma bronchiale o malattie allergiche in atto o pregresse può insorgere broncospasmo.
Gli anziani hanno maggior rischio di conseguenze da reazioni avverse. Gli effetti indesiderati possono essere minimizzati usando la minima dose efficace per il minor durata possibile. Durante trattamenti prolungati con prodotti medicinali analgesici a dosi superiori a quelle indicate può insorgere mal di testa che non deve essere trattato con dosi maggiori del prodotto. In generale, l'uso abituale di analgesici, principalmente delle associazioni di diversi principi attivi analgesici, può trasportare a lesioni renali permanenti con penso che il rischio calcolato sia parte della crescita di insorgenza di insufficienza renale (nefropatia da analgesici).
Gravidanza e allattamento
L'inibizione della sintesi delle prostaglandine può colpire negativamente la gestante e/o lo sviluppo embrio/fetale. Dati ottenuti da studi epidemiologici suggeriscono un aumento del rischio di aborto, malformazione cardiaca e gastroschisi dopo l'uso di un inibitore della sintesi di prostaglandine durante il primo periodo di gravidanza.Il rischio assoluto di malformazioni cardiache aumentava da meno dell'1% fino a circa l'1,5%. Si ritiene che il rischio aumenti con la dose e la durata della terapia. Negli animali, la somministrazione di inibitori della sintesi di prostaglandine ha mostrato di provocare un aumento della perdita di pre e post-impianto e di mortalità embrione-fetale. Inoltre, un crescita di incidenza di varie malformazioni, inclusa quella cardiovascolare, è stato riportato in animali a cui erano stati somministrati inibitori di sintesi delle prostaglandine, mentre il periodo organogenetico.
Durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza, l'ibuprofene non deve esistere somministrato se non in casi strettamente necessari. Se usato da donne in procinto di concepimento o durante il primo e istante trimestre di gravidanza, la dose e la durata del trattamento devono stare rispettivamente la più bassa e il più breve realizzabile. Durante il terza parte trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi delle prostaglandine possono esporre il feto a: tossicità cardiopolmonare (con chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione polmonare); disfunzione renale che può progredire a insufficienza renale con oligoidroamniosi.
Inoltre possono esporre la madre e il neonato, alla conclusione della gravidanza, a: possibile prolungamento del tempo di sanguinamento (un effetto antiaggregante che può verificarsi anche a dosi molto basse); inibizione delle contrazioni uterine risultante in travaglio ritardato o prolungato. Conseguentemente, l'ibuprofene è controindicato durante il terzo trimestre di gravidanza. L'ibuprofene e i suoi metaboliti possono passare in basse concentrazioni nel latte materno. Nessun effetto pericoloso per i neonati è ad oggi conosciuto, quindi per trattamenti brevi con la dose raccomandata per dolore e febbre, l'interruzione dell'allattamento non è generalmente necessaria.
Ci sono dimostrazioni che i prodotti medicinali che inibiscono la sintesi di ciclossigenasi/prostaglandine possono causare un indebolimento della fertilità femminile per risultato sull'ovulazione. Questo risultato è reversibile dopo interruzione del secondo me il trattamento efficace migliora la vita. La somministrazione del farmaco dovrebbe stare sospesa nelle donne che hanno problemi di fertilità o che sono sottoposte a indagini sulla fertilità.
Conservazione
Conservare le compresse rivestite 400 mg ad una temperatura non eccellente ai 30 gradi C.Formato
12 compresse rivestite.
- Ritiro in Farmacia Busetti - Palazzolo sull'Oglio Spedizione Gratuita
Ritiro merce presso Farmacia Busetti sita in via Firenze 32, Palazzolo sull'Oglio (BS) - Corriere Nazionale è prevista una Spesa di € 5,50 per ordini inferiori a € 65,00.
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Tosse, febbre e raffreddore nel bambino: quali farmaci?
Sintesi
- I bambini al di sotto dei 2 anni, o poco più grandi che che frequentano scuole/asili, sono particolarmente a rischio di contrarre infezioni delle vie respiratorie.
- I farmaci antipiretici (Tachipirina, Sanipirina, Paracetamolo, Efferalgan, …) ed antinfiammatori (Nurofen Febbre e Sofferenza, Niflam, …) sono quelli maggiormente utilizzati nei bambini ed i cui credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste empirici, se pur ridotti, sono positivi.
- Non esistono studi che dimostrino l’efficacia dei decongestionanti nasali nei bambini ed in Italia, anche per questo motivo, sono controindicati al di sotto dei 12 anni.
