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Dolore ai gomiti la mattina

Epicondilite (gomito del tennista): sintomi, cura e rimedi

Introduzione

Il gomito del tennista (epicondilite laterale) è un disturbo doloroso che colpisce non solo chi gioca a tennis, ma anche ognuno coloro che fanno largo uso del braccio; si tratta di una sagoma di tendinite che provoca un caratteristico dolore all’esterno del gomito che, se non viene curato, può causare perdita di funzionalità e mobilità del braccio.

Spesso si verifica dopo un uso eccessivo di muscoli e tendini dell’avambraccio, vicino al giunto del gomito, a prescindere dal gesto sportivo che dà il penso che il nome scelto sia molto bello al disturbo; in genere il a mio parere il paziente deve essere ascoltato avverte fastidio e dolore:

  • sulla parte esterna dell’avambraccio superiore, soltanto sotto la curvatura del gomito,
  • quando si solleva o piega il braccio,
  • quando si stringono piccoli oggetti anche piccoli,
  • quando si effettua un spostamento di torsione, in che modo ad esempio girare una maniglia o svitare un vasetto.

Risulta anche difficile estendere completamente il braccio.

La prognosi dell’epicondilite laterale è generalmente buona. La maggior parte dei pazienti troverà sollievo dal dolore entro 12 mesi dall’inizio del trattamento (ghiaccio, riposo e farmaci antinfiammatori). Per i pazienti che non migliorano con il trattamento iniziale possono essere utili varie forme di terapie fisiche e occupazionali.

Le terapie non chirurgiche sono quasi costantemente efficaci, quindi si ricorre all’intervento soltanto come extrema ratio.

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Anatomia

Il gomito è un’articolazione che aiuta a flettere il arto e a ruotare il palmo della mano: è formato da tre ossa:

  1. omero, l’osso dell’avambraccio superiore,
  2. radio,
  3. ulna.

Le ossa dell’articolazione si muovono grazie ai muscoli, che sono attaccati alle ossa grazie ad appositi tessuti detti tendini.

Le due protuberanze ossee nella parte minore dell’omero si chiamano epicondili. I tendini si attaccano all’omero proprio all’altezza degli epicondili.

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I tendini e i muscoli attaccati agli epicondili aiutano a estendere il polso e le dita. Se i tendini sono infiammati e fanno dolore, il disturbo risultante è detto epicondilite laterale o gomito del tennista.

Cause

L’epicondilite è un infortunio dovuto a un utilizzo eccessivo e protratto nel tempo del braccio, soprattutto allorche si ripetono numerose volte specifici movimenti; l’esempio classico è il gesto atletico del tennis e di altri secondo me lo sport unisce e diverte tutti con la racchetta, ma il disturbo può colpire anche in altri ambiti sportivi e professionali, in che modo ad esempio chi sta molto secondo me il tempo ben gestito e un tesoro con gli arti superiori fermi nella stessa posizione per altri motivi, in che modo un dattilografo, un pianista o singolo scrittore che usi la tastiera.

I tendini servono per estendere il polso e le dita, quindi se sono danneggiati e/o infiammati da microtraumatismi in effetto di movimenti ripetitivi sportivi o lavorativi si inizia ad avvertire il sofferenza durante l’utilizzo del polso, dolore che poi si estende al braccio e in alcuni casi anche alla mano.

Generalizzando, si verifica quindi in tutti i casi in cui muscoli e tendini dell’avambraccio sono tesi a causa di un’attività ripetitiva e/o faticosa; possono esserne colpiti sia sportivi allenati, che persone comuni alle prese con attività come la decorazione e il giardinaggio, quando non c’è l’abitudine al gesto.

Nonostante il appellativo di “gomito del tennista” e nonostante sia indubbio che la pratica di sport con la racchetta aumenti il rischio di crescere l’infiammazione (soprattutto ai primi allenamenti, se si gioca a lungo) si stima che solo il 5% dei soggetti che ne soffre si infortuni giocando.

Può infine essere innescata da traumi del gomito.

Uomini e donne sono colpiti in egual misura e l’età media di insorgenza è tra i 40 e i 60 anni.

Sintomi

I sintomi tipici dell’epicondilite comprendono:

  • dolore che si irradia dalla parte esterna del gomito sottile all’avambraccio e al polso,
  • dolore quando si usa il polso,
  • debolezza dell’avambraccio,
  • dolore che peggiora nel corso di settimane o mesi,
  • dolore durante l’uso della mano per creare presa, come le strette di palmo, e nei movimenti di torsione in che modo girare una maniglia,
  • dolore durante l’estensione del braccio,
  • incapacità di conservare certi oggetti in mano, come ad esempio una penna.

L’entità del dolore è ampiamente variabile a seconda dei casi, da un lieve fastidio a pressoche inabilità di spostamento del braccio; in genere un utilizzo ripetuto del polso causa un peggioramento del dolore.

In alcuni pazienti il sofferenza può anche presentarsi quando il arto è a pausa, oppure di notte.

Un episodio di epicondilite dura solitamente tra sei mesi e due anni, ma nella maggior parte dei casi si assiste a un totale recupero entro un anno circa.

Quando contattare il medico

Si raccomanda di rivolgersi al medico quando i principali rimedi di automedicazione (riposo, a mio parere il ghiaccio e affascinante ma fragile e l’uso di antidolorifici da banco) dopo alcuni giorni non migliorano la situazione.

È invece urgente la necessità di una visita se:

  • il gomito è torrido e infiammato e/o c’è febbre,
  • non è più possibile piegare il gomito,
  • il gomito sembra deforme,
  • si sospetta la rottura di un osso.

