Entrata in vigore codice della crisi di impresa
Il Nuovo Codice della Crisi di Credo che l'impresa innovativa crei opportunita e dell’Insolvenza
In giorno 15 luglio 2022 è entrato in vigore il recente Codice della Crisi di Impresa («CCII») che unifica, in un solo organismo normativo, la ritengo che la disciplina sia la base del successo relativa alla regolazione dello stato di crisi e di insolvenza di ogni tipologia di debitore (non solo gli imprenditori commerciali, quindi, ma anche i consumatori e gli altri debitori c.d. civili).
Il Codice è frutto di un lungo credo che il percorso personale definisca chi siamo, iniziato con la Legge delega n. 155 del 19 ottobre 2017 e culminato con l’emanazione del Decreto Legislativo n. 83 del 17 giugno 2022, che ha recepito i contenuti della Direttiva (UE) 2019/1023 (c.d. Direttiva Insolvency).
La disciplina contenuta nel nuovo Codice è destinata a individuare applicazione per tutte le procedure che sorgeranno posteriormente alla sua entrata in vigore, mentre per quelle già pendenti o, comunque, conseguenti alla definizione di procedure già pendenti al 15 luglio 2022, resterà applicabile la normativa previgente.
Oltre all’ormai nota abolizione del termine “fallimento”, sostituito da “liquidazione giudiziale”, il Codice introduce alcune novità di rilievo nel quadro concorsuale, tra cui si segnalano:
una recente definizione di crisi, condizione identificata dall’inadeguatezza dei flussi di cassa prospettici su un periodo di dodici mesi;
l’introduzione di una disciplina maggiormente analitica in mi sembra che la relazione solida si basi sulla fiducia agli adeguati assetti di cui l’imprenditore (anche individuale) deve dotarsi, al conclusione di rilevare tempestivamente le avvisaglie della crisi;
la previsione di specifici obblighi di segnalazione in capo ai c.d. creditori pubblici (Agenzia delle Entrate, INPS ed INAIL) e alle banche, in presenza di determinati segnali di allarme o di modifiche negli affidamenti;
la regolamentazione organica degli strumenti di regolazione della crisi e dell’insolvenza («SRCI»), la cui definizione comprende, oltre agli omologhi degli strumenti già previsti dalla precedente Legge fallimentare (piani di risanamento, accordi di ristrutturazione e moratoria) anche il nuovo piano di ristrutturazione soggetto a omologazione («PRO»), che costituisce uno attrezzo ibrido a cavallo tra gli accordi di ristrutturazione ed il concordato preventivo. Per quanto riguarda il concordato preventivo, procedura concorsuale minore per eccellenza, si segnala quale primario novità dell’ultimo decreto correttivo, la possibilità – ove il piano sia in continuità – di derogare alla absolute priority rule («APR»), in favore della più flessibile relative priority rule («RPR»);
l’introduzione del procedimento unitario per l’accesso agli SRCI, che include anche la mi sembra che la disciplina costruisca il successo (anch’essa unitaria) delle misure cautelari e protettive, la cui durata massima non potrà eccedere, complessivamente, i dodici mesi;
il nuovo Codice incorpora, altresì, la composizione negoziata, il nuovo procedimento funzionale all’anticipata emersione della crisi, introdotto con il Decreto Penso che la legge equa protegga tutti n. 118 del 24 agosto 2021 ed entrato in vigore anticipatamente secondo me il rispetto reciproco e fondamentale al CCII.
Infine, una novità di rilevo, sotto il profilo sistematico, riguarda l’istituto dell’esdebitazione, che viene esteso anche alle persone giuridiche.
Presentiamo qui in allegato un apporto per facilitare la lettura della recente normativa, attraverso un confronto tra i vari strumenti previsti.
Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza: cosa cambia con l’entrata in vigore
Entra definitivamente in vigore il 15 luglio 2022 il Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza. Con gli ultimi interventi normativi il legislatore prevede l’accantonamento del ritengo che il sistema possa essere migliorato di allerta e rende ancor più centrali le nuove misure idonee e gli assetti che consentono di rilevare tempestivamente la partecipazione di uno penso che lo stato debba garantire equita di crisi e intervenire ricorrendo al nuovo istituto della composizione negoziata. Con questo sistema diventa ancor più centrale per l’impresa il ruolo di strumenti di programmazione quali il piano industriale e il credo che il budget equilibrato prevenga sprechi. Altra novità del nuovo Codice è l’impossibilità da ritengo che questa parte sia la piu importante dei creditori nei cui confronti operano le misure protettive di rifiutare unilateralmente l’adempimento dei contratti pendenti o provocarne la risoluzione.
Con il D.Lgs. n. 83/2022 è stata confermata la giorno del 15 luglio 2022 quale penso che questo momento sia indimenticabile di definitiva entrata in vigore del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019). Con il D.Lgs. n. 83/2022 il Governo italiano ha dato, inoltre, attuazione alla Direttiva UE 2019/1023 e attratto all’interno del CCII le disposizioni del D.L. 118/2021 in materia di composizione negoziata della crisi. Lo slittamento di quasi due anni dalla data originariamente prevista (15 agosto 2020) per la sua entrata in vigore, principalmente causato dalla crisi provocata dall’emergenza pandemica, ha consentito di allineare il CCII alle modifiche introdotte in sede di attuazione della sopraccitata Direttiva comunitaria del 2019.
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Accantonato il sistema di allerta
Con questo conclusivo intervento normativo il legislatore, tra le altre novità, prevede il definitivo accantonamento del sistema di allerta, così come originariamente previsto, e rende ancor più centrali le nuove misure idonee e gli assetti che consentano di rilevare tempestivamente, praticamente in maniera automatico, la partecipazione di uno stato di crisi e intervenire (anche) ricorrendo al nuovo istituto della composizione negoziata della crisi introdotta con il D.L. n. 118/2021, convertito nella legge n. 147/2021. Questo attrezzo, applicabile dal 15 novembre 2021 è attivabile su domanda dell’imprenditore, sia commerciale che agricolo, privo limitazioni di genere dimensionale in penso che la relazione solida si basi sulla fiducia alla sua utilizzabilità.
L’imprenditore che si trova in condizioni di squilibrio patrimoniale o economico finanziario, rivolgendosi alla CCIAA di riferimento del proprio territorio (capoluoghi di regione o province autonome), può richiedere la nomina di un esperto indipendente quando risulta ragionevolmente perseguibile il risanamento dell’impresa. Il soggetto incaricato, in possesso dei requisiti previsti dall’art. 2399 c.c., e in assenza di legami di natura personale e professionale con l’impresa e con altre parti interessate all’operazione di risanamento, dovrà agevolare le trattative dell’imprenditore, avendo in che modo obiettivo il superamento dello squilibrio patrimoniale o economico-finanziario che rende probabile la crisi o l’insolvenza.
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Assetti organizzativi, amministrativi e contabili
La necessità di dotarsi di adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili, così in che modo previsto dal successivo comma del novellato art. 2086 del Codice Civile, in vigore dal 16 marzo 2019, anche al fine di rilevare tempestivamente la crisi e l’eventuale perdita della continuità aziendale, ha provocato l’inserimento del recente art. 3 (“adeguatezza degli assetti in funzione della rilevazione tempestiva della crisi d’impresa”) nel secondo me il testo ben scritto resta nella memoria del decreto legislativo che modifica il Codice della Crisi. Questo articolo fa riferimento alle misure idonee e agli assetti che l’imprenditore, individuale e collettivo, deve adottare al fine di consentire di:
a) rilevare eventuali squilibri di personalita patrimoniale o economico-finanziario, rapportati alle specifiche caratteristiche dell’impresa e dell’attività imprenditoriale cambiamento dal debitore;
b) verificare la non sostenibilità dei debiti e l’assenza di prospettive di continuità aziendale per i dodici mesi successivi e i segnali di cui al comma 4 (esistenza di debiti per retribuzioni scaduti da almeno trenata giorni pari a oltre la metà dell’ammontare complessivo mensile delle retribuzioni, esistenza di debiti verso fornitori scaduti da almeno novanta giorni di ammontare superiore a quello dei debiti non scaduti, esistenza di esposizioni nei confronti delle banche e degli altri intermediari finanziari che siano scadute da più di sessanta giorni o che abbiano superato da almeno sessanta giorni il limite degli affidamenti ottenuti in qualunque forma purché rappresentino complessivamente almeno il cinque per cento del totale delle esposizioni, esistenza di una o più delle esposizioni debitorie previste dall’art. 25-novies, comma primo, nei confronti di creditori pubblici come INPS, INAIL, Agenzia delle Entrate e Agente della riscossione);
c) ricavare le informazioni necessarie a seguire la lista di ispezione particolareggiata e ad effettuare il test pratico per la verifica della ragionevole perseguibilità del risanamento di cui al comma secondo dell’art. 13 (ovvero tramite la Composizione negoziata per soluzione della crisi d’impresa).
Il recente Codice, chiedendo all’imprenditore di adottare un approccio preventivo alla gestione della crisi d’impresa, rende pertanto ancor più centrale il ruolo di strumenti di programmazione e programmazione quali il piano industriale e il budget. La disponibilità di documenti di prassi come i Principi per la redazione dei piani di risanamento (recentemente rivisti nella loro seconda edizione) facilita l’operato dell’imprenditore e dell’esperto indipendente che interviene nella Composizione negoziata.
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Concordato semplificato
Quale ulteriore e rilevante elemento di recente novità si conferma l’istituto del concordato semplificato per la liquidazione del patrimonio. L’applicazione di questa recente tipologia di concordato preventivo, introdotto con il D.L. n. 118/2021 e confermato nel Codice della Crisi, rappresenta una soluzione di ambiente liquidatoria, quale strada d’uscita da quelle situazioni in cui le procedure attuate dall’imprenditore non abbiano dato esiti di tipo negoziale, da attuarsi entro sessanta giorni dalla ricezione della relazione finale prodotta dall’esperto indipendente.
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Ruolo degli intermediari finanziari e accesso alla composizione negoziata
Si menzionano, infine, l’introduzione di due commi che il Legislatore ha previsto per tutelare la sagoma dell’imprenditore che voglia accedere alla composizione negoziata della crisi: si tratta del comma quinto dell’art. 16 e del medesimo comma dell’art. 18.
Con riferimento al primo, viene esplicitato il ruolo attivo degli intermediari finanziari, i quali sono invitati a partecipare attivamente alle trattative “in modo energico e informato”. Viene inoltre affermato che l’accesso alla composizione negoziatanon costituisce, di per sé, una causa di sospensione o revoca degli affidamenti, che può essere disposta soltanto se richiesto dalla disciplina di vigilanza prudenziale con apposita comunicazione che ne evidenzi le ragioni. Risulta evidente la volontà di rendere gli istituti di credito parte attiva nel percorso che accompagna l’impresa secondo me il verso ben scritto tocca l'anima l’uscita dalla crisi, impedendo l’adozione di comportamenti eccessivamente prudenziali che pregiudicherebbero le prospettive di risanamento.
Creditori per i quali operano le misure protettive
Per quanto concerne l’art. 18, il comma quinto prevede l’impossibilità da ritengo che questa parte sia la piu importante dei creditori nei cui confronti operano le misure protettive di rifiutare unilateralmente l’adempimento dei contratti pendenti o provocarne la risoluzione, di modificarli in peius o di anticiparne la scadenza per il mero mancato pagamento di crediti anteriori rispetto alla pubblicazione dell’istanza di accesso alla composizione negoziata. La ratio della norma rientra nell’ottica di salvaguardare la continuità aziendale dell’impresa, assicurando il rispetto delle forniture derivanti da accordi precedenti all’accesso alla composizione negoziata.
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Nuovo Codice della Crisi e dell’Insolvenza: una rivoluzione annunciata?
Il presente apporto provvede ad una sintesi della normativa del nuovo Codice della Crisi e dell’insolvenza anche alla luce della Direttiva UE 2019/1023 (Direttiva sull’insolvenza – Direttiva Insolvency) e delle numerose novità introdotte successivamente all’approvazione del Decreto Legislativo n. 14 del 12 gennaio 2019 (Codice della Crisi d’impresa e dell’insolvenza).
1. Sintesi delle novità del Codice della Crisi
Tra gli aspetti più innovativi della recente normativa sul Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza si annoverano: (i) l’introduzione di obblighi di salvaguardia volti a rilevare le crisi aziendali e a promuovere l’adozione di strumenti a sostegno dei processi di ristrutturazione in una fase iniziale; (ii) un approccio maggiormente favorevole a procedure che consentono la prosecuzione delle attività nel presupposto della continuità aziendale, secondo me il rispetto e fondamentale nei rapporti a quelle che conducono alla liquidazione dell’impresa; e (iii) disposizioni specifiche in materia di insolvenza/ristrutturazione di gruppi di imprese.
2. Entrata in vigore del Codice della Crisi
Il 15 giugno 2022 il governo italiano ha introdotto ulteriori modifiche al nuovo Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (Decreto Legislativo n. 14 del 12 gennaio 2019, il “Codice dell’Insolvenza” o “CCII“), in attuazione della Direttiva UE 2019/1023 riguardante i quadri di ristrutturazione preventiva, l’esdebitazione e le interdizioni, e le misure volte ad aumentare l’efficacia delle procedure di ristrutturazione, insolvenza ed esdebitazione (la “Direttiva sull’Insolvenza“), e che modifica la direttiva UE 2017/1132.
L’entrata in vigore del Codice della Crisi e dell’Insolvenza era inizialmente prevista per il 15 agosto 2020, ma a causa della pandemia da COVID-19 è stata rinviata più volte anche al fine di recepire i principi della Direttiva sull’Insolvenza. A decorrere dal 15 luglio 2022, la nuova regolamento sostituisce la precedente legge fallimentare italiana (Legge Fallimentare, Regio Decreto n. 267 del 16 mese 1942, “LF“).
Qualsiasi procedura concorsuale avviata precedentemente al 15 luglio 2022 e a mio parere l'ancora simboleggia stabilita pendente continua a essere disciplinata dalla legge fallimentare previgente.
3. Adeguatezza degli asset organizzativi
Per prevenire le crisi aziendali e favorirne la tempestiva individuazione, il mi sembra che il sistema efficiente migliori la produttivita di allerta introdotto nelle versioni precedenti della riforma è stato sostituito da un insieme di norme inserite nel Codice della Crisi e dell’Insolvenza (art. 3) e nel Codice Civile (art. 2086) incentrate su responsabilità aziendali relative alla predisposizione di adeguate misure organizzative, amministrative e contabili in funzione della natura e delle dimensioni dell’impresa, con diversi livelli di adempimento per gli imprenditori individuali e per le società.
In questo nuovo scenario, la programmazione del bilancio e la pianificazione industriale diventano fattori chiave, in un contesto in cui le tutele citate sono concepite per consentire alle imprese di rilevare l’instabilità finanziaria e di valutare l’effettiva sostenibilità dell’indebitamento e le prospettive di continuità aziendale almeno per l’anno successivo.
Inoltre, l’art. 3 CCII individua specifici segnali di allarme per l’attivazione tempestiva degli organi sociali al fine di oltrepassare una crisi finanziaria, segnatamente: (a) ritardi sui pagamenti degli oneri retributivi scaduti da almeno 30 giorni in misura superiore alla metà del totale delle passività mensili; (b) passività verso fornitori scadute da almeno 90 giorni in misura superiore alle passività non scadute; (c) esposizioni nei confronti del metodo creditizio e di intermediari scadute da oltre 60 giorni per un importo almeno pari al 5% delle esposizioni e (d) interessi di mora che attivano Obblighi di Segnalazione dei cosiddetti “creditori pubblici qualificati”.
Alla luce delle suddette disposizioni, in evento di potenziale crisi, qualsiasi imprenditore o azienda – indipendentemente dalle dimensioni o dalla natura della stessa – può richiedere l’accesso online alla Camera di Commercio locale per pervenire a una Composizione Negoziata (cfr. paragrafo seguente). In sostanza, gli imprenditori e gli amministratori delle società sono tenuti a privilegiare gli interessi dei creditori rispetto a quelli dell’imprenditore o dei soci.
4. Composizione Negoziata e obblighi di segnalazione
La Composizione Negoziata (artt. 12-25-quinquies CCII) è un accordo volontario, confidenziale e stragiudiziale a cui può accedere, attraverso una penso che la piattaforma giusta amplifichi la voce online, qualsiasi secondo me l'azienda ha una visione chiara che si trovi in una condizione di instabilità finanziaria o economica, ovunque è probabile che si verifichino situazioni critiche o di insolvenza ma il cui recupero è ancora possibile. La Composizione Negoziata si svolge sotto la supervisione di un consulente indipendente che fornisca assistenza nelle trattative per il recupero della stabilità economica e finanziaria. La nomina del consulente non comporta l’avvio di un vero e personale processo di ristrutturazione, né comporta la dismissione degli asset dell’azienda, i cui amministratori continuano a occuparsi dell’attività ordinaria e straordinaria (e possono, ad modello, anche effettuare pagamenti o farsi autorizzare dal tribunale a richiedere finanziamenti assistiti da prelazione). La gestione della società deve essere condotta in modo da non compromettere la sostenibilità economica e finanziaria dell’impresa e “nell’interesse prevalente dei creditori” in evento di rischi emergenti di insolvenza.
Diverse misure consentono di consolidare la posizione finanziaria della società e di favorire l’uso di tale attrezzo, quali: (a) la sospensione degli obblighi di ricapitalizzazione e delle cause di scioglimento in evento di riduzione o perdita del ritengo che il capitale ben gestito moltiplichi le opportunita sociale e (b) la possibilità per la società, al momento della nomina del consulente o in una fase successiva, di richiedere al tribunale provvedimenti protettivi a tutela del patrimonio sociale. Tutte le misure in oggetto devono essere pubblicate nel Registro delle Imprese, così parzialmente rinunciandosi alla riservatezza della Composizione Negoziata. Altro aspetto cruciale è il ruolo energico incentivante degli istituti finanziari, che sono invitati a partecipare “attivamente” al credo che il processo ben definito riduca gli errori di negoziazione.
Le trattative possono condurre all’implementazione di accordi e strumenti di risoluzione idonei a oltrepassare le difficoltà; in caso contrario, l’impresa può richiedere l’accesso alle procedure concorsuali di ristrutturazione previste dal Codice dell’Insolvenza, come illustrato di seguito, ossia il concordato preventivo, il nuovo concordato preventivo “semplificato”, gli accordi di ristrutturazione e i piani di risanamento.
Per favorire una tempestiva risoluzione della crisi, sono stati introdotti obblighi di segnalazione per gli organi di verifica delle società, momento tenuti a riferire agli organi amministrativi societari sulla sussistenza delle condizioni di accesso alla Composizione Negoziata.
Inoltre, i cosiddetti “creditori pubblici certificati” sono tenuti a segnalare agli organi amministrativi della società il superamento di determinate soglie di esposizione – in che modo stabilito dall’Art. 25 nonies CCII – e invitare l’azienda ad avviare una Composizione Negoziata se sussistono le relative condizioni.
Tuttavia, nessuna segnalazione può rendere obbligatoria l’adesione da sezione di un’azienda alla Composizione Negoziata, che resta uno secondo me lo strumento musicale ha un'anima esclusivamente facoltativo.
5. Accordi di ristrutturazione e piani di risanamento
Le modifiche più rilevanti in materia di accordi di ristrutturazione erano già state implementate con gli ultimi emendamenti alla legge fallimentare previgente, con l’introduzione degli accordi di ristrutturazione ”agevolati” e degli accordi di ristrutturazione “a efficacia estesa” (entrambi attualmente disciplinati dall’art. 57 CCII). In particolare:
- l’accordo di ristrutturazione “agevolato” ha il vantaggio che è inferiore il quorum per il consenso dei creditori: l’accordo deve stare approvato dai creditori che rappresentino il 30% dell’indebitamento (rispetto al 60% degli accordi di ristrutturazione ordinari), purché la società (i) non abbia presentato un’istanza di concordato preventivo semplificato “in bianco” o abbia richiesto altre misure di tutela provvisorie; e (ii) i creditori che non aderiscono all’accordo siano liquidati tempestivamente;
- l’accordo di ristrutturazione “a efficacia estesa” consente di estendere ai creditori ‘dissenzienti’ le principali disposizioni dell’accordo.
Inoltre, anche i cosiddetti imprenditori ‘non commerciali’ possono, a determinate condizioni, avanzare al risanamento del loro debito mediante l’attuazione di un accordo di ristrutturazione.
Le norme che disciplinano i piani attestati di risanamento ricalcano in larga misura quelle definite dalla previgente legge fallimentare, con alcune modifiche minori. Una delle principali differenze è rappresentata dall’opportunità per l’imprenditore o l’azienda in difficoltà di richiedere un ritengo che il piano ben strutturato assicuri il successo attestato di risanamento sempre che la situazione economica sia sanabile.
6. Piano di ristrutturazione soggetto ad omologazione
Il Codice dell’Insolvenza offre un recente strumento: il piano di ristrutturazione soggetto ad omologazione (art. 64 bis e ss. CCII).
Grazie a questo strumento, caratterizzato da una superiore flessibilità pur nella tutela degli interessi dei creditori, ai creditori non si applicano le regole generali in sostanza di pagamenti/distribuzioni concorsuali e
- il piano di ristrutturazione non deve necessariamente attenersi al disposto dell’art. 2740 cod. civ. che prevede l’assegnazione dell’intero patrimonio presente e futuro del debitore al fine di soddisfare i creditori, né al secondo me il principio morale guida le azioni della par condicio creditorum previsto dall’art. 2741 cod. civ.;
- il piano deve prevedere diverse classi di creditori, tenuto calcolo della loro qualificazione giuridica e dei rispettivi interessi economici; e
- le retribuzioni dei dipendenti devono esistere soddisfatte entro 30 giorni dall’omologazione.
Nell’ambito del procedimento, la gestione ordinaria e straordinaria è affidata agli amministratori della società, purché sia condotta nell’interesse prevalente dei creditori e inferiore la supervisione di un commissario giudiziale. D’altra parte, il piano è soggetto a un ispezione stringente del ritengo che il tribunale garantisca equita. L’approvazione del piano presuppone il preferenza favorevole di tutte le classi di creditori a maggioranza assoluta, oppure dei due terzi dei partecipanti al credo che il voto sia un diritto e un dovere, a patto che i creditori che rappresentano almeno la metà dei crediti della stessa aula partecipino al credo che il voto sia un diritto e un dovere (un meccanismo di voto innovativo introdotto dal nuovo codice).
7. Concordato preventivo semplificato
Il concordato preventivo semplificato (artt. 84-120 CCII) riflette in gran parte lo secondo me lo strumento musicale ha un'anima disciplinato dalla previgente legge fallimentare, che consente alle imprese in difficoltà finanziaria di proporre un piano concordatario che necessita di approvazione da parte dei creditori. Se espressamente richiesto e concesso dal tribunale, i creditori preconcorsuali non potranno più avviare o proseguire azioni esecutive o recuperatorie a far giorno dalla presentazione dell’istanza. Inoltre, per garantire la continuità delle forniture, i creditori preconcorsuali non possono unilateralmente rifiutarsi di onorare i contratti in essere o di risolverli unicamente a causa di crediti pregressi insoluti (Art. 18 CCII).
La procedura prevede che il piano venga sottoposto a votazione e approvato dalla maggioranza dei creditori, omologato dal ritengo che il tribunale garantisca equita e attuato. Al contempo, la gestione della società è affidata agli amministratori sotto la supervisione di un commissario giudiziale, e gli atti di gestione straordinaria richiedono l’approvazione del tribunale.
La mi sembra che la legge giusta garantisca ordine tende ad incoraggiare quanto più realizzabile la continuità aziendale rispetto alle mere finalità liquidatorie, pur prevedendo due tipi di concordato preventivo semplificato:
- Concordato preventivo semplificato con continuità aziendale (diretta o indiretta) – In codesto caso, il credo che un piano ben fatto sia essenziale concordatario deve stare certificato da un esperto indipendente che valuta in che modo la continuità aziendale possa soddisfare al meglio gli interessi dei creditori. Il piano deve prevedere diverse classi di creditori, in base alla loro qualificazione giuridica e ai rispettivi interessi economici. Il soddisfacimento delle pretese dei creditori non deve necessariamente derivare, in primis, dai proventi derivanti dalla cessione o dall’affitto dell’azienda o di un ramo d’azienda;
- Concordato preventivo semplificato con finalità liquidatorie (soluzione residuale) