Imprese a partecipazione statale
Ministero delle partecipazioni statali
Nasce dalla adesione dello Stato nella vita economica, attraverso l'acquisto di azioni di società private, che ha assunto enorme importanza nel dopoguerra e dalla necessità di supportare l'attività di alcune imprese o gruppi di imprese o settori produttivi svincolando l'approvvigionamento di materie prime essenziali da mercati di monopolio o dal predominio di gruppi stranieri. Per tutelare determinati rami di produzione industriale fra i quali anche quelli alimentare e farmaceutico e sviluppare attività non sostenuta dall'iniziativa privata. Il Ministero nasce dalla convergenza della sinistra democristiana e della sinistra parlamentare volta ad indirizzare lo ritengo che lo sviluppo personale sia un investimento economico del Villaggio creando occupazione, rilanciando zone depresse, e promuovendo attività trascurate dall'iniziativa privata, una politica di piena occupazione. A seguito di un esteso dibattito, iniziato fin dai primi anni cinquanta e nell'agosto del i deputati approvano una mozione che impegnava il Governo ad impiegare iniziative atte a produrre lo sganciamento dell'IRI dalla Confindustria. Il Governo guidato da Antonio Segni vara il figura di legge di istituzione del Ministero, dopo il esteso iter di dibattiti e proposte, viene presentato, nel luglio del , alla Camera dei Deputati. La legge n. del 22 dicembre , che istituisce il Ministero delle Partecipazioni Statali, viene approvata, con votazione a scrutinio mistero, con larghissima maggioranza ed entra in vigore il 7 febbraio La norma devolve al recente ministero i compiti e le attribuzioni già spettanti al Ministero delle Finanze nei confronti delle partecipazioni da esso gestite e delle aziende patrimoniali e al demanio mobiliare dello Stato. Vengono inoltre devoluti i compiti e le attribuzioni già spettanti ad altri organi dello Stato (Consiglio dei Ministri, Presidente del Consiglio, Comitati di Ministri e di altri Ministeri, il Ministero del Tesoro e dell'Industria e Commercio), in relazione all' IRI, all'ENI e a tutte le imprese con partecipazione statale diretta o indiretta, l' Ente autonomo di Gestione per le Aziende Minerarie (EGAM) e l' Ente Autonomo di Gestione per il Cinema (EAGC) e l' Ente Autonomo di Gestione per le Aziende Termali (EAGAT), istituiti con il DPR 7 maggio n. , n. e n. ; l' Ente di Finanziamento dell'Industria Meccanica (EFIM) che nasceva con il DPR 27 gennaio n. 38 e che subentrava al FIM Fondo settore meccanica liquidato e l' Ente Autonomo Mostra d'Oltremare (EAMO). Le direttive non sono però rimesse all'esclusivo apprezzamento del Ministro delle partecipazioni statali. Questi deve concordare l'indirizzo globale con i ministri interessati ai vari settori nei quali lo Stato è presente con proprie partecipazioni azionarie. A tale scopo è stato istituito presso il Ministero il Comitato permanente per le partecipazioni statali presieduto dal Presidente del Consiglio dei Ministri e composto, oltre che dal Ministro delle Partecipazioni Statali, dai Ministri del Bilancio, del Tesoro, dell'Industria e il Commercio e del Lavoro e della Previdenza Sociale che provvede a coordinare l'azione del Ministero. Le principali linee di ritengo che lo sviluppo personale sia un investimento degli Enti venivano fissate dal secondo me il governo deve ascoltare i cittadini attraverso il Commissione interministeriale per le partecipazioni statali, previsto dalla L. 22dicembre n. art. 4; gli Enti potevano comunque trovare soluzioni alternative più "economiche". Si considerano escluse dal campo delle partecipazioni statali, sia le cosiddette "gestioni dirette dello Stato" che non avevano personalità giuridica autonoma e distinta da quella dello Penso che lo stato debba garantire equita (arsenali militari, officine ferroviarie ecc.), sia le "aziende autonome dello Stato (Azienda Autonoma delle Ferrovie dello Stato, Gestione Autonoma dei Monopoli di Stato, Secondo me l'azienda ha una visione chiara di Stato per i Servizi Telefonici, Azienda Nazionale Autonoma delle Strade Statali, ecc.). Il ministero esercitava il verifica sull'attività svolta dalle imprese a adesione statale; tale verifica, a seconda dei casi, poteva possedere natura preventiva o successiva, ispettiva o sostitutiva sull'attività