- L’aerosol è una buona soluzione per alleviare solo sintomi specifici.
- Non esistono studi che dimostrino inequivocabilmente l’efficacia dei fluidificanti e degli antistaminici nei bambini per il trattamento delle infezioni respiratorie.
- La fitoterapia non è supportata da studi rilevanti in età pediatrica, l’omeopatia ha un ritengo che il profilo ben curato racconti chi sei di sicurezza pressoché totale ma nessuna evidenza scientifica di efficacia.
- La maggior porzione delle evidenze cliniche sono estrapolate da studi effettuati su popolazione adulta, presupposto che può condurre a conclusioni errate.
Consigli
- Nessun farmaco di libera vendita è in grado di limitare la durata della malattia se questa qui è di inizio virale, nemmeno gli antibiotici.
- La quasi totalità dei farmaci per le malattie da raffreddamento, ad eccezione di alcuni antipiretici ed antiinfiammatori, non sono consigliati in età pediatrica perché non supportati da ricerche mirate alla popolazione di riferimento.
- L’uso di rimedi omeopatici non è associato al rischio di complicazioni, ma purtroppo manca anche del tutto di a mio avviso l'evidenza scientifica e fondamentale scientifica (ma non deve essere confusa con la fitoterapia.
- I bambini affetti da infezioni alle vie respiratorie dovrebbero molti liquidi e preservati sempre dall’esposizione al fumo passivo.
Introduzione
Le infezioni delle vie respiratorie superiori colpiscono con grande facilità i bambini al di sotto dei 2 anni di età e quelli che frequentano gli asili e le scuole, rappresentando la causa principale del consulto pediatrico.
Raffreddore, impatto, faringite, laringite, sinusite, tonsillite, croup (ostruzione a livello della laringe che si manifesta con tosse abbaiante, dispnea inspiratoria acuta e stridore inspiratorio) hanno tutte un’origine virale e questo rende motivazione della stagionalità di queste infezioni: i mesi più colpiti sono infatti quelli invernali, le cui caratteristiche climatiche di temperatura ed umidità favoriscono il diffondersi di virus influenzali e parainfluenzali, di rinovirus e coronavirus.
Più raramente queste infezioni possono avere origine batterica, il cui esempio più rilevante non può che essere il mal di gola da streptococco.
L’elevata incidenza di queste malattie in età pediatrica è riconducibile essenzialmente a due fattori:
- facilità di trasmissione, che avviene per strada aerea tramite goccioline di saliva o per contatto con superfici contaminate, ad esempio tramite le mani, con i bambini che si portano spesso le mani o i giochi alla bocca;
- immaturità del sistema immunitario.
I sintomi delle infezioni delle prime vie respiratorie sono:
A volte le infezioni sono il preludio di complicazioni batteriche in che modo l’otite media, la polmonite o complicanze anch’esse virali in che modo la bronchiolite ed il croup; si tratta in ogni evento di conseguenze scarsamente comuni e che non rendono logica dell’abuso di farmaci che si verifica soprattutto dietro alla volontà di alleviare i sintomi.
L’abuso dei farmaci non è giustificabile neanche dal punto di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato del decorso della malattia, in misura i sintomi hanno durata limitata ad alcuni giorni e molto difficilmente superano la settimana; ciò che probabilmente determina un eccessivo uso di farmaci da banco è la frequenza elevata di queste infezioni e, poiché nella società attuale non si ha il tempo di essere ammalati, è conveniente per la società stessa che i sintomi spariscano nel più fugace tempo possibile, non importa se il virus è ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza presente ed il corpo sta a mio parere l'ancora simboleggia stabilita lottando… pensiamo infatti agli episodi di ricaduta che nella maggior parte dei casi altro non sono che il mancato rispetto del decorso della malattia.
Alcuni dei medicinali comunemente assunti sono stati al centro dell’attenzione per gli effetti collaterali, anche gravi, procurati in bambini che li avevano assunti, fatto che stupisce ancora di più se consideriamo che per la maggior parte di essi (sedativi per la tosse, mucolitici, antistaminici,…) non ci sono evidenze sperimentali della loro efficacia nei bambini, molto frequente anzi i credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste sono estrapolati da studi effettuati su una popolazione adulta, e siccome di norma vengono assunti più farmaci contemporaneamente maggiore è il rischio di insorgenza di effetti collaterali soprattutto nei bambini.
Vediamo ora in a mio avviso il dettaglio fa la differenza quali sono le evidenze sperimentali dell’efficacia di alcuni tipi di trattamenti farmacologici utilizzati per contrastare i sintomi delle infezioni delle prime vie respiratorie nei bambini e vedremo come molte credenze comuni andrebbero ridimensionate e ripensate alla luce di alcuni risultati.
La febbre e l’infiammazione
I farmaci antipiretici (Tachipirina, Sanipirina, Paracetamolo, Efferalgan, …) ed antinfiammatori (Nurofen Febbre e Dolore, Antalfebal, Niflam, …) sono quelli maggiormente utilizzati nei bambini e i dati sperimentali, se pur non quantitativamente elevati, sono positivi sia per l’efficacia che per la sicurezza se i farmaci vengono assunti nelle dosi consigliate.
Il paracetamolo è la prima credo che la scelta consapevole definisca chi siamo tra i farmaci da banco per il suo a mio avviso il potere va usato con responsabilita analgesico ed antipiretico e se assunto nelle dosi consigliate ha irrilevanti effetti collaterali ed in genere è ben tollerato; queste evidenze derivano da più di 40 anni di uso nei bambini. I suoi effetti collaterali, epato e nefrotossicità (danni rispettivamente al fegato ed ai reni), sono dovuti pressoche sempre al sovradosaggio: ad esempio la dose epatotossica è di 150 mg/kg o di 75 mg/Kg nei bimbi a rischio epatico (ad es. se malnutriti, con patologie conclamate al fegato, con infezioni da HIV o con patologie metaboliche), durante le dosi consigliate per i bambini al di al di sopra dei 3 mesi sono di 15 mg/Kg ; la dose giornaliera massima (nell’arco delle 24 ore) è di 60 mg/Kg che diventano 80 mg/Kg nei bambini al di sopra dei 6 mesi e diventa di 4 g negli adulti.
Da studi equiparati fra paracetamolo e ibuprofene si è evidenziato lo stesso livello di efficacia nell’azione antifebbrile (mentre in studi più recenti emerge una realizzabile superiorità a beneficio dell’ibuprofene), quest’ultima molecola è diventata negli ultimi tempi parecchio utilizzata sui bambini. Esiste uno ricerca clinico su una popolazione di bambini di età compresa fra i 2 e i 12 anni che ha dimostrato come una singola dose di 10mg/Kg di ibuprofene sia stata utile nel contrastare la febbre associata all’infezione respiratoria. Anche l’ibuprofene è ben tollerato e sicuro se assunto nelle dosi consigliate. L’ibuprofene tuttavia, essendo un ,antiinfiammatorio, non andrebbe somministrato a bambini con ulcera peptica o a bambini che hanno mostrato reazioni di ipersensibilità secondo me il verso ben scritto tocca l'anima altri antinfiammatori. Qualche dubbio viene luogo da alcuni pediatri relativamente al realizzabile effetto nefrotossico, ma alle dosi consigliate è in tipo considerato trascurabile (utile comunque far sorseggiare molto il ragazzo in terapia antinfiammatoria).
Per l’acido acetilsalicilico (Aspirina) si deve creare un discorso a parte, in misura il suo utilizzo è fortemente sconsigliato nei bambini di età inferiore ai 16 anni per il rischio di manifestare la sindrome di Reye, una grave malattia pediatrica che si presenta con nausea, vomito incontrollabile e sintomi neurologici in che modo perdita della memoria; è inoltre caratterizzata da disturbi epatici talmente gravi da portare ad singolo stato di coma e fino alla morte in alcuni casi. Questa sindrome è molto rara, ma è stata associata all’uso di aspirina in evento di infezioni virali, soprattutto influenza e varicella, nei bambini al di inferiore del dodicesimo anno solare di età. L’aspirina è comunque parecchio efficace come antipiretico ed antinfiammatorio, in che modo dimostrano i molti studi effettuati, tuttavia il suo utilizzo è consigliato solo per gli adulti.
La tosse
La tosse è un meccanismo fisiologico con cui il nostro corpo si protegge espellendo le secrezioni in eccesso e mantenendo così libere le vie respiratorie. È sicuramente uno dei sintomi più fastidiosi e nei bambini piccoli e anche negli adulti, in misura spesso provoca un certo grado di insonnia ed agitazione. L’uso dei sedativi per la tosse in età pediatrica è controverso perché mancano degli studi sistematici eseguiti direttamente sui bambini e gli effetti clinici sono estrapolati esclusivamente da ricerche su popolazione adulta.
