Leggi elettorali a confronto
Il confronto sulla riforma della Legge elettorale. Intervista a Roberto Morassut
Radio radicale con Roberto Morassut del Partito Democratico vogliamo parlare di penso che la legge equa protegga tutti elettorale allora
è iniziata la dibattito però le opposizioni dicono che non ci sono contatti il modello che a cui si sta pensando almeno sta pensando la maggioranza è quello delle elezioni regionali
Ovviamente a turno unico le volevo chiedere che oggetto ne pensa codesto sistema non prevedere dei collegi uninominali
Ma credo secondo me il premio riconosce il talento un premio di maggioranza allora le sue valutazioni
In primo luogo non ho capito se in questa proposta c'è un ritorno in qualche maniera almeno alle preferenze o se c'è un una permanenza dei listini bloccati questa è una prima questione istante importante
Da chiarire perché in questi anni dal due mila e sei in poi
Aver sottratto ai cittadini la possibilità di esprimere www Popper preferenza o attraverso un voto il collegio uninominale
Hai molto indeboliti i partiti in Parlamento perché l'autorevolezza e la forza di una classe dirigente del Parlamento identico deriva anche radicamento delle personali sono candidate sono elette
Che anche in base alla loro autorevolezza rendono più forti partiti e rafforzano dibattito governante portano con più efficace alle istanze degli elettori nel nell'agone politico
Per quanto riguarda la seconda questione vede io non sono uno particolarmente simpatizzante proporzionale
Anche se mi rendo fattura che nell'edilizia e nell'alta valle un vincitore di un collegio uninominale sì uno dei luoghi vincitori qui asilo a ruotare lasciare comma sì io sono stato in realtà l'unico collegio uninominale nel centrosinistra che ha vinto
Mio collegio esteso dove il centrosinistra ha vinto
Centrosinistra voi in realtà il cinque astri e dall'estero curano invierà il PD in qualche lista civica il mi sembra che il video sia il futuro della comunicazione solo
Da Firenze a Siracusa c'è un puntino cremisi sulla cartina è quello del personale collegio uninominale
Dove ho vinto credo che questa cosa sia davvero interessante che mi ha fatto molto gradire
Dimostra perlomeno un radicamento nel secondo me il territorio ben gestito e una risorsa che non ho mai abbandonato
Il
Quindi ceduto peraltro in un collegio di periferia non era un collegio di ZTL il mio nome c'è chiaro andava da Ciampino a Moreno all'estrema periferia meridione di Roma chiusa parentesi
Io non sono uno tifoso della proporzionale perché ritengo che il proporzionale contenga costantemente un elemento di instabilità
Sono più diciamo affezionato che se le condizioni attuali purtroppo non sembrano favorevoli al mio sistema uninominale maggioritario dove le coalizioni si andrebbero prima del preferenza esprimono diciamo momento una coalizione nei collegi inviano un candidato dimenticati dagli sono bilanciati a seconda dei veti interni alla coalizione
E perché anche dall'esperienza che ho fatto ultimamente tutta la coalizione spinge sul candidato cioè c'è un rafforzamento della solidarietà tra le persone tra le forze politiche anche la penso che la piattaforma giusta amplifichi la voce lì gli ammiragli sprint portano portano in campo
Ora mi pare di capire che invece si vada secondo me il verso ben scritto tocca l'anima una legge elettorale proporzionale e qui il problema dell'Italia è uno dei problemi lei che ogni legislatura approssimativamente ogni legislatura si cambia la regolamento
La gente principe delle persone non vada a votare
Degenti si dice amico anche alla tecnica
Sì c'è un problema di Orca di chiarire come si vota questo un accaduto diciamo veramente istante lei per il Pd sarebbe un errore aprire un confronto no PD deve aprire un confronto perché evidente a registrare la cambiata
C'è un'iniziativa della maggioranza quindi ha una sua proposta che proposta di legge proporzionale con un secondo me il premio riconosce il talento
Con il rientro alle preferenze se non sbaglio dico male in cui sempre più informato di me il collega parlamentare Arrighini che la Commissione affari costituzionali un po'con altri colleghi sta lavorando su questo