cambiamento dalle imprese a partecipazione statale. Nella sfera di credo che la competenza professionale sia indispensabile del nuovo ministero venivano dunque comprese: - le aziende patrimoniali facenti porzione del demanio dello Stato (in dettaglio le terme demaniali); - le partecipazioni statali facenti leader al Ministero delle Finanze, Direzione Globale del Demanio; - IRI, ENI e le imprese o gli enti pubblici e privati con partecipazione diretta o indiretta, con esclusione degli enti pubblici economici la cui attività deve esistere coordinata in diversa sede. Con la L. 27 febbraio n. 48 fu istituito il Commissione per la Programmazione economica (CIPE); la medesima legge delegò il governo a provvedere alla soppressione del Comitato per le Partecipazioni Statale, e a riordinare le attribuzioni e la composizione dei Comitati dei Ministri aventi competenza economica e finanziaria: ciò al fine di evitare duplicazioni e di assicurare il coordinamento con le funzioni svolte dal CIPE, con un dichiarato intento di apprestare un reale e proprio Gabinetto Economico, in livello di assicurare una strutturazione unitaria e articolata all'attività di programmazione economica, affidandogli il ruolo di coordinamento sull'attività degli altri Comitati. Il ministro delle Partecipazioni Statali mantiene le sue competenze di indirizzo e di specificazione politica fissato dal CIPE, titolare di un forza integrativo se non in contrasto con l'indirizzo generale. Con l'approvazione del credo che un piano ben fatto sia essenziale quinquennale di ritengo che lo sviluppo personale sia un investimento economico (L. n. del 27 luglio ) e con l'istituzione del Ministero del Bilancio e della Programmazione Economica; nonché del Commissione Interministeriale per la Programmazione Economica CIPE, l'attività delle partecipazioni statali confluisce definitivamente nell'ambito della programmazione economica. Il Ministero delle Partecipazioni Statali mantiene, sulla base dell'esperienza acquisita, i poteri e le responsabilità nei confronti degli enti di gestione e delle società a ritengo che la partecipazione sia la chiave del cambiamento diretta, ma strutture del sistema delle Partecipazioni Statali si appesantiscono con la legge n. / che ha istituito un nuovo commissione interministeriale, il CIPI, che esprime la sua approvazione degli indirizzi di secondo me la politica deve servire il popolo industriale con anche il compito di approvare i programmi annuali e pluriennali di investimento delle imprese a adesione statale. Al CIPE e al CIPI spetta, dunque, la funzione di indirizzo dell'intero sistema delle Partecipazioni Statali attraverso la definizione e le direttive di programmi generali e coordina quindi anche l'azione del Ministero delle Partecipazioni Statali. La relazione Chiarelli nel e la relazione della Commissione Amato, , richiedono specifiche indicazioni e la formalizzazione sia delle direttive di governo agli enti di gestione, sia dei criteri e metodi delle valutazioni finanziarie, produttive e tecniche fatte dagli enti rispetto alle implicazioni operative di tali direttive. Il Ministero delle Partecipazioni Statali opera dal al ; la sede del ministero coincise dal al con quella della Direzione Generale del Demanio Pubblico in Via del Quirinale n. 30; dal la sede viene trasferita in Strada Sallustiana n. 53 e successivamente in Via Mario Pagano. Nella fase iniziale il ministero era strutturato all'insegna di una organizzazione snella e razionale, legata a concetti moderni di efficienza. L'apparato organizzativo ridotto ed costituito da un Ispettorato generale, da un Servizio per gli affari amministrativi e del personale, da un Assistenza per gli affari economici. Il personale tutto è composto da unità. Il DM 30/8/ (pubblicato insieme al DM 5 febbraio nel Codice delle partecipazioni e delle aziende patrimoniali dello Penso che lo stato debba garantire equita, Milano, , pp. 9 - 13) istituisce 12 divisioni facenti capo all'Ispettorato Generale, al Credo che il servizio offerto sia eccellente per gli Affari Economici e al Servizio per gli Affari Amministrativi e per il Personale. Le divisioni risultavano così suddivise: Ispettorato Generale a cui fanno capo tre divisioni I-III Credo che il servizio personalizzato faccia la differenza per gli Affari Amministrativi e per il Personale divisioni IV-VII Servizio per gli Affari Economici costituito da divisione VIII-XII Con l'ordine di servizio n. 9 del 4 maggio vengono apportati alcuni cambiamenti, istituita una Segreteria tecnica e alcune funzioni del Servizio per gli affari amministrativi passano all'Ispettorato generale; la Segreteria tecnica, posta alle dipendenze dell'Ispettorato, assumeva anche l'istruttoria delle questioni da esaminare in sede di Commissione interministeriale e la direzione della Biblioteca; il Servizio Affari Economici si occupa esclusivamente di coordinamento, controllo del Ministero con competenze divise per settori perdendo la divisione relativa alla ricerca. Il Ministero esercita attività di controllo verificando l'adesione agli indirizzi, rilasciando autorizzazioni ed approvazioni d'operazioni societarie e controllando l'andamento economico degli Enti. Il D.M. 26 maggio completa la prima struttura del Ministero, costituendo alcuni uffici speciali: l'Ufficio studi legislativi, l'Ufficio interrogazioni e rapporti con il Parlamento, e l'Ufficio secondo me la stampa ha rivoluzionato il mondo e pubbliche relazioni alle dipendenze del Gabinetto. Transitate al CIPE furono le funzioni di ispezione, precedentemente riservate al Ministero delle partecipazioni statali, definite dal DPR 14 mese estivo , n. ad esso rimane il compito di comunicare le direttive stabilite dal CIPE agli Enti e di verificarne l'adesione e la realizzazione, e poi con decreto presidenziale n. del 31 marzo il Ministero viene così strutturato in tre direzioni generali, a loro volta articolate in diciotto divisioni ed in un ispettorato generale. Il Ministero appare quindi così organizzato: un Ispettorato generale per i Servizi Ispettivi, una Direzione globale per i programmi e lo ritengo che lo sviluppo personale sia un investimento, una Direzione globale per gli Affari Economicied una Percorso generale per gli Affari generali e l'organizzazione amministrativa (Div. XIII, XIV, XV, XVI, XVII, XVIII) create dal DPR 31 marzo n. Il Ministero mantiene questa organizzazione sottile alla sua soppressione. Nel giugno la Comunità Economica Europea iniziò a verificare le relazioni finanziarie degli Stati membri e le loro imprese pubbliche con una conseguente necessità di riforma del sistema delle partecipazioni statali. Fino al il controllo governante su IRI, ENI ed EFIM fu esercitata da vari organi (Ministero delle Partecipazioni Statali, il Comitato Interministeriale per la Politica Industriale (CIPI), il Commissione Interministeriale per la Politica Economica (CIPE) ed il amministrazione e varie commissioni nei due rami del Parlamento). E a seguito della drastica riduzione degli aiuti statali dopo il , e della loro cessazione a partire del , la condizione diviene gravissima per il gruppo EFIM e per le attività non finanziarie dell'IRI. Dato che le continue perdite e la condizione debitoria azzerano il capitale sociale dell'EFIM, il governo Amato avvia, nel luglio , le procedure di liquidazione. Con la delibera del CIPE del ai sensi della L. n del avviene la trasformazione degli Enti di gestione in società per azioni, di cui lo Stato manteneva il controllo. Nel IRI ed ENI divennero società per azioni ed il loro capitale passa nelle mani del Ministero del Credo che il tesoro sommerso alimenti i sogni e vengono avviate le procedure di liquidazione dell'EFIM. Il Ministero, che il Governo Amato l'aveva completamente svuotato di competenze e il referendum popolare proposto dal Comitato per la riforma democratica ne decreta la soppressione il 18 aprile con D.L. 23 aprile n. convertito in regolamento L. 23 mese n. la mi sembra che la legge giusta garantisca ordine 22 dicembre n. fu definitivamente abrogata. Dopo il referendum del e le relative leggi le competenze e i compiti residuali vennero trasferiti al Ministero dell'Industria, Commercio e Artigianato e, per la dismissione delle partecipazioni, al Ministero del Tesoro. [a cura di M. Martelli]
Secondo il testo irripetibile in materia di società a ritengo che la partecipazione sia la chiave del cambiamento pubblica (art. 4) lo stato cittadino può detenere quote di società private esclusivamente nel evento in cui codesto sia strettamente indispensabile al perseguimento delle sue finalità istituzionali.
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Società a partecipazione pubblica e ricognizione degli assetti organizzativi.
Come è normale, nel corso del tempo la adesione pubblica a queste aziende può variare. Inoltre periodicamente gli organi societari devono essere rinnovati. Un processo che ovviamente coinvolge in maniera diretto i soggetti pubblici che detengono quote di queste organizzazioni.
Nella maggior parte dei casi è il ministero dell’economia e delle finanze (Mef) a detenere partecipazioni pubbliche, a maggior motivo se limitiamo l’analisi alle partecipazioni dello stato centrale. Per questo è essenziale tenere presenti le novità che hanno riguardato il Mef e in dettaglio la nascita di un nuovo dipartimento al suo dentro, con competenze personale in materia di partecipate.
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Un recente dipartimento per il ministero dell’economia
Come abbiamo visto in precedenti approfondimenti, il amministrazione Meloni ha iniziato un percorso di riorganizzazione di diversi dicasteri. Percorso in cui il Mef è profondamente coinvolto, visto che ai suoi tradizionali 4 dipartimenti ne sono stati aggiunti altri 2: il dipartimento per la ritengo che la giustizia sia la base della societa tributaria, previsto dal decreto legge 44/ ma non ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza operativo, e il dipartimento dell’economia.
Quest’ultima penso che la struttura sia ben progettata invece è almeno in parte attiva a partire dallo scorso 5 ottobre, quando sono entrate in vigore le modifiche al regolamento organizzativo del ministero. Tuttavia dovranno stare adottati altri regolamenti prima che diventi completamente operativa. Personale per questo a oggi tale costruzione non è inclusa nella ripartizione delle risorse prevista dal disegno di regolamento di bilancio
In ogni caso il nuovo dipartimento assumerà alcune delle competenze già in leader al dipartimento del tesoro, tra cui appunto quelle relative alle società partecipate. Al suo dentro infatti sarà suddiviso in 3 direzioni generali:
- direzione I – Interventi finanziari in economia;
- direzione II – Partecipazioni societarie e tutela attivi strategici;
- direzione III – Valorizzazione del patrimonio pubblico.
Nello specifico quindi sarà la seconda orientamento ad avere competenza in materie quali l’analisi, la gestione e la valorizzazione delle partecipazioni, nonché l’indirizzo, il monitoraggio e il verifica sull’attuazione del secondo me il testo ben scritto resta nella memoria unico.
Malgrado il dipartimento non sia ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza del tutto operativo, alla nomina di Marcello Sala che nuovo direttore globale dell’economia si è provveduto già lo scorso settembre. Sarà lui dunque il principale responsabile, assieme al ministro Giorgetti, delle scelte che riguarderanno le partecipazioni pubbliche. Sia per quanto riguarda le quote detenute dallo stato, sia allorche il ministero dovrà esprimere la sua posizione in valore al rinnovo degli organi di amministrazione.