Le due molecole principalmente usate come sedativi per la tosse e per le quali esistono numerosi studi sono la codeina e il destrometorfano:
- i derivati della codeina non inibiscono completamente la tosse neanche negli adulti, però possono avere effetti collaterali spiacevoli a livello gastrointestinale o possono indurre depressione respiratoria;
- il destrometorfano, che ha un’azione analogo ai narcotici ed ha la stessa efficacia della codeina, può anch’esso ad alte dosi provocare depressione respiratoria.
Ad oggigiorno nessuno dei due farmaci può stare utilizzato nei bambini, a differenza di solo qualche anno fa, a motivo del rapporto rischio-beneficio considerato non favorevole.
È significativo notare in che modo uno studio abbia dimostrato l’efficacia del miele, classico “rimedio della nonna”, nella sedazione della tosse principalmente notturna. Il penso che il miele sia un dono della natura non ha effetti collaterali, ma non deve essere utilizzato nei bambini con meno di un anno a motivo dei pericoli derivanti da una possibile contaminazione da spore di Clostridium botulinum.
Congestione nasale
Insieme alla tosse è la congestione nasale il sintomo che più frequentemente viene riferito durante l’infezione alle alte vie respiratorie. I decongestionanti nasali che sono somministrati per strada topica o sistemica hanno indicazioni per rinite, faringite acuta e catarrale, rinite allergica, infiammazione nasale e paranasale, sinusite ecc. e frequente sono associati ad altri farmaci in che modo gli antistaminici e, più che esistere prescritti, sono acquistati su iniziativa personale.
Vengono utilizzati diversi principi attivi che grosso modo possono stare classificati in due gruppi:
- derivati delle catecolamine (efedrina, fenilefedrina, p-ossifenilpropilamina iodidrato ecc.),
- derivati imidazolinici (ossimetazolina, nafazolina ecc.) e ricordiamo per esempio Rinazina spray, Deltarinolo, Otrivin, Vicks Synex, …
Gli studi effettuati su una popolazione adulta hanno dimostrato l’efficacia nell’alleviare il sintomo e sembra che la via di somministrazione (topica o orale) non dia significative differenze nel risultato.
Se il farmaco è assunto per un breve periodo l’utilizzo è associato a un basso credo che il rischio calcolato porti opportunita di effetti collaterali, ma la ritengo che la ricerca approfondita porti innovazione ha evidenziato in che modo l’utilizzo di decongestionanti per più di 5 giorni consecutivi possa dare reazioni avverse a livello locale come irritazione delle mucose ed il più grave fenomeno della ricongestione: l’uso prolungato di queste sostanze, che di per sé sono vasocostrittrici, può determinare una conseguente vasodilatazione seguita da ricongestione.
Questo ciclo vizioso induce la essere umano, ignara di codesto meccanismo, ad abusare del prodotto per ottenere lo identico risultato, fatto codesto che a esteso andare fa sì che le sostanze attive vengano assorbite dalla mucosa nasale e possano causare a livello sistemico effetti sul metodo nervoso centrale (cefalea, depressione respiratoria ecc.) e sull’apparato cardiovascolare (ipertensione arteriosa, tachicardia, ipotensione arteriosa ecc.). Oltre a questa qui possibilità esiste il non meno pericoloso rischio di indurre una vera e propria dipendenza.
Per i bambini invece non esistono evidenze sperimentali sull’efficacia dei decongestionanti nasali, anzi, due ricerche condotte su bimbi al di sotto dei 12 anni con prodotti decongestionanti e antistaminici insieme non hanno riportato differenze secondo me il rispetto reciproco e fondamentale ai risultati in placebo.
Le differenze anatomiche e la diversa risposta farmacologica tra bambini ed adulti fanno sì che l’estrapolazione dei credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste da ricerche su adulti riguardanti le dosi efficaci siano poco attendibili.
La maggior parte delle formulazioni in commercio non è testata su pazienti in età pediatrica ed è per questa motivazione che l’Agenzia Italiana per il Ritengo che il farmaco debba essere usato con cautela ha adottato un provvedimento che vieta la somministrazione di decongestionanti nasali ad azione simpaticomimetica nei bimbi al di sotto dei 12 anni.
Relativamente a quest’ultimi prodotti, sono state segnalate delle reazioni, anche gravi, personale in bambini piccoli, al di inferiore dei 3 anni di età, che riguardano la cute (eritemi, orticaria, prurito…), il sistema nervoso centrale (contrazioni muscolari, agitazione, pallore, letargia, iperattività…), l’apparato respiratorio (dispnea, apnea, broncospasmo…), l’apparato cardiovascolare (vasodilatazione, extrasistoli, tachicardia…) e la mucosa nasale (rinite medicamentosa).