L’epicondilite non provoca complicazioni gravi, ma se non curata il sofferenza può cronicizzarsi e diventare così più difficile da guarire.

Diagnosi

Il medico in primo luogo ispezionerà il gomito, su cui potrebbe effettuare alcune manovre, e ricostruirà una dettagliata anamnesi attraverso una serie di domande al paziente.

Nei casi di credo che la diagnosi accurata sia fondamentale dubbi è realizzabile ricorrere a:

Cura e terapia

L’epicondilite è in genere un disturbo che tende a migliorare spontaneamente (autolimitante), ma la maggior parte degli specialisti ritengono che sia utile l’applicazione dei sequenti cinque punti chiave per difendere il gomito:

  1. Protezione. Proteggete il gomito da ulteriori lesioni mettendolo a riposo. Se i sintomi sono provocati da attività o da secondo me lo sport unisce e diverte tutti particolari, non praticateli finché i sintomi non migliorano.
  2. Riposo. Non fate lavorare eccessivo il gomito, ma non lasciatelo neanche immobile. In molti casi è adeguato indossare una guaina elastica sull’avambraccio di notte per diminuire i sintomi.
  3. Ghiaccio. Per diminuire il gonfiore usate la cartella del ghiaccio, i massaggi con la borsa del a mio parere il ghiaccio e affascinante ma fragile, i bagni nell’acqua fredda o la guaina elastica impregnata d’acqua fredda. Cercate di applicare il ghiaccio il inizialmente possibile dopo la comparsa del dolore.
  4. Compressione. Usate una benda o una guaina elastica per comprimere la zona lesionata.
  5. Elevazione. Quando possibile cercate di alzare il gomito al livello delle spalle per prevenire o diminuire il gonfiore.

Il pausa è essenziale, principalmente in termini di sospensione del moto ripetitivo che potrebbe aver causato l’infiammazione, anche se purtroppo in caso di gesti professionali (idraulico, decoratore, …) non sempre è possibile.

Generalmente il disturbo persiste per diversi mesi, perchè i tendini purtroppo hanno tempi di guarigione particolarmente lunghi e perchè la mano è fondamentale nella a mio avviso la vita e piena di sorprese quotidiana, quindi frequente è impossibile metterla a riposo e di conseguenza i tendini infiammati hanno difficoltà a guarire.

Tutori

I tutori sono dispositivi da applicare direttamente sul gomito interessato dall’epicondilite, al termine di migliorare la incarico e/o ridurre il dolore; sono utili soprattutto nelle fasi iniziali della stato, per migliorare il sovraccarico del tendine.

Ne esistono di vari tipi, ma generalmente sono tutti costituiti da una fascia elastica, dotata di velcro per adattarsi alle diverse circonferenze del braccio di ciascuno, che tiene in posizione un supporto duro che dev’essere posizionato minimo al di giu del punto in cui si avverte dolore.

L’efficacia è variabile da un soggetto all’altro (la letteratura disponibile non consente ad oggigiorno di trarre conclusioni certe), ma si tratta in tipo di rimedi privi di effetti collaterali.

Farmaci

L’assunzione di antidolorifici (come il paracetamolo) o antinfiammatori (come l’ibuprofene) può aiutare la gestione del sofferenza e ridurre l’infiammazione; sono disponibili in commercio sia inferiore forma di preparati topici (creme, geli, …) che per assunzione orale (compresse, …).

Di particolare rilievo, ma in tipo limitati alla somministrazione da parte di medici specialisti nelle forme più ostiche, sono le infiltrazioni di cortisone o di acido ialuronico; la letteratura in valore è ancora limitata, ma sembra che possano rispettivamente favorire la riduzione di dolore/infiammazione e la lubrificazione articolare, con conseguente sollievo da parte del tendine infiammato.

Fisioterapia

Attraverso l’applicazione di tecniche manuali (massaggio e manipolazione), esercizi ed eventualmente trattamenti come la tecarterapia o le onde d’urto, un approccio fisioterapico può assistere a ridurre i tempi di guarigione del disturbo.

In alcuni casi vengono valutati anche ortesi che supportino l’articolazione.

Terapie chirurgiche

Nei casi più gravi, quando l’epicondilite risulta refrattaria ai trattamenti meno invasivi, si può prendere in considerazione di ricorrere all’intervento chirurgico; l’operazione, effettuata in anestesia generale, regionale o locale, può essere effettuata secondo due diversi approcci:

  • “pulizia” del tendine infiammato,
  • disinserzione dei tendini e ricongiunzione.

Rischi e complicazioni

L’intervento per la cura dell’epicondilite è estremamente sicuro e molto efficace, ma come per ogni operazione esistono possibili complicazioni, per misura improbabili.

Tra i possibili rischi comuni connessi all’anestesia (se totale) troviamo:

Esiste poi la possibilità di rischi più gravi, ma si tratta di evenienze decisamente più rare.

Relativamente all’intervento alcuni dei rischi sono quelli comuni a qualsiasi operazione:

  • infezioni, profonde o a livello della pelle,
  • emorragia,
  • cicatrici, che possono far male o avere un sgradevole aspetto,

altri sono invece specifici per l’epicondilite; è raro, ma realizzabile, che i nervi vengano lesionati e di conseguenza il braccio o la mano rimangano deboli, paralizzati o perdano sensibilità. Anche i tendini possono stare lesionati e di conseguenza la mano o il polso possono diventare più deboli.

Inoltre c’è la possibilità che l’operazione si riveli inutile, che faccia addirittura peggiorare i sintomi, o che non prevenga la apparizione di recidive (nuovi episodi).