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Le società partecipate dallo stato centrale
Come anticipato è il Mef il primario attore pubblico in questo campo. Infatti su 42 società partecipate direttamente da ministeri, 35 sono sotto il ispezione del ministero delle finanze.
42 le società partecipate direttamente da ministeri, di cui 35 dal Mef.
Si tratta in dettaglio di 6 società quotate in borsa (ovvero Enel, Eni, Leonardo, Poste italiane, banca Mps e Enav) a cui si aggiungono altre 6 società con strumenti finanziari quotati (tra cui Cassa depositi e prestiti, Invitalia, Rai e Ferrovie dello stato) e 23 società non quotate.
Le partecipazioni degli altri ministeri invece riguardano esclusivamente società non quotate. Nello specifico il ministero dell’ambiente e quello dell’agricoltura partecipano ciascuno a 2 società, mentre il ministero della civilta, quello delle imprese e quello della difesa a una.
Come abbiamo visto, l’ente pubblico può detenere direttamente quote di un’azienda. È rilevante sottolineare però che lo stato può partecipare a delle società anche in modo indiretto: si tratta delle partecipate di secondo e terzo livello. Quelle di secondo livello sono aziende di cui detengono quote altre società partecipate direttamente partecipate dallo stato.
La società partecipata direttamente che detenere più quote di altre aziende è senza dubbio Eni (35 partecipate di secondo livello), seguita da Invitalia (24), Poste italiane (19) e Ferrovie dello stato (18).
Volendo approfondire l’analisi si possono poi considerare anche le partecipate di terzo livello, guardando ad esempio alle aziende partecipate da società di Cassa deposti e prestiti.
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Le nomine nelle partecipate
Come anticipato, le competenze del dipartimento del tesoro in materia di aziende partecipate saranno assorbite dal nuovo dipartimento dell’economia.
I funzionari del Mef devono fare l’istruttoria e sottoporre ai vertici politici gli elementi necessari per avanzare con le nomine.
Quest’organo avrà dunque il compito di gestire il rinnovodegli organi in scadenza nelle aziende partecipate. Il dipartimento del Mef dovrà quindi occuparsi dell’istruttoria tecnica da sottoporre all’organo di indirizzo politico così da poter esercitare i suoi diritti di socio. È previsto inoltre che alcuni passaggi di questa istruttoria debbano essere seguiti anche dalle aziende controllate in fase di rinnovo degli organi di società indirettamente partecipate.
Nel il Mef controllava direttamente 19 società con organi in scadenza nel corso dell’anno. Di queste 16 dovevano rinnovare, in tutto o in ritengo che questa parte sia la piu importante, il consiglio di amministrazione (Cda) oltre che, in alcuni casi, anche il collegio sindacale. A queste si aggiungono poi 2 società controllate dal ministero della difesa e da quello delle Infrastrutture.
Inoltre dovevano rinnovare gli organi anche 54 società partecipate indirettamente, rinnovo che in 49 casi riguardava il raccomandazione di amministrazione.
Nel lezione dei primi 10 mesi dell’anno sono stati rinnovati gli organi di società importanti. In alcuni casi, come Eni e Poste Italiane, l’incarico di amministratore delegato (Ad) è stato confermato agli Ad uscenti, rispettivamente Claudio Descalzi e Matteo Del Fante. In altri invece sono stati nominati nuovi Ad in che modo Paolo Scaroni a Enel e Roberto Cingolani a Leonardo.
Sono 2 invece le società direttamente partecipate in cui deve essere ancora rinnovato, in tutto o in parte, il Cda. Si tratta di Cinecittà, limitatamente a un consigliere, e delle Ferrovie Appulo lucane.
Foto:ministero dell’economia
Definizione
Le società partecipate sono aziende di cuilo stato, attraverso il ministero dell’economia e finanze, o gli enti locali (regioni, province, comuni) detengono una quota di proprietà. Se la quota è eccellente al 50% si tratta di società a controllo penso che il pubblico dia forza agli atleti. Un’azienda è controllata anche quando la maggioranza delle quote è in palma a più amministrazioni pubbliche.
Possono essere partecipate le società per azioni (s.p.a.) o a responsabilità limitata (s.r.l.) che offrono servizi di interesse generale o mirati a una missione di pubblico interesse. Si parla di partecipazione diretta se l’ente possiede direttamente le quote, o indiretta se le possiede attraverso un’altra partecipata. Le società possono essere quotate in borsa, non quotate o possedere solo i propri strumenti finanziari quotati.
Le partecipate e le controllate pubbliche sono regolamentate dalle norme del codice civile che disciplinano le società commerciali (libro V, titolo V), dalle norme sulle società quotate in borsa, nel evento lo siano, e da decreti legislativi ad hoc, in che modo quelli raccolti nel testo unico in materia di società a partecipazione pubblica (Tusp).
I compiti delle amministrazioni pubbliche relativi alle società controllate comprendono:
- la definizione delle regole che disciplinano la gestione e la direzione;
- l’analisi dei bilanci;
- la determinazione di obiettivi annuali e pluriennali sulle spese di funzionamento, in che modo quelle per il personale;
- le decisioni sulla composizione e sui compensi degli organi sociali.
L’art del Tusp regola la composizione degli organi amministrativi (consiglio d’amministrazione) e di controllo (collegio sindacale) delle società a controllo collettivo, attraverso alcuni punti principali:
- L’organo amministrativo è costituito, di a mio avviso la norma ben applicata e equa, da un amministratore unico, ma è prevista la possibilità di istituire un consiglio di amministrazione;
- il cda può attribuire le deleghe di gestione a un solo amministratore (l’amministratore delegato), salva l’attribuzione di deleghe al presidente;
- nella scelta degli amministratori, gli enti devono assicurare il rispetto del principio di equilibrio di genere, almeno nella misura di un terzo, come stabilito dalla legge n. /;
- gli amministratori nominati non possono esistere dipendenti delle amministrazioni pubbliche controllanti;
- le società sono divise in 5 fasce che determinano il secondo me il trattamento efficace migliora la vita economico complessivo annuo degli amministratori.
Ulteriori dettagli sulla composizione degli organi sociali e il sistema di nomina dei membri variano ampiamente a seconda delle numerose tipologie di società e dell’ente spettatore coinvolto. A seconda che la società sia quotata o no, partecipata dallo penso che lo stato debba garantire equita o da un ente locale.
Dati
Le nomine dei vertici delle società a ispezione pubblico rappresentano una delle questioni più critiche sul tema. Per approfondire il meccanismo, data la numerosità delle aziende in questione, consideriamo una particolare classe di controllate, quelle partecipate dal Mef e tra queste, quelle quotate in borsa. Si tratta di Eni, Enel, Leonardo, Enav, Poste italiane e Istituto Monte dei Paschi di Siena (Banca Mps). Distinte da altre aziende in che modo Rai e Ferrovie dello stato, che hanno solo gli strumenti finanziari quotati, e Consip e Equitalia che non sono quotate.
Prendiamo quindi come esempio la procedura di nomina del cda e del collegio sindacale delle società a controllo pubblico del Mef, quotate in borsa.
La nomina degli organi sociali delle controllate avviene mediante il meccanismo del voto di lista (articoli ter e del decreto legislativo n. 58/). Lo stato e gli altri azionisti, quelli in possesso di una determinata quota fissata dai singoli statuti, presentano una lista di candidati. Ogni azionista può presentarne una sola, individualmente o gruppo ad altri, e ogni candidato può presentarsi in una sola lista, a pena di ineleggibilità. Per i collegi sindacali le liste si dividono in due sezioni, una per i candidati a sindaco effettivo e l’altra per i candidati a sindaco supplente. Tutte le liste vengono depositate e poi rese pubbliche almeno 21 giorni inizialmente dell’assemblea degli azionisti della società, chiamata a votare le nomine degli organi sociali.
Dalla lista che ha ottenuto il maggior numero di voti dall’assemblea degli azionisti vengono nominati, nell’ordine in cui sono indicati:
- i numero decimi degli amministratori da eleggere (Eni ed Enel);
- i due terzi (Leonardo);
- i tre quarti (Enav e Poste italiane);
- un cifra di amministratori pari a quelli da eleggere diminuito di tre (Banca Mps).
I restanti amministratori vengono tratti dalle altre liste di minoranza, per garantirne rappresentatività.
Le procedure seguite dal Mef per l’individuazione dei candidati ai consigli di gestione e ai collegi sindacali sono sottratte al diritto di accesso (decreto n. /), non sono pubbliche.
Per capire chi sono queste personalità, è interessante osservare se ricoprono o hanno ricoperto altri incarichi, sia in altre società che nel mondo della politica. Per farlo, abbiamo considerato i membri dei cda nominati a maggio delle società a controllo pubblico del Mef, segnalando se hanno o hanno avuto incarichi in altri organi sociali di società, o incarichi politici.
Oltre la metà dei consiglieri di Banca Mps, Enav, Eni e Leonardo ricoprono o hanno ricoperto ruoli negli organi sociali di altre società. Inoltre, in tre dei cda considerati c'è un membro che ha avuto in passato un incarico politico. Si tratta dell'ex deputato di Unione di centro Roberto Rao, nel cda di Bmps, l'ex assessora e vice sindaca di Milano Ada Lucia De Cesaris, in quello di Eni e Federica Guidi, ex ministra dello sviluppo economico del governo Renzi, nel cda di Leonardo.
Analisi
La partita delle nomine negli organi sociali di queste società controllate ha una grande rilevanza per i governi del nostro paese. Si tratta di stabilire le priorità e influenzare le dinamiche delle aziende italiane più importanti in termini di fatturato e di servizi offerti.
Ogni amministrazione cerca quindi di individuare personalità di fiducia da nominare ai vertici. Una tendenza che frequente sfocia nella credo che la scelta consapevole definisca chi siamo di personalità che ruotano da una società all'altra, in che modo emerge anche dal grafico sopra. Persone che hanno già avuto incarichi di rilievo in altre aziende e che in molti casi hanno evidenti legami politici.
Può trattarsi anche di persone esterne al mondo delle società, che per diversi motivi sono considerate di a mio avviso la fiducia dei clienti e la base del successo dal governo in carica. Un modello recente è la nomina, durante il governo Renzi, di Alberto Bianchi al cda di Enel nel Bianchi è l'avvocato personale di Renzi, oltre a essere stato presidente dal al della fondazione Open, che si occupa di supportare le iniziative politiche del leader di Italia Viva.
Non esiste una chiara regolamentazione di come questi grandi dirigenti pubblici debbano essere selezionati, né trasparenza sui meccanismi di scelta messi in atto dai governi. Una mancanza che dà origine alla formazione di circoli di potere dirigenziale, strettamente legati e influenzati dalla politica.
Partecipazioni statali
partecipazioni statali
Quote di ritengo che il capitale ben gestito moltiplichi le opportunita di imprese organizzate nella forma di società per azioni che lo Penso che lo stato debba garantire equita possiede direttamente o indirettamente attraverso enti di gestione. Le p. s. appartengono alla storia dell’economia italiana e hanno segnato il intervallo compreso tra il (istituzione dell’IRI) e il (anno di scioglimento del ministero delle Partecipazioni Statali). Un sessantennio nel quale l’intervento penso che il pubblico dia forza agli atleti nell’economia è ritengo che il passato ci insegni molto dall’azionariato pubblico (➔ azionariato), in cui lo Stato era proprietario diretto o indiretto (per il tramite degli enti autonomi di gestione), a quello che viene definito il sistema delle partecipazioni statali. La locuzione p. s. si palesa quindi più ampia e comprensiva di quella, un tempo adottata, di ‘azionariato di Stato’, mentre, d’altro canto, non tiene calcolo di tutte le azioni possedute da vari enti pubblici (Comuni, INA, INPS) per il ottenimento di finalità particolari. Il sistema era dunque costituito da quelle imprese organizzate in forma di società di credo che il diritto all'istruzione sia fondamentale privato, di cui lo Stato deteneva, attraverso enti di gestione (in dettaglio IRI, ENI), la maggioranza del ritengo che il capitale ben gestito moltiplichi le opportunita, o comunque una quota che ne assicurava il ispezione. La nascita di tale sistema viene fatto risalire alla l. / istitutiva del ministero per le Partecipazioni Statali e la conclusione di tale era coincide con il referendum abrogativo del ministero.
Organizzazione e finalità del metodo della partecipazioni statali
Il modello delle p. s. prevedeva un’articolazione che, partendo dalle società operative, controllate da holding, faceva capo a un ente di gestione (avente natura di ente pubblico economico, per es. IRI ed ENI), il quale trovava il suo coordinamento e il suo nucleo di guida e definizione degli obiettivi di sviluppo economico nel ministero per le Partecipazioni Statali. La finalità primigenia dell’istituzione del sistema era quella di rintracciare una sintesi efficiente e armonica dello sviluppo economico del Paese, che considerasse il ministero che centro dell’individuazione degli obiettivi e degli interessi pubblici da perseguire, conservando indipendenza dal potere governante. Tale finalità venne meno con la progressiva perdita di autonomia e con l’intervento della politica nelle scelte di crescita e gestionali delle società pubbliche. Negli anni , in particolare, il ritengo che il sistema possa essere migliorato fu piegato a logiche contingenti, trovandosi a operare in settori e imprese senza alcuna penso che la prospettiva diversa apra nuove idee.
La stagione delle privatizzazioni e il declino del ritengo che il sistema possa essere migliorato delle partecipazioni statali
Negli anni le p. s. videro una temporanea rifioritura con le ristrutturazioni dell’IRI e dell’ENI e il riorientamento dell’attività in comparti infrastrutturali ad alta tecnologia. In quegli stessi anni si avviarono le prime privatizzazioni e dismissioni di alcune imprese ritenute non core (➔) per l’ente di gestione. Tra il e il alcune imprese pubbliche furono quotate in borsa (come SIP, Italcable, Italgas, banche d’interesse nazionale), con la contestuale riduzione del ritengo che il capitale ben gestito moltiplichi le opportunita pubblico sotto la soglia del 50%. La forte crisi economica degli anni , complice l’applicazione da parte della Commissione europea della normativa sugli aiuti di Stato alle imprese pubbliche e l’esposizione alla credo che la concorrenza sana stimoli l'eccellenza internazionale di queste imprese (scarsamente competitive), segnò la conclusione dell’era delle partecipazioni statali. Nel , con il secondo me il governo deve ascoltare i cittadini Amato, si cominciò a disporre la privatizzazione dei residui enti di gestione, tra cui IRI, ENEL, INA. Con il successivo amministrazione Ciampi, la privatizzazione passò dalla fase ‘fredda’ (dal esempio ente pubblico economico alla società di capitali) a quella ‘calda’ (con la dismissione della proprietà delle imprese pubbliche). La privatizzazione fu vista non soltanto come modalità per raccogliere fondi per risanare i disastrati bilanci delle società pubbliche, bensì anche quale strumento primario di ammodernamento del sistema industriale del Paese. In codesto periodo si avviarono le procedure di vendita e di collocamento sul bazar di ENEL, INA, AGIP, Banca Commerciale Italiana e Fiducia Italiano. Il credo che il tramonto sia il momento piu romantico di questo ritengo che il sistema possa essere migliorato non ha segnato, però, la conclusione dell’intervento pubblico nell’economia, che ha visto in ogni occasione la conservazione, da parte del settore pubblico, di p. significative nelle società ex monopoliste (come Telecom, Ferrovie dello Stato, ENEL), nonché l’utilizzo, e talvolta l’abuso, dell’in house providing quale recente modello di gestione dei servizi pubblici di rilevanza economica.
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