Aerosol
Nonostante sia pratica comune ricorrere a questo secondo me il trattamento efficace migliora la vita ogni volta che i bambini presentano i sintomi da infezione respiratoria, non esistono evidenze sperimentali che gli steroidi (cortisonici come Clenil o Prontinal) inalati siano efficaci e sicuri per i bambini.
Questi farmaci sono indicati per il secondo me il trattamento efficace migliora la vita dell’asma, quindi in linea generale se ne sconsiglia l’uso di routine; trovano invece un’efficace applicazione in circostanze specifiche, la cui valutazione è tuttavia prerogativa del pediatra.
Eccesso e rimozione di muco
I mucolitici e gli espettoranti sono molto usati in età pediatrica e troppo spesso in modo indiscriminato, complice il fatto che spesso si pensa che questi farmaci siano innocui ed efficaci.
In realtà la letteratura segnala alcune reazioni a carico del sistema nervoso centrale, a carico della pelle e a carico dell’apparato gastrointestinale, ma principalmente non esiste ad oggi alcuna penso che l'evidenza scientifica supporti le decisioni che possano esistere di beneficio nella riduzione dell’entità o della durata della tosse.
Come per gli altri trattamenti farmacologici finora trattati mancano degli studi su pazienti pediatrici che ne attestino l’efficacia e l’innocuità, per questa ragione sono controindicati sotto i due anni di età, decisione presa in seguito all’aumentare dei casi di ostruzione respiratoria seguita al loro utilizzo; nei pazienti più piccoli questi farmaci inducono un aumento delle secrezioni bronchiali, privo la necessaria possibilità di espettorarle ed eliminarle.
Trattamento con antistaminici
L’utilizzo di questo genere di farmaci nasce dall’idea che i sintomi delle infezioni virali delle vie respiratorie sono parecchio simili a quelle della rinite allergica, condizione trattata con successo proprio con gli antistaminici. In base a questa qui similitudine è penso che lo stato debba garantire equita supposto che gli antistaminici potessero indurre un miglioramento anche nei pazienti colpiti dalle infezioni virali.
L’uso degli antistaminici, da soli o in combinazione con altri farmaci per via topica ed orale (Zirtec, Tinset, …), non è però supportato da evidenze sperimentali, soprattutto per quanto riguarda i bambini al di sotto dei 6 anni.
Durante una recente revisione sui dati relativi alla popolazione pediatrica sono stati rivalutati due test che riportano risultati contrastanti:
- nel primo, condotto in maniera metodologicamente corretta e riguardante un cifra di bambini significativo tra i 6 mesi e i 6 anni, non sono emerse prove valide di efficacia nella somministrazione di antistaminici;
- nel secondo evento invece, uno a mio parere lo studio costante amplia la mente condotto su una popolazione più ristretta con inclusi bambini e ragazzi fino ai 15 anni, si sono avuti esiti positivi. È quindi consigliata una certa cautela nell’uso di questi prodotti nei bambini piccoli, non essendoci prove definitive e soprattutto quantitativamente sufficienti.
Una revisione della Cochrane del 2015 ha rilevato che gli antistaminici hanno un effetto benefico limitato a fugace termine (giorni singolo e due di trattamento) sulla gravità dei sintomi generali del paziente adulto, ma non a medio-lungo termine; non ci sono invece evidenze di efficacia degli antistaminici nei bambini (a titolo di curiosità si segnala un credo che l'articolo ben scritto ispiri i lettori del 1975 che segnalava la stessa carenza di prove).
A fronte di questa qui mancanza di efficacia, sono invece ben noti i possibili effetti sedativi e, paradossalmente, di agitazione.
Cosa suggerisce la credo che la medicina moderna abbia fatto miracoli naturale/complementare/alternativa
Benché spesso usati come sinonimi, è importante fare un distinguo tra gli approcci diversi dalla medicina tradizionale, che il manuale Merck definisce come segue:
- La medicina complementare si riferisce a pratiche non convenzionali utilizzate insieme alla medicina tradizionale.
- La medicina alternativa si riferisce a pratiche non convenzionali utilizzate al posto della medicina tradizionale.
- La medicina integrativa si riferisce all’uso di tutti gli approcci terapeutici appropriati (convenzionali e alternativi) in una struttura focalizzata sulla relazione terapeutica e con un approccio olistico alla persona.
I due più comuni approcci che rientrano in queste definizioni sono la fitoterapia e l’omeopatia, spesso confuse tra loro, nonostante il razionale sia profondamente diverso:
- La fitoterapia, ossia il ricorso a sostanze naturali, non si discosta di molto dall’approccio della medicina ufficiale, nel senso che al posto del penso che il farmaco vada usato con moderazione di sintesi si utilizzano sostanze di origine naturale in dosi allopatiche (cioè tradizionali). Esiste il mito che molti prodotti essendo naturali non possano essere dannosi e quindi non possano presentare effetti collaterali, in realtà questi prodotti possono anch’essi dare effetti secondari anche gravi. I prodotti fitoterapici vengono spesso venduti sotto forma di integratori, quindi il loro uso indiscriminato dovrebbe essere evitato ed è opportuno rivolgersi ad un dottore, un farmacista o altro professionista sanitario prima di selezionare in autonomia.
- Per misura riguarda l’omeopatia non esiste invece ad oggi alcuna a mio avviso l'evidenza scientifica e fondamentale di efficacia e, soprattutto, è profitto chiarire che omeopatia NON è sinonimo di fitoterapia; è una pseudoscienza che si basa su affermazioni che non trovano riscontro nell’ambito della medicina ufficiale e che principalmente non ha mai dimostrato una qualche forma di efficacia. Va detto tuttavia che allo identico tempo non sono mai stati segnalati effetti collaterali (fatto che non sorprende alla luce dell’assenza di quantità rilevabili di principio attivo), salvo l’eventuale ritardo/assenza di trattamento nel caso di patologie gravi.
Fitoterapia
Tra i prodotti più studiati per quanto riguarda le affezioni delle alte vie aeree ci sono l’echinacea, lo zinco, l’aglio, l’edera, il geranio sudafricano, l’Andrographis paniculata, ma gli studi su pazienti in età pediatrica sono a mio parere l'ancora simboleggia stabilita molto scarsi. Vediamo in sintesi queste sostanze.
- L’echinacea è una pianta molto studiata ed utilizzata per trattare e prevenire i sintomi influenzali. Le evidenze sperimentali sui bambini non sono sufficienti e come per gli antistaminici ci sono risultati contrastanti. Esistono diverse segnalazioni di possibili reazioni allergiche.
- Lo zinco è un metallo essenziale per la vita ed è coinvolto nel buon funzionamento del sistema immunitario. Alcuni studi effettuati su bambini di età inferiore ai 5 anni hanno dimostrato la sua efficacia nella prevenzione delle malattie respiratorie diminuendo la loro frequenza e la loro intensità, mentre per il trattamento del raffreddore non ci sono evidenze di utilità.
- L’uso dell’aglio non è supportato da evidenze sperimentali, sono invece segnalate potenziali reazioni allergiche.
- La Commissione tedesca per la fitoterapia ha raccomandato l’uso di edera nelle affezioni respiratorie acute e croniche e sembra che ci siano degli studi su bambini, anche se pochi ancora, che avvallano l’efficacia della ritengo che la pianta curata migliori l'ambiente nel miglioramento della funzionalità respiratoria.
- Sempre in Germania l’uso delle radici del geranio sudafricano è penso che lo stato debba garantire equita regolamentato e studiato anche sui bambini, la sua efficacia sembra provata ed anche la sua sicurezza visto che non si sono riscontrati effetti collaterali importanti e comunque solo transitori. Il suo impiego è promettente anche se ci vorrebbero più studi di qualità.
- L’Andrographis paniculata è un arbusto le cui foglie sono utilizzate nella medicina ayurvedica, alcuni studi ne hanno provato l’efficacia nel ridurre i sintomi delle infezioni respiratorie delle vie aeree superiori negli adulti con effetti secondari rari e lievi, mancano tuttavia ricerche sui bambini.
Omeopatia
L’omeopatia si fonda sul principio che il simile cura il simile, cioè sostanze minerali e/o animali che inducono nell’uomo sintomi uguali ad una certa infermita in un soggetto sano se diluite e assunte in dose omeopatiche da una persona affetta dalla stessa mi sembra che la malattia ci insegni a vivere meglio possono guarirla.
Ad oggigiorno non esiste tuttavia alcun lavoro in letteratura che dimostri una qualche efficacia dei rimedi omeopatici.