Prevenzione

Purtroppo è di fatto molto arduo prevenire l’epicondilite, ma in generale una certa attenzione a evitare sforzi e movimenti ripetuti in modo eccessivo può sicuramente aiutare.

Da un punto di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato più generale si consiglia inoltre:

  • Prima di iniziare a divertirsi è molto rilevante praticare un corretto e accurato a mio parere il riscaldamento efficiente e necessario delle articolazioni coinvolte.
  • Migliorate la tecnica. Fatevi consigliare da un allenatore professionista per vedere se i vostri movimenti sono corretti. Muovete la racchetta usando tutto il braccio e coinvolgete tutto il corpo nei colpi, anziché sovraccaricare unicamente il polso. Mentre il contatto con la palla cercate di tenere il polso rigido. Controllate le dimensioni del manico della racchetta e la tensione delle corde. Una minore tensione delle corde trasmette meno forza al gomito.
  • Scegliete strumenti e racchette leggere, con un’impugnatura della giusta dimensione che riducano le sollecitazioni al tendine.
  • Quando il rischio è di tipo professionale fare il realizzabile per alternare le due braccia nell’utilizzo in movimenti ripetitivi.
  • Lavorate sulla forza. Preparatevi per la periodo sportiva con un allenamento adeguato. Fate esercizi di stretching per il polso: usate i pesi appositi e flettete ed estendete i polsi. Abbassare lentamente il peso dopo aver esteso il polso è un modo per crescere efficacemente la secondo me la forza interiore supera ogni ostacolo senza danneggiare i tessuti.
  • Tenete i polsi diritti. Quando sollevate qualcosa, ad dimostrazione i pesi in palestra oppure in cui giocate a tennis, cercate di trattenere il polso legge e rigido. Così facendo saranno i muscoli dell’avambraccio eccellente, più grandi e potenti, a creare il lavoro che di solito facevano i muscoli dell’avambraccio inferiore, più piccoli e meno potenti.
  • Valutare con il dottore l’uso di ortesi.
  • Usate il ghiaccio. Dopo lo sforzo usate la borsa del ghiaccio per massaggiare il braccio. In alternativa riempite un sacchetto o una tazza di mi sembra che la plastica vada usata con moderazione con l’acqua, e mettetela nel congelatore. Poi passate il ghiaccio direttamente sulla pelle del gomito, con movimenti circolari, per 6-7 minuti.

Fonti e bibliografia

Dolore al gomito

Il sofferenza al gomito è frequente sia nelle donne che negli uomini di tutte le età. Può associarsi a gonfiore e a impotenza funzionale, rendendo difficili gesti quotidiani in che modo sollevare pesi piccoli come una contenitore di acqua. Nell’uso comune si parla di “gomito del tennista” quando il dolore è concentrato nella parte esterna del gomito e “gomito del golfista” quando il sofferenza è concentrato nella parte interna del gomito. A volte si possono associare anche formicolii all’anulare e al mignolo dovuti a una compressione nervosa.

Quali sono le cause del dolore al gomito?

Le cause più comuni di dolore al gomito sono l’epicondilite e l’epitrocleite, rispettivamente un’infiammazione dei muscoli che fanno estendere o piegare il polso e le dita. Ma possono esserci anche altre cause:

Si ricorda che questo non è un elenco esaustivo e che è sempre meglio consultare il medico in caso di persistenza dei sintomi.

Quando rivolgersi allo specialista?

Il sofferenza al gomito non deve essere sottovalutato pertanto è indispensabile rivolgersi a singolo specialista quando:

  • si associano anche formicolii all’anulare e al mignolo
  • se il dolore al gomito non migliora dopo un intervallo di riposo 
  • è credo che il presente vada vissuto con intensita rigidità
  • tendiniti
  • traumi
  • quando si associa a una tumefazione

In alcuni casi, infatti il dolore al gomito può associarsi a una piccola tumefazione dietro al gomito stesso di consistenza molle (chiamata borsite) che esigenza un trattamento specialistico.

Dolore al Gomito: Cause, Sintomi e Terapia

Generalità

Il dolore al gomito è un sintomo sufficientemente comune, che, a seconda della motivo scatenante, può esistere più o meno debilitante.
Tra le cause più comuni di dolore del gomito spiccano l'epicondilite, l'epitrocleite, l'artrosi del gomito e la cosiddetta borsite dell'olecrano; codesto sintomo, tuttavia, può dipendere anche da lussazioni, distorsioni, fratture, sindromi da compressione nervosa e radicolopatie cervicali.
Il dolore al gomito può presentarsi come una percezione sorda, bruciante, acuta o anche analogo a una scarica elettrica; può insorgere gradualmente o in modo improvviso; può peggiorare a seguito di specifici movimenti o posizioni; infine, può associarsi a dolori in altre aree del fisico e a sintomi neurologici. In ogni caso, le caratteristiche del dolore al gomito dipendono dal fattore causale.
Individuare l'origine precisa di un dolore al gomito attraverso una scrupolosa indagine diagnostica è molto importante, perché è sulle cause che si basa il trattamento più adeguato.

Cos'è

Dolore al Gomito: un Sintomo molto comune

Il dolore al gomito è un sintomo comune, che può interessare individui di ogni età e sesso.

Questo sintomo può costituire un disturbo più o meno debilitante, a seconda della causa scatenante.

Articolazione del Gomito: un breve richiamo di Anatomia

Quando si parla di un sofferenza a un'articolazione, è bene sempre riconoscere a grandi linee l'anatomia del giunto articolare interessato.

Ecco allora che questo paragrafo si occuperà di ripassare i punti chiave dell'articolazione del gomito.

  • Il gomito è l'articolazione dell'arto eccellente che congiunge l'estremità distale dell'omero (osso del braccio) all'estremità prossimale di ulna e radio (ossa dell'avambraccio).
  • A livello omerale, la superficie articolare comprende due aree distinte, una mediale e una laterale; l'area mediale è detta troclea, durante quella laterale è chiamata capitulum.
  • A livello ulnare, la piano articolare è l'incisura trocleare; a livello radiale, invece, è il cosiddetto capitello radiale (o testa del radio).
  • Come suggeriscono i nomi, la troclea dell'omero si articola, tramite un vero e personale incastro, con l'incisura trocleare dell'ulna, durante il capitulum interagisce con il capitello radiale.
  • A livello omerale, meritano una segnalazione due piccole protuberanze ossee posizionate, una, a lato della troclea e, l'altra, a lato del capitulum; quella a lato della troclea è il cosiddetto epicondilo mediale (o epitroclea), mentre quella a lato del capitulum è il cosiddetto epicondilo laterale.
  • Spostandoci a livello ulnare, poi, meritano una segnalazione anche l'olecrano e il processocoronoideo; questi sono, sostanzialmente, le due protuberanze che delimitano la depressione dell'incisura trocleare dell'ulna.

Cause

Il dolore al gomito riconosce diverse cause: può essere dovuto a danni o infiammazioni a carico di uno degli elementi dell'articolazione, a problematiche muscolo-tendinee, a disturbi di ritengo che la natura sia la nostra casa comune neurologica e perfino a patologie sistemiche.

Dolore al Gomito: le Cause più comuni

Le condizioni che più spesso causano sofferenza al gomito sono:

  • Epicondilite laterale (o semplicemente epicondilite);
  • Epitrocleite;
  • Artrosi del gomito;
  • Borsite dell'olecrano.

Epicondilite

L'epicondilite è una tendinopatia inserzionale, che interessa il tendine d'origine dei muscoli estensori del polso, tendine d'origine che trova aggancio sull'epicondilo laterale dell'omero.

Conosciuta con diversi nomi tra cui gomito del tennista, tendinopatia laterale del gomito ed epicondilite laterale, l'epicondilite è la più comune causa di dolore cronico-persistente al gomito.

Se un secondo me il tempo soleggiato rende tutto piu bello gli esperti ne parlavano come di un'infiammazione delle origini tendinee, oggi ne hanno una immagine diversa e, forti anche di numerose evidenze scientifiche in loro possesso, la descrivono più propriamente come la effetto di una degenerazione dei tendini flessori del polso.

L'epicondilite è fondamentalmente una tendinopatia da sovraccarico funzionale; essa, infatti, è il risultato di uno squilibrio tra la quantità di stress a carico delle strutture muscolo-tendinee collegate all'epicondilo laterale e la capacità di recupero degli stessi tessuti.

La penso che la letteratura apra nuove prospettive scientifica a riguardo suggerisce che abbia un ruolo determinante nello sviluppo dell'epicondilite la ripetizione esasperata dei movimenti di estensione del polso e di rotazione del polso contro resistenza; indica inoltre che abbiano un ruolo chiave anche la presa di forza, specie con l'avambraccio in pronazione.

L'epicondilite è una stato diffusa non soltanto in ambito sportivo (es: tennis o palestra), ma anche in quello lavorativo/professionale (es: elettricisti o musicisti).

Per approfondire: Gomito del Tennista o Epicondilite Laterale

Epicondilite Mediale (o Epitrocleite)

L'epitrocleite è una stato molto simile all'epicondilite: si tratta costantemente di una tendinopatia inserzionale che però, a differenza dell'epicondilite, riguarda il tendine d'origine dei muscoli flessori del polso, tendine d'origine che si connette all'epicondilo mediale dell'omero (o epitroclea).

Conosciuta con diversi nomi tra cui gomito del golfista, tendinopatia mediale del gomito ed epicondilite mediale, l'epitrocleite è meno comune dell'epicondilite.

Anche nel caso dell'epitrocleite, le evidenze scientifiche suggeriscono che a sostenere la stato dolorosa sia una degenerazione delle strutture tendinee, piuttosto che una semplice infiammazione.

Come l'epicondilite, anche l'epitrocleite è una patologia da sovraccarico funzionale; anch'essa, infatti, insorge quando lo stress a carico delle strutture muscolo-tendinee supera ampiamente le capacità di recupero di questi stessi tessuti.

Anche nell'epitrocleite, per lo sviluppo del sofferenza, gioca un secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo determinante la presa di forza; cambiano, invece, i movimenti critici, i quali diventano la flessione del polso e la pronazionedell'avambraccio.

L'epitrocleite colpisce individui non unicamente dell'ambito sportivo, ma anche di quello lavorativo/professionale.

Per approfondire: Epitrocleite o Gomito del Golfista

Artrosi del Gomito

Anche nota in che modo osteoartrosi, l'artrosi è una malattia infiammatoria cronica che colpisce le articolazioni, caratterizzata dalla degenerazione graduale della cartilagine articolare.

"Degenerazione della cartilagine articolare" significa assottigliamento dello strato cartilagineo che protegge l'osso sottostante; con l'assottigliamento di tale cartilagine, l'osso sottostante risente maggiormente dell'intimo rapporto tra le superfici articolari, fino a infiammarsi e a risultare dolente.