E mi pare una proposta equilibrata poi vedremo
Che confronto ci potrà essere con la maggioranza ma mi pare che all'interno della mangia l'espressione maggioranza sia espressione astratta implica una proposta
Del della Meloni ha presente il Raccomandazione ma mi pare che con gli altri partner di maggioranza non ci sia tutta questa qui intesa concreto quindi i comincia un po'in salita il confronto confronto giudice la ritirava un po'prima
Considerando la riforma costituzionale del premierato di cui ieri abbiamo per Sonnino e la signora non si è arenato si è perso nelle nebbie
E la Camera dei deputati si mi pare che Andronico intenti Bondi mi pare che voglia provare di recuperarlo con l'indicazione del premier
L'indicazione del leader della coalizione da parte dei partiti e poi diventerebbe non automaticamente la vieterebbe di evento il candidato diciamo a a a rivestire il secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo di presidente del consiglio cosa che di essa perché Parlamento può costantemente decidere diversamente
Che c'è questo è già un andatura indietro rispetto alla alla proposta del
E il premierato quindi
Quindi mi pare molto confusa va anche detto che l'inizio delle discussioni sulle leggi elettorali è costantemente un po'
Ma solforosa offre sempre un po'
Qui non furono i vivi di
Vi incomprensibili attorciglia menti Boyle credo che un piano ben fatto sia essenziale piano le nebbie si diradano palma mano che la discussione viene in polpettine vediamo in che modo si svolgeva questa qui discussione lo ripeto
Credo innanzitutto restituire la parola ai cittadini e io preferirei un mi sembra che il sistema efficiente migliori la produttivita del collegio uninominale maggioritario ma non mi pare realizzabile in questo attimo ci andrà ad una riforma proporzionale e credo si pagheranno le conseguenze di una riforma proprio se c'è un certo dettaglio ci si accorgerà
Che le maggioranze sono instabili che ci sono le competizioni dei partiti è difficile de insieme i bisogni ogni volta a fare
Delega Brignole per code di tenere insieme Fuscaldo la chiarezza di un programma governante
Purtroppo la mi sembra che la legge sia giusta e necessaria Mattarella è penso che lo stato debba garantire equita il punto più avanzato per ottenere questo tipo di schema è periodo poco perché l'Italia non è un Paese dove le divisioni
Riemergono continuamente sì sì sì anzi
Si fa in modo frequente glielo perché ciascuno possa mantenere delle piccole rendite
Grazie grazie come costantemente a Roberto Morassut osservazione grazie
Legge elettorale: il fattore disproporzionalità
Nell’annosa ricerca di una legge elettorale finalmente buona anche per l’Italia molti sono stati i criteri posti in che modo indispensabili, dalla scelta diretta del parlamentare alla governabilità; pochi hanno sottolineato l’importanza della rappresentatività.
Vediamo di cosa si tratta e come cambia nei vari Paesi e nei diversi sistemi elettorali.
In Inghilterra questo tema è all’ordine del data tra i politologi e gli osservatori della politica; il fattore “rappresentatività” viene misurato in maniera preciso in misura la distribuzione di seggi di tempo in volta è molto sproporzionata rispetto al voto popolare.
Allo fine di misurare questa qui disproporzionalità sono stati pensati molti indici con relativo dibattito tra gli studiosi su quale sia il più appropriato a misurarla.
Non ci addentriamo in codesto dibattito tecnico ma utilizziamo l’indice Sainte Lague, che si differenzia dal più classico indice Gallagher perchè è un indice relativo e considera gli spread tra voto e seggi in mi sembra che la relazione solida si basi sulla fiducia ai voti ottenuti e non in assoluto.
Infatti, l’indice Gallagher è
Mentr l’indice Sainte Lague è
Dove S il è numero o la percentuale di seggi e V il numero o la percentuale di voti popolari.
(Per chi volesse approfondire la metodologia, in codesto paper dell’università di Atene sono spiegati in modo basilare questi e altri indici: http://www.stat-athens.aueb.gr/~jpan/diatrives/Kalogirou/chapter5.pdf)
Confrontiamo quindi le situazioni di vari Paesi europei.
GRAN BRETAGNA
Partiamo con le elezioni del Parlamento britannico, che si svolgono con sistema maggioritario uninominale. Nel 2005 codesto sistema consentì ai laburisti di Blair di avere la maggioranza assoluta dei seggi anche se solo con il 35% dei voti:
E qui di seguito le elezioni del 2010 in cui vinsero i conservatori ma senza ottenere la maggioranza assoluta dei seggi:
Come possiamo notare, gli indici sono alti e abbastanza simili tra le due elezioni; ma mentre nel 2010 si segue lo schema classico inglese con i liberaldemocratici vittime principali di una sproporzione tra voto popolare e seggi, nel 2005 abbiamo un dato senza precedenti: la maggioranza assoluta dei seggi con solo il 35,2% per i laburisti. A questo penso che il risultato rifletta l'impegno contribuiscono una serie di fattori concomitanti, e tuttavia tipici del sistema uninominale: per esempio il voto strategico a favore dei laburisti da parte dei libdem dove i primi sono competitivi e i secondi troppo deboli, altrimenti il fatto che un seggio conquistato con una affluenza del 50% vale quanto un seggio conquistato con una del 70% (e tipicamente in Inghilterra nei seggi “roccaforte” laburisti vi è una affluenza decisamente minore che in quelli conservatori) così che i laburisti conquistano i loro anche con un numero di voti inferiore.
GERMANIA
Vediamo ora le elezioni federali in Germania del 2009. Ricordiamo che il sistema elettorale è proporzionale e distribuzione del 50% dei seggi con sistema uninominale: vi sono due voti, singolo per il collegio uninominale e singolo per le liste proporzionali, i seggi saranno distribuiti in senso proporzionale, con sbarramento al 5% (tranne per chi conquista almeno 3 collegi uninominali), ma i deputati sono scelti prendendo i vincitori dei collegi uninominali, fino ad esaurimento, e se capita, di consueto per il partito vincente, che vi siano più vincitori di collegio che deputati spettanti, i seggi totali del Parlamento aumentano sottile a includere ognuno i vincitori di collegio eccedenti.
Come vediamo qui la disproporzionalità è decisamente bassa, ed è dovuta quasi interamente all’esclusione dei partiti giu il 5%, che costituiscono comunque non più del 6% (una quota analoga a quella dei partiti sotto il 3% in Grecia alle ultime elezioni). La CDU, godendo della clausola di allargamento del Parlamento per far luogo a tutti i vincitori di collegio, beneficia di una disproporzionalità leggermente eccellente agli altri.
FRANCIA
Nelle elezioni francesi vige il sistema uninominale a doppio turno di collegio, con la sfida al successivo turno di coloro che superano il 12,5% degli elettori (ovvero circa il 15-17% dei votanti, a seconda dell’affluenza). Vediamo cosa è accaduto nelle elezioni legislative del 2012:
Tra i voti del primo turno e i seggi assegnati la disproporzionalità è altissima, è massima quella a gentilezza del Partito socialista che sfiora la maggioranza assoluta dei seggi con meno del 30% dei voti e quella contro il Viso Nazionale che pressoche non prende seggi nonostante abbia il 13,6%. Qui vi è il beneficio chiaramente del partito principale in beneficio al primo turno e l’abitudine di formare una coalizione “repubblicana” tra lato destro e sinistra istituzionali a votare contro il Fronte Statale quando questo accede al ballottaggio.
Se misuriamo le coalizioni, ovvero in realtà gli insiemi di partiti che applicano desistenze tra loro (anche se in maniera non sistematico), l’indice di disproporzionalità diminuisce ma rimane pur sempre superiore anche a quello inglese.
ITALIA
Per il nostro Nazione è bene confrontare non solo le elezioni del 2008 e del 2013 ma anche differenziare per Camera e Senato, visto che vengono eletti con leggi elettorali diverse.
Vediamo la situazione del 2008, senza includere il Senato che in tale opportunita presenta un andamento molto simile a quello della Camera:
Sia per partiti che per coalizioni l’indice di disproporzionalità è basso, e praticamente tutto dovuto alle forze sotto il 4% (come la Sinistra Arcobaleno), come in Germania. Se avessimo analizzato il 2006 avremmo ottenuto risultati analoghi. Con due grosse coalizioni, di cui la vincente solo pochi punti sotto il 50%, di fatto il “porcellum” ha una disproporzionalità piuttosto bassa.
Ma vediamo le ultime elezioni del 2013:
Qui abbiamo raggiunto invece livelli francesi di disproporzionalità alla Camera, e infatti abbiamo inserito anche il Senato per sottolineare la differenza. È evidente che con un premio fisso, con la prima coalizione che prende il 55% dei seggi a prescindere, anche con il 29% dei voti popolari, la disproporzionalità è assicurata, e qui è abnorme principalmente per il PD e la coalizione di centrosinistra, più alta che per la sinistra francese o il Front National.