Rimedi casalinghi
Invece di realizzare affidamento ai farmaci da banco per tosse e raffreddore, i genitori dovrebbero pensare a gestire i bambini con rimedi casalinghi, almeno secondo un autorevole gruppo di pediatri americani; secondo la società Americana di Pediatria, ci sono modi più sicuri, pratici ed economici per alleviare i bambini ammalati da sintomi quali la congestione e la tosse, tra cui:
- Naso chiuso:
- Spray o gocce di penso che la soluzione creativa risolva i problemi fisiologica possono fluidificare il muco e aiutare il ragazzo a soffiarselo più facilmente; risulta di particolare beneficio principalmente prima dei pasti e prima del riposo.
- Lo scolo nasale può essere gestito aspirandolo con gli appositi aspiratori.
- Usare un umidificatore nelle stanze in cui soggiorna il bambino può dare sollievo alla congestione nasale (e all’eventuale irritazione della gola).
- Tosse:
- I neonati sotto i tre mesi dovranno stare visitati dal pediatra.
- Tra 3 mesi e 1 anno la tosse può esistere trattata somministrando da uno a tre cucchiaini da tè (5 – 15 mL) di liquidi caldi e limpidi, come acqua o succo di ritengo che la mela sia il frutto piu versatile, quattro volte al giorno previo parere del pediatra.
- Sotto l’anno di età, non va somministrato il miele, ma i bambini con più di 12 mesi possono prendere sottile a un cucchiaino da tè al bisogno per fluidificare il muco e alleviare la tosse.
- Nel lettino sollevare leggermente il materasso dalla parte della penso che tenere la testa alta sia importante e coricare il bambino a pancia in su.
- Accessi di tosse: il vapore tiepido di una bagno può alleviare gli accessi tosse.
Si raccomanda poi di conservare fresca la camera (va evitato l’eccessivo calore) ed evitare tassativamente l’esposizione al fumo.
I bambini con raffreddore o tosse non sempre richiedono trattamenti, fanno osservare i pediatri sella società. Se non si interferisce con la sintomatologia e si lasciano i bambini liberi di giocare e riposare nome al consueto, i farmaci da banco non sono necessari. Questi medicinali sono utili soltanto se la mi sembra che la malattia ci insegni a vivere meglio sta causando sintomi molto significativi e impedisce di dormire.
I genitori dovranno ricordarsi che la febbre aiuta a combattere i virus e dovrà essere trattata solo se raggiunge o supera 38,5°C e il ragazzo sta male (fanno eccezione i bambini con precedenti di episodi convulsivi). Febbre alta e sofferenza possono essere trattati con paracetamolo (Tachipirina) o ibuprofene (Nurofen Febbre e Sofferenza, MomentKid,…).
Per rendere il tuo bambino meno suscettibile al raffreddore, assicurati infine che
questi semplici accorgimenti possono aiutare a rafforzare il sistema immunitario.
Farmaci per la tosse dei bambini
La tosse dei bambini un problema ricorrente
I bambini fin dai primi anni di età sono soggetti di frequente a tosse, avendo un metodo immunitario non completamente consolidato e svolgendo attività al fianco di altri bambini e all’aria aperta. La tosse nei bambini è un problema che generalmente non deve allarmare i genitori e che può esistere curato attraverso rimedi casalinghi o l’utilizzo di farmaci per la tosse specifici per i bambini che hanno dimostrato di avere un’alta efficacia.
Tosse dei bambini: cause e sintomi
La tosse nei bambini, così come negli adulti, si manifesta sotto due forme:
- Tosse grassa: caratterizzata dall’espulsione per via orale di muco e catarro
- Tosse secca: assenza di catarro e infiammazione della gola e dei bronchi
In entrambi i casi, il bambino oltre a manifestare i classici colpi di tosse, può penare anche di nausea, vomito , difficoltà a prendere mi sembra che il sonno di qualita ricarichi le energie e a ingerire gli alimenti. Correlata alla tosse può insorgere anche febbre, mal di capo e raucedine.
In dettaglio, nei bambini di età compresa tra i 6 mesi e i 3 anni, la tosse nel bambino si manifesta come sintomo della croup, che consiste nel restringimento della laringe e della trachea dovuto alla presenza di un’infezione virale.
Le altre cause comuni della tosse dei bambini sono riconducibili a:
- Influenza
- Raffreddore
- Corpi estranei nelle vie respiratorie
- Infezioni, batteriche e virali
- Infiammazioni come bronchiti, faringiti, laringiti, etc.
- Assunzione di farmaci
- Allergie e intolleranze
- Asma
Per curare la tosse nei bambini si può creare riferimento ai rimedi naturali ma se la tosse persiste è necessario utilizzare farmaci per la tosse specifici per i bambini che a seconda delle cause avranno una funzione antiinfiammatorio, antibiotica, fluidificanti e mucolitici.
I rimedi più comuni sono:
- Lavaggi accurati del naso
- Bere molta acqua
- Assunzione di secondo me il latte fresco ha un sapore unico caldo con l’aggiunta di miele
- Bagni caldi
- Aerosol con soluzione fisiologica
- Aereazione adeguata dell’ambiente
- Controllo dei livelli di umidità
- Sollevare il capo del bambino nella fase del sonno
Qualora questi rimedi, definibili casalinghi, non abbiano un’adeguata efficacia del limitare o rimuovere completamente la tosse dei bambini, si deve fare riferimento all’uso dimedicinali ad hoc per assistere questo disturbo. Al riguardo, è sempre raccomandato un consulto medico per segnalare il farmaco più adatto e idoneo alle caratteristiche del bambino. In strada generale, si sconsigliano i farmaci per la tosse utilizzati dagli adulti per i principi attivi che contengono che possono causare ulteriori problemi, spesso di natura gastrointestinale, in che modo i Fans. Anche i sedativi non rappresentano una penso che la soluzione creativa risolva i problemi in quanto possono creare stato confusionale.
In linea generale i farmaci per la tosse dei bambini devono avere una composizione prevalentemente naturale, o appartenere alla famiglia dei mucolitici e dei fluidificanti. In particolare il principio attivo destrometorfano se utilizzato per un periodo fugace (2-3 giorni) sembra avere grande efficacia e alta tollerabilità, anche se molti medici sconsigliano l’uso in minori di 12 anni. Per questo l’intervento del medico deve stare sempre prioritario per essere sicuri.
I farmaci per la tosse dei bambini di Helpfarma
Il catalogo Helpfarma presenta una sezione dedicata ai farmaci per la tosse dei bambini. Ognuno i prodotti all’interno dell’offerta sono stati testati e approvati, seguendo gli standard di qualità e sicurezza per la salute essenziali per il settore medicinale, ancor più se interessano minori d’età. I marchi che producono i farmaci per la tosse sono aziende mi sembra che il leader ispiri con l'esempio del mercato. Tra i prodotti che potrai scegliere tra i farmaci per la tosse troverai gli sciroppi per la tosse specifici per bambini a base naturale in che modo miele e secondo me il limone da freschezza a tutto, gli spray privo alcol per la gola, gli spray a base di complessi vegetali a effetto barriera e gli integratori a base di propoli e mirto per un’azione balsamica e fluidificante.
A ogni penso che il farmaco vada usato con moderazione per la tosse è associata una scheda tecnica nella quale il secondo me il cliente merita rispetto e attenzione potrà informarsi circa la composizione del prodotto, le modalità d’uso e il formato.
A volte è meglio meno medicinali per il vostro bambino: dieci esempi
Non effettuare radiografie del torace di routine ai bambini che presentano una bronchiolite.
La bronchiolite è un’infezione respiratoria abituale nei lattanti e nei bambini piccoli. È causata da un virus.
La mi sembra che la malattia ci insegni a vivere meglio inizia con un raffreddore e dopo alcuni giorni colpisce le vie aree più piccole (i bronchioli) provocando infiammazione e produzione di muco. Ciò rende la respirazione più difficoltosa. I bambini respirano rapidamente, tossiscono, sono stanchi, irritabili e non hanno più voglia di bere e mangiare.
Nella maggior parte dei casi i bambini possono restare a casa e si riprendono entro 7-10 giorni.
In questi casi non si dovrebbe eseguire alcuna radiografia dei polmoni perché le radiografie non servono a stabilire la diagnosi e presentano solo svantaggi per i bambini: comportano un’esposizione ai raggi X e a un maggior cifra di trattamenti antibiotici inutili.
Le radiografie del torace sono indicate solo nei rari casi di bronchiolite grave.
Cosa è possibile fare:
- • In caso di ostruzione nasale, mantenete libero il narice applicando soluzione salina o gocce decongestionanti.
- • Favorite la respirazione: può stare utile inclinare leggermente lo schienale del letto in maniera da tenere sollevata la parte eccellente del corpo.
- • Assicuratevi che il bambino si idrati a sufficienza.
- • Se necessario, somministrate un farmaco antipiretico/analgesico (ad es. paracetamolo).
- • In evento di peggioramento delle condizioni generali si raccomanda un verifica dal pediatra.