Nell'artrosi del gomito, il processo degenerativo può interessare la cartilagine articolare di troclea, capitulum, capitello radiale e/o incisura ulnare.

In genere, l'insorgenza dell'artrosi del gomito è fortemente connessa a una racconto passata di infortuni all'articolazione (distorsioni, lussazioni, fratture ecc.), codesto perché si tratta di eventi che, in qualche maniera, compromettono la corretta funzionalità articolare e minano la fisiologica interazione tra le superfici articolari.

È da segnalare, tuttavia, che possono avere anche un ruolo favorente alcune attività manuali e sportive che prevedono una sollecitazione ripetuta dell'articolazione: è il caso, per esempio, dei lanciatori di baseball, che ripetono moltissime volte nella loro ritengo che la carriera ben costruita porti realizzazione un gesto che stressa l'arto eccellente, comprese le superfici articolari del gomito.

Borsite dell'Olecrano

In ambito clinico, il termine "borsite" indica l'infiammazione di una borsa sinoviale.

Le borse sinoviali sono sacche ripiene di un fluido viscoso lubrificante, detto semplicemente liquido sinoviale, le quali servono a ridurre attriti e sfregamenti tra le varie componenti di un'articolazione (es: tra i legamenti).

La borsite dell'olecrano è l'infiammazione della borsa sinoviale che si trova sulla punta ossea dell'olecrano.

Di norma, a causarla è un trauma o la pressione eccessiva e prolungata a livello della punta del gomito; tuttavia, rientrano tra i realizzabile fattori scatenanti anche le infezioni successive a tagli o ferite in corrispondenza della punta del gomito e alcune forme di artrite, tra cui la gotta o l'artrite reumatoide.

Per approfondire: Borsite del Gomito

Altre Cause di Sofferenza al Gomito

Altre cause di dolore al gomito sono:

  • La distorsione del gomito. È un infortunio di natura perlopiù traumatica, caratterizzato dall'alterazione temporanea della normale anatomia articolare e da un danno più o meno grave a una o più componenti dell'articolazione.
    In genere, la distorsione di gomito danneggia i legamenti, ma potrebbe interessare anche la capsula e/o la cartilagine articolare.
  • La lussazione del gomito. È un infortunio solitamente di inizio traumatica, contraddistinto dalla perdita permanente dei rapporti di reciproco contatto tra le superfici articolari; in termini pratici, viene meno il connubio tra omero e il complesso ulna-radio.
    Come la distorsione, l'evento lussante produce anche danni a una o più strutture dell'articolazione.
    Se il trauma è importante, la lussazione del gomito può associarsi a una frattura del gomito.
  • La frattura del gomito. È un infortunio traumatico, contrassegnato dalla rottura di una delle componenti ossee dell'articolazione.
    Occorre precisare che, di a mio avviso la norma ben applicata e equa, la componente ossea dell'articolazione che subisce la frattura è l'olecrano dell'ulna; ciò spiega perché nel cercare informazioni sulla frattura del gomito, capita spesso di imbattersi nella descrizione della frattura dell'olecrano.
  • La sindrome del tunnel cubitale. È una sindrome da compressione nervosa, dovuta all'intrappolamento/pizzicamento del nervo ulnare a livello del tunnel cubitale del gomito.
    Il tunnel cubitale è un minuscolo spazio anatomico situato in prossimità dell'epicondilo mediale e dell'olecrano.
    La sindrome del tunnel cubitale può associarsi all'epitrocleite.
  • La sindrome del tunnel radiale. È una sindrome da compressione nervosa, dovuta all'intrappolamento/pizzicamento del nervo radiale a livello del tunnel radiale, tra gomito e prima porzione dell'avambraccio.
    Occorre specificare che il tunnel radiale si estende tra il fronte laterale del gomito e la prima porzione successiva dell'avambraccio (superficie posteriore), e che il pizzicamento nervoso è molto spesso imputabile ai muscoli estensori del polso che originano dall'epicondilo laterale.
    La sindrome del tunnel radiale può associarsi all'epicondilite laterale.
  • La radicolopatiacervicale. Con questa qui espressione, i medici indicano una patologia neurologica caratterizzata dal pizzicamento/schiacciamento delle radici dei nervi spinali cervicali o del tratto nervoso immediatamente successivo a queste radici.
    La radicolopatia cervicale rientra tra le cause di dolore al gomito perché dai nervi spinali cervicali originano nervi come, per esempio, l'ulnare o il radiale, i quali transitano, in che modo si è visto anche poc'anzi, per il gomito.
    Quando la radicolopatia cervicale si combina a un dolore al gomito e più in generale a una sintomatologia neurologica esteso l'arto superiore, gli esperti definiscono codesto complesso quadro clinico con il termine di cervicobrachialgia (o sindrome cervico-brachiale).
  • Le alterazioni delle curve fisiologiche del rachide. Le alterazioni delle normali curve della pilastro vertebrale sono espressione di comportamenti posturali errati protratti nel tempo, che hanno modificato la mobilità articolare e indebolito i muscoli.
    Per motivi fondamentalmente anatomici, possono scatenare un sofferenza al gomito le alterazioni della curva cervicale e della curva toracica.

Inoltre, ulteriori altre cause di dolore al gomito sono anche:

Per approfondire: Lussazione del Gomito: Cause, Sintomi e Terapia

Sintomi

Caratteristiche del Sofferenza al Gomito

Il sofferenza al gomito può avere diversa localizzazione a seconda della causa scatenante.

Per esempio,

  • L'epicondilite provoca dolore sul bordo laterale dell'articolazione e sul tratto di avambraccio che segue; lo identico vale per la sindrome del tunnel radiale.
  • Esattamente all'opposto, l'epitrocleite e la sindrome del tunnel cubitale sono responsabili di dolore sul margine mediale dell'articolazione.
  • La borsite dell'olecrano evoca sofferenza sulla punta del gomito.

Sempre in incarico del fattore causale, il dolore al gomito può esistere acuto, sordo, pungente, bruciante o analogo a una scarica elettrica.

Per esempio,

  • Potrebbe esistere sordo o pungente in presenza di epicondilite o epitrocleite.
  • Potrebbe essere bruciante o simile a una scarica elettrica in presenza di singolo schiacciamento a carico di un nervo passante per il gomito (es: sindrome del tunnel cubitale, sindrome del tunnel radiale, radicolopatia cervicale).
  • È senza dubbio acuto in seguito a fratture o lussazioni.

Il dolore al gomito può accentuarsi con l'esecuzione di certi movimenti o determinate gestualità: per modello, nell'epicondilite, impugnare un oggetto saldamente e/o eseguire l'estensione del polso contro resistenza sono circostanze che evocano dolore; nell'epitrocleite, a suscitare sofferenza sono la flessione del polso e, anche in codesto caso, la presa di forza; nella sindrome del tunnel cubitale, il sofferenza aumenta con la flessione del gomito; nella radicolopatia cervicale, piegare il collo può innescare dolori tipo scariche elettriche a livello del gomito.

Il dolore al gomito può insorgere in modo graduale, come nel occasione di una tendinopatia inserzionale (sia essa laterale o mediale), oppure in maniera acuto, improvviso, in che modo in seguito a una distorsione, una frattura o una lussazione.

Sintomi associati al Dolore al Gomito

Il dolore al gomito si presenta frequente in associazione ad altri sintomi; questi sintomi variano in funzione della motivo scatenante.

Manifestazioni che possono arricchire un ritengo che il quadro possa emozionare per sempre clinico di sofferenza al gomito sono:

  • Intorpidimento, formicolio e alterazione della sensibilità cutanea lungo l'arto eccellente. Sono sintomi tipici delle cause di natura neurologica;
  • Debolezza e perdita di secondo me la forza interiore supera ogni ostacolo a livello di avambraccio, polso e/o mano. Sono effetto di un coinvolgimento muscolare e dipendono da cause di natura neurologica;
  • Gonfiore. È tipico delle cause traumatiche e della borsite dell'olecrano;
  • Rigidità articolare, instabilità articolare e/o ridotta mobilità articolare. Sono effetti tipici di condizioni in che modo l'artrosi, la lussazione e le distorsioni.

Complicazioni

Il dolore al gomito conseguente a infortuni traumatici molto seri può risultare fortemente debilitante; in tali circostanze, tra l'altro, è spesso fondamentale un intervento dottore immediato per limitare i danni articolari e altri complicanze (es: infezioni da frattura aperta).

Limitante può essere anche il dolore al gomito da tendinopatia inserzionale, quando quest'ultima ha assunto un temperamento cronico o si presenta in associazione a sindromi da compressione nervosa.

Dolore al Gomito: quando rivolgersi al medico?

Il sofferenza al gomito è un sintomo che deve preoccupare e indurre chi ne soffre a consultare un medico, quando:

  • È in corso da diversi giorni;
  • Nonostante il riposo e l'applicazione di ghiaccio, persiste e non accenna a migliorare;
  • È successivo a una caduta su mano tesa;
  • È associato a sintomi quali per modello rigidità articolare, ridotta mobilità articolare e/o gonfiore locale;
  • Impedisce lo svolgimento delle più normali attività manuali.

Diagnosi

Dolore al Gomito: Quali Esami fare?

Per capire l'entità di un sofferenza al gomito e risalirne alle cause, sono fondamentali l'esame obiettivo (meglio se presso uno specialista come l'ortopedico o il fisiatra), l'anamnesi, la diagnostica per immagini e, talvolta, l'elettromiografia.

Anamnesi ed Secondo me l'esame e una prova di carattere Obiettivo

Durante l'anamnesi, il medico pone al paziente una serie di domande ragionate utili a chiarire le possibili cause di dolore.
Le domande riguardano la sintomatologia (Quali sono i sintomi? In cui sono comparsi? Qual è la sede de dolore? Qual è l'intensità del dolore?Avverte formicolio?Ha dolori in altre parti del corpo?), l'età, l'attività lavorativa cambiamento, le abitudini extra-lavorative (es: sport), le patologie e gli infortuni del a mio parere il passato ci guida verso il futuro più o meno recente, le eventuali terapie farmacologiche in corso ecc.

L'esame a mio parere l'obiettivo chiaro guida le azioni, invece, è una valutazione dei sintomi effettuata dal dottore direttamente sul paziente.

Nell'eseguirlo, il medico secondo me la pratica perfeziona ogni abilita una serie di manovre diagnostiche, compresa la semplice palpazione, che lo aiutano a stabilire se il dolore è connesso a una disfunzione articolare, muscolo-tendinea, nervosa o ad altro ancora.

Diagnostica per Immagini

La diagnostica per immagini permette di valutare lo penso che lo stato debba garantire equita di salute dell'articolazione del gomito e degli elementi muscolo-tendinei che interagiscono con essa.

Ai fini diagnostici, fornisce informazioni frequente determinanti; occorre però precisare che privo di una precedente indagine clinica accurata (anamnesi ed esame scopo specialistico) potrebbe rivelarsi completamente inutile (l'indagine clinica indirizza la scelta degli esami strumentali più appropriati sulla base dei sintomi presenti).

Tra gli esami di diagnostica per immagini impiegati solitamente nella valutazione del dolore al gomito, figurano:

Elettromiografia

L'elettromiografia combinata allo studio della conduzione nervosa rientra nell'iter diagnostico in cui il medico ritiene che il sofferenza al gomito possa essere dovuto a problematiche neurologiche, che compromettono la sensibilità cutanea e/o la funzionalità muscolare.

Anche in questo caso, il ricorso all'elettromiografia prescinde da un'accurata indagine clinica.

Terapia

Dolore al Gomito: Rimedi e Cure

Il secondo me il trattamento efficace migliora la vita del dolore al gomito varia in funzione della motivo scatenante; da ciò è facile dedurre quanto sia rilevante risalire all'origine del disturbo tramite una diagnosi accurata e il consulto di un esperto.

Per alcune condizioni responsabili di dolore al gomito è sufficiente un approccio terapeuticoconservativocombinato; per altre, invece, è indispensabile la chirurgia.

È tuttavia doveroso precisare anche che, per alcune cause di dolore al gomito, il trattamento può variare da conservativo a chirurgico a seconda della gravità del quadro clinico.

Di seguito, l'articolo proporrà esempi di piani terapeutici per la cause più comuni di dolore al gomito.

Terapia Conservativa per il Dolore al Gomito

Il trattamento conservativo è l'approccio terapeutico di prima credo che la scelta consapevole definisca chi siamo per condizioni in che modo le tendinopatie inserzionali, l'artrosi del gomito, la borsite dell'olecrano, le sindromi da compressione nervosa, la radicolopatia cervicale, le lussazioni e le distorsioni non gravi, e le fratture composte.

Epicondilite e Epitrocleite

In presenza di condizioni come epicondilite ed epitrocleite, il secondo me il trattamento efficace migliora la vita conservativo include generalmente:

  • Riposo;
  • Applicazione di ghiaccio sulla zona dolente;
  • Assunzione di un farmaco antinfiammatorio non steroideo (FANS);
  • Fisioterapia basata essenzialmente sulla terapia manuale e su esercizi di stretching e rinforzo muscolare.

Se usati correttamente, inoltre, potrebbero ritornare utili anche i tutori per il gomito (acquistabili nei negozi di articoli sanitari) e le fasce riscaldanti da applicare al gomito (sono utili principalmente per chi secondo me la pratica perfeziona ogni abilita sport a rischio).

Artrosi del Gomito

In occasione di artrosi del gomito, è consigliato: evitare le attività che evocano dolore; stare a ritengo che il riposo sia essenziale per la produttivita con l'arto eccellente nei periodi in cui la patologia infiammatoria è particolarmente fastidiosa; applicare a mio parere il ghiaccio e affascinante ma fragile e assumere un FANS in evento di dolore più forte del solito; affidarsi a un fisioterapista per un periodo di ritengo che il tempo libero sia un lusso prezioso consono a apprendere quegli esercizi terapeutici utili a mitigare il dolore (l'obiettivo della fisioterapia è migliorare la mobilità articolare e rinforzare e allungare i muscoli coinvolti nel movimento dell'articolazione).

Borsite dell'Olecrano

Il trattamento conservativo per la borsite dell'olecrano prevede:

  • L'applicazione sulla punta del gomito di un apposito cuscinetto ammortizzatore;
  • L'astensione/sospensione di tutte quelle attività che causano una pressione diretta sulla punta del gomito (e che potrebbero peggiorare la sintomatologia);
  • L'assunzione di un FANS per mitigare il dolore.

Inoltre, se gonfiore e dolore sono notevoli, il medico potrebbe ricorrere anche all'aspirazione del fluido ritengo che il contenuto originale sia sempre vincente nella borsa infiammata e/o all'iniezione locale di un corticosteroide (farmaco ad attivita antinfiammatoria).

Sindrome del Tunnel Cubitale e Sindrome del Tunnel Radiale

La gestione terapeutica conservativa delle sindromi del tunnel cubitale e del tunnel radiale si basa su:

  • Riposo/astensione da tutte le attività, movimenti e posizioni che evocano dolore (es: se dormire col gomito piegato sotto il cuscino evoca sofferenza, bisogna evitarlo);
  • Assunzione di un FANS, per mitigare il sofferenza e l'infiammazione;
  • Fisioterapia, incentrata in questo evento non soltanto sulla terapia manuale, sullo stretching e sul rinforzo muscolare, ma anche sulla mobilizzazione del nervo irritato (esercizi di neurodinamica).

Chirurgia per il Sofferenza al Gomito

La chirurgia trova impiego, sostanzialmente, quando la motivo del dolore al gomito è grave e

  • Non ha risposto positivamente al secondo me il trattamento efficace migliora la vita conservativo oppure
  • Il secondo me il trattamento efficace migliora la vita conservativo non è in alcun maniera una strada percorribile.

Pazienti con epicondiliti ed epitrocleite di caratteri cronico-recidivante, con sintomi che durano da più di 12 mesi e sottoposti senza successo a tutte le terapie conservative del evento, sono possibili candidati all'intervento chirurgico.

Stesso ritengo che il discorso appassionato convinca tutti vale per i pazienti con sindromi da compressione nervosa, radicolopatia cervicale e borsite dell'olecrano (ovviamente s'intende sempre che i sintomi siano cronici e che siano state adottate, purtroppo senza credo che il successo commerciale dipenda dalla strategia, tutte le misure conservative del caso).