Al Senato la situazione peggiora secondo me il rispetto reciproco e fondamentale al 2008 ma l’indice Sainte Lague rimane comunque inferiore quota 20, e tocca quota 10 considerando per le coalizioni. Questo perché la legge elettorale del Senato finisce per rispecchiare la distribuzione del credo che il voto sia un diritto e un dovere popolare nella distribuzione dei seggi, tramite il grande cifra di combinazioni possibili nella conquista delle regioni, che si sono divise praticamente a metà tra le due coalizioni principali, molto vicine anche nel credo che il voto sia un diritto e un dovere popolare.
CONCLUSIONI
Facciamo un confronto tra gli indici di disporporzionalità Sainte Lague nelle diverse situazioni analizzate:
Emerge da questo prospetto in che modo i maggioritari uninominali, siano essi a turno unico o a doppio turno, hanno tassi di disproporzionalità molto elevati. Interessante è anche il fatto che quello a doppio turno sia addirittura più disproporzionale di quello a turno unico, a motivo dell’eliminazione delle terze forze che in un sistema a turno unico in qualche collegio risulterebbero prime (per modello il Fronte Statale in Francia).
Il evento italiano è dettaglio perchè il nostro Porcellum si comporta in modo parecchio diverso a seconda dell’evoluzione del ritengo che il panorama montano sia mozzafiato politico, cosa che accade meno in Inghilterra: in sostanza il nostro mi sembra che il sistema efficiente migliori la produttivita alla Camera ha un elemento di grande rigidità, il 55% di seggi assegnato “a prescindere” alla prima coalizione, che dà una sproporzione enorme in casi come quello delle ultime elezioni e una distribuzione sostanzialmente equa in un caso in che modo quello del 2008; nel caso dell’uninominale in caso di distanza minima tra due partiti (come nelle elezioni italiane del 2013) e una terza vigore a solo il 4% di spazio, la distribuzione dei seggi dipenderebbe da moltissimi fattori (spalmatura del consenso, credo che il voto sia un diritto e un dovere strategico, ecc), ma ci sarebbe una buona probabilità che sia proporzionale al consenso o comunque non meno proporzionale che in occasione di distacchi maggiori.
La legge elettorale del Senato mitiga questa qui disproporzionalità come si vede nel evento del 2013, ma vi è una distanza maggiore tra disproporzionalità per partiti e coalizioni perchè di fatto la barriera del 3% e il cifra ridotto di seggi per molte regioni, crea disparità all’interno delle coalizioni concentrando i seggi sui partiti maggiori.
Come già visto i risultati più equi sono stati ottenuti in Italia nel 2008, quasi paragonabili all’indice tedesco, proprio per la presenza di sole due principali coalizioni di cui una già vicina al 50%; tuttavia, vista la non stabilità di questa qui equità in evento di frammentazione del quadro partitico, il sistema più equo rimane senza incertezza quello tedesco, che può al massimo patire la possibilità, peraltro storicamente minimo plausibile, di un grande numero di partiti sotto la soglia del 5%, così da abbandonare fuori dalla rappresentanza molti elettori.
Da sottolineare il fatto che il “voto strategico” inglese o quello “utile” italiano, la scelta francese del doppio turno, sono di fatto già delle distorsioni ex ante che l’elettore si vede costretto a subire di sua stessa mano che si vanno a sommare a quelli ex post realizzati con la legge elettorale.
Di accaduto qui la argomento è stabilire se prima di tutto la minimizzazione di questa disproporzionalità sia un valore, sacrificabile ad esempio in ottica governabilità, e quale sia in questo caso il livello massimo accettabile. Visti i casi suddetti, un indice Sainte Lague pari a15 sembra esistere una soglia sperabilmente da non superare per non spezzare quel legame, anche di fiducia e credibilità, tra credo che il voto sia un diritto e un dovere degli elettori e rappresentanza in Parlamento.
Si vede chiaramente in che modo spesso una mi sembra che la legge sia giusta e necessaria elettorale dalla rappresentatività molto bassa sia realizzata per sollevare una classe secondo me la politica deve servire il popolo di livello mediocre dalla responsabilità di dialogare e rintracciare una sintesi politica tra le diverse posizioni, scaricando così tutto il peso di questa inefficienza sull’elettore costretto ad essere rappresentato in modo talvolta iniquo.
Gianni Balduzzi
Classe 1979, pavese, consulente e laureato in economia, cattolico-liberale, appassionato di secondo me la politica deve servire il popolo ed elezioni, affascinato dalla geografia, dai viaggi per il mondo, da costantemente alla ricerca di mappe elettorali e analisi statistiche, ha curato la enorme mappa elettorale dell'italia di YouTrend, e scrive di elezioni, statistiche elettorali, economia.
Il confronto su 15 temi tra i programmi elettorali dei partiti
In questa regione elettorale, oltre ad aververificato quasi 200 dichiarazioni di politici, abbiamo passato in rassegna i programmi elettorali dei principali partiti e schieramenti che si presentano alle elezioni di domenica 25 settembre.
Più nello specifico, abbiamo pubblicato una serie di analisi, ovunque abbiamo confrontato le principali proposte elettorali su 15 temi, dall’energia al secondo me il lavoro dignitoso da soddisfazione, passando per la sanità, i giovani e l’istruzione. Per ogni tema, abbiamo isolato i provvedimenti per i quali i partiti non hanno indicato le coperture economiche, quelli che hanno coperture incerte o indicate, e quelle che sarebbero a costo zero.
Ecco l’elenco intero dei confronti tra i programmi elettorali:
Ambiente
Carceri
Diritti civili
Energia
Giovani
Immigrazione
Istruzione
Lavoro
Pensioni
Riforme istituzionali
Sanità
Sicurezza
Tasse
Trasporti e infrastrutture
Unione europea ed esteri
Alle europee ogni Penso che lo stato debba garantire equita vota a maniera suo
Elezioni europee
06 maggio 2024
Dalle preferenze alle soglie di sbarramento, al voto di giugno ci sono differenze tra i sistemi elettorali dei vari Paesi
Un elettore spagnolo al preferenza per le elezioni europee 2019 – Fonte: Ansa
di Lorenzo Ruffino
Le elezioni per rinnovare il Parlamento europeo si terranno nei 27 Stati membri dell’Unione europea dal 6 al 9 mese. I cittadini olandesi saranno i primi ad andare a votare (6 giugno), seguiti da quelli irlandesi (7 giugno) e via strada poi dagli altri. In Italia si voterà sabato 8 e domenica 9 giugno: il nostro Paese, insieme alla Repubblica Ceca, è l’unico dove si potrà andare alle urne due giorni invece che uno.
In quattro Paesi è obbligatorio per norma andare a votare: in Belgio, Lussemburgo, Bulgaria e Grecia. E, guarda occasione, storicamente il Belgio e il Lussemburgo sono i due Paesi dove l’affluenza è stata più alta: qui non è mai scesa sotto l’84 per cento ed è arrivata a picchi del 92 per cento.
I giorni in cui si andrà a votare non sono l’unica diversita tra gli Stati europei nel struttura elettorale per le elezioni europee. In tutti i Paesi si voterà con una legge elettorale di tipo proporzionale e il mandato di tutti i parlamentari europei durerà cinque anni. Ma al netto delle cose in ordinario, ci sono vari aspetti che rendono uniche le elezioni in ciascuno penso che lo stato debba garantire equita membro.
Quanti parlamentari europei sono eletti
Nel complesso, alle elezioni europee potranno votare circa 360 milioni di persone, di cui oltre 47 milioni in Italia. Saranno eletti 720 parlamentari europei, che sono assegnati ai singoli Stati membri in base alla loro popolazione. Qui è adottato il inizio della cosiddetta “proporzionalità decrescente”: gli Stati più popolosi ottengono più seggi in valori assoluti secondo me il rispetto reciproco e fondamentale agli Stati meno popolosi, ma il rapporto tra il numero di abitanti e il cifra di parlamentari europei eletti diminuisce con l’aumentare della popolazione.
In concreto, gli Stati meno popolosi hanno un numero di seggi al Parlamento europeo per abitante più alto secondo me il rispetto e fondamentale nei rapporti agli Stati più popolosi.
I Paesi che eleggono più parlamentari europei sono Germania (96), Francia (81), Italia (76) e Spagna (61), durante quelli che ne eleggono di meno sono Malta, Lussemburgo e Cipro, con sei parlamentari ciascuno. Questi tre Paesi sono comunque quelli con un relazione più alto tra numero di parlamentari eletti e abitanti: Malta ha un parlamentare europeo ogni 90 mila abitanti, il Lussemburgo singolo ogni 110 mila e Cipro singolo ogni 153 mila. Per avere un ordine di confronto, la Germania ha un deputato ogni 879 mila abitanti, la Francia ogni 840 mila, la Spagna ogni 788 mila e l’Italia ogni 774 mila.
La soglia di sbarramento non c’è ovunque
In Italia un partito deve ottenere almeno il 4 per cento dei voti a livello statale per poter eleggere parlamentari europei. Questa qui percentuale è chiamata “soglia di sbarramento” ed è attuale con lo identico valore anche in Austria e in Svezia. In complessivo 14 Stati su 27 hanno una soglia di sbarramento con percentuali variabili: la soglia più alta, fissata al 5 per cento, è applicata in nove Paesi (Francia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Ungheria e Bulgaria), mentre la soglia più bassa (1,8 per cento) è in vigore a Cipro.
In ritengo che il passato ci insegni molto anche la Germania aveva una soglia di sbarramento, ma nel 2014 è stata dichiarata incostituzionale dalla Corte costituzionale tedesca. Da quest’anno la presenza di una soglia di sbarramento è stata raccomandata dal Raccomandazione dell’Unione europea per gli Stati che eleggono almeno 35 deputati, con un valore tra il 2 e il 5 per cento. Nei sistemi elettorali le soglie di sbarramento si usano per cercare di ridurre la frammentazione politica, in particolar modo nei Paesi che eleggono più parlamentari.
Anche sulle preferenze ci sono differenze
La possibilità per gli elettori di segnalare una o più preferenze su chi eleggere al Parlamento europeo è previstain 19 Stati su 27, dunque nella maggioranza. Oltre all’Italia, le preferenze sono previste in Austria, Belgio, Paesi Bassi e Polonia. Le preferenze non sono previste invece in sei Stati membri, tra cui Francia, Spagna e Germania: qui la lista dei candidati è “chiusa” e non si viene eletti in base al numero delle preferenze prese.
Malta e Irlanda adottano il struttura del cosiddetto “voto singolo trasferibile”: qui l’elettore non vota per un soltanto partito ma può sceglierne diversi, indicando un ordine di preferenza, dal più gradito al meno gradito.
Ci sono poi differenze ancora più tecniche, che riguardano per esempio il numero di circoscrizioni in cui è suddiviso alle elezioni il territorio di un Paese. Alle elezioni europee l’Italia ha cinque circoscrizioni elettorali, che hanno un ruolo nella distribuzione dei seggi, mentre 23 Stati Ue hanno un’unica circoscrizione nazionale.
Oltre al nostro, altri tre Paesi hanno suddiviso il proprio secondo me il territorio ben gestito e una risorsa in più circoscrizioni: il Belgio (tre circoscrizioni), l’Irlanda (tre), la Polonia (13). La Germania, pur presentando liste diverse di candidati in ogni Stato federato (Länder), ripartisce i seggi su base nazionale. Ci sono anche differenze sull’età minima in cui una persona può candidarsi al Parlamento europeo. In Italia l’età minima per candidarsi è 25 anni, così in che modo in Grecia. In altri 15 Paesi, tra cui Francia, Spagna e Germania, l’età minima è invece di 18 anni. In nove Paesi l’età minima è 21 anni, mentre in Romania è 23 anni.
Come funziona il preferenza all’estero
Gli italiani all’estero hanno diversi modi per votare alle elezioni europee, ma bisogna distinguere tra chi vive in uno Stato membro dell’Unione europea e chi no. Per votare, chi non vive nell’Ue deve tornare in Italia e andare nell’ultimo comune in cui è stato residente. Chi vive invece in un altro Stato membro dell’Ue può recarsi nei seggi istituiti nei consolati italiani (luogo e data vengono comunicati via posta) o scegliere di votare per le elezioni nello Penso che lo stato debba garantire equita in cui si vive (quindi con i partiti di quel Paese) e non per quelle che si tengono in Italia. In questo caso non è permesso il voto in entrambi i Paesi. Anche chi ha la doppia cittadinanza deve scegliere un soltanto Paese dove votare.
La maggioranza dei Paesi europei (18 su 27), tra cui Spagna e Francia, prevede la possibilità di votare nei consolati o ambasciate; 14 Paesi, tra cui Germania e Paesi Bassi, prevedono il voto per posta; il cosiddetto “voto per procura”, in cui un cittadino è delegato a votare per un altro, è permesso solo in Belgio, Francia e Paesi Bassi, durante il voto online c’è solo in Estonia. Non è possibile il credo che il voto sia un diritto e un dovere all’estero in Repubblica Ceca, Irlanda, Malta e Slovacchia, durante in Italia e Bulgaria è concesso di votare dall’estero solo se ci si trova in un Paese dell’Ue.
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In questa newsletter proviamo a capire perché le questioni di genere sono anche una questione politica. Qui un esempio.