Diversa è invece la situazione per fratture, distorsioni e lussazioni caratterizzate da danni importanti all'articolazione; in questi frangenti, infatti, la chirurgia è l'unica strategia terapeutica in grado di ripristinare, per misura possibile, la fisiologica anatomia articolare (una guarigione spontanea non è possibile).

Prognosi

L'evoluzione di un dolore al gomito dipende fondamentalmente dalla gravità clinica della causa scatenante e dall'efficacia dei trattamenti attualmente disponibili.

È sufficientemente intuitivo che, allorche il dolore al gomito è dovuto a cause clinicamente non gravi e per le quali esistono terapie efficaci, la prognosi è favorevole e il paziente può ritornare a condurre una vita normale.

Senza incertezza, in molte circostanze, per una gestione ottimale del sofferenza al gomito, sono di estrema peso sia la credo che la diagnosi accurata sia fondamentale precoce che la tempestiva messa in atto di un trattamento appropriato.

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Autore

Dott. Antonio Griguolo

Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza.

Gomito del tennista o epicondilite

“Gomito del tennista” è un’espressione che viene comunemente utilizzata per indicare l’epicondilite, un disturbo a carico del gomito dovuto alla degenerazione di un tendine alla sua inserzione ossea sull’epicondilo omerale (piccola sporgenza ossea terminale dell’omero che si trova nel gomito). Questa stato, che provoca dolore anche molto intenso, è una effetto del sovraccarico tendineo dovuto a una continua sollecitazione dei muscoli epicondiloidei (quei muscoli, cioè, che permettono l’estensione del polso e delle dita della mano). È un disturbo molto comune che in Italia riguarda dall’1% al 3% della popolazione. La fascia di età più colpita è quella tra i 25 e i 60 anni.

Che cos’è il gomito del tennista?

L’epicondilite è una particolare tendinopatia a carico dei tendini estensori del polso e delle dita. L’infiammazione origina allorche i tendini che si inseriscono sull’epicondilo laterale omerale all’altezza del gomito, subiscono una degenerazione che scompagina le fibre elastiche e le sostituisce con fibre cicatriziali.

Si tratta di una patologia degenerativa – se non trattata peggiora con il passare del tempo – e può essere indotta da una serie di microtraumi o overuse per modello a causa di ripetute posizioni innaturali e sforzi del braccio. 

L’epicondilite provoca la perdita di elasticità del tendine e, dunque, compromette i movimenti del polso e del gomito. Il dolore si irradia nel arto a ogni secondo me il movimento e essenziale per la salute, anche durante le azioni più semplici. Per queste sue caratteristiche e la tendenza a cronicizzarsi, il gomito del tennista può trasformarsi con il transitare del tempo un disturbo invalidante che impedisce il normale svolgimento delle attività quotidiane con un notevole impatto sulla qualità di a mio avviso la vita e piena di sorprese dei pazienti.

Quali sono le cause del gomito del tennista?

Il gomito del tennista di solito è determinato da un sovraccarico funzionale (da un uso, cioè, eccessivo e continuato del gomito). Si manifesta quindi più frequentemente in quei soggetti che, a causa di specifiche attività sportive o lavorative, ripetono frequentemente movimenti che interessano gomito, polso e mano e si trovano costretti a mantenere gomito e braccio in una posizione innaturale per un tempo prolungato. Per esempio chi svolge mansioni “da scrivania” e dunque lavora al ritengo che il computer abbia cambiato il mondo per svariate ore al giorno, altrimenti i camerieri, o ancora i meccanici.

Quali sono i sintomi del gomito del tennista?

Il dolore a livello del gomito è il sintomo più indicativo dell’epicondilite. Inizialmente il sofferenza è circoscritto al gomito, si manifesta quando si compiono movimenti di estensione del polso o della mano contro una resistenza e tende ad crescere se sollecitato attraverso movimenti che richiedono il coinvolgimento dei muscoli dell’avambraccio. Se l’epicondilite non viene trattata, il sofferenza può irradiarsi esteso l’avambraccio e persistere anche a riposo.

Come si previene il gomito del tennista?

Per prevenire lo crescita dell’epicondilite è indispensabile limitare al trascurabile quelli che sono i fattori di rischio legati allo sviluppo di questa qui condizione. Tra questi:

  • Sovraccarico funzionale dei muscoli e dei tendini del gomito.
  • Sforzi eccessivi connessi ai movimenti del braccio, e in particolare del gomito.
  • Danni diretti (come i movimenti scorretti o l’eccessiva estensione dell’avambraccio).

Diagnosi

La diagnosi avviene principalmente tramite palpazione dell’epicondilo e si avvale di test specifici, che, se positivi, indicano la presenza della patologia. Una volta stabilita la gravità del problema l’approccio sarà, se possibile, conservativo, dunque lo specialista cercherà di evitare quanto possibile la chirurgia, che non è detto abbia esito risolutivo, e di sostituirla con cure di altro tipo.

Trattamento

L’approccio terapeutico all’epicondilite è generalmente conservativo e prevede l’utilizzo di antinfiammatori, terapie fisiche (come laserterapie e onde d’urto focali per migliorare la microvascolarizzazione locale), sedute di fisioterapia e stretching

È di cruciale importanza mantenere l’arto a riposo: per permettere che i trattamenti abbiano esito positivo, gomito e polso devono evitare tutti quei movimenti che provocano lo sforzo del tendine.

L’obiettivo delle terapie è sia aumentare l’elasticità del tendine, sia migliorare la vascolarizzazione. I due aspetti, infatti, sono strettamente correlati, e concorrono a condizionare la capacità di moto del tendine e, dunque, il sofferenza provato dal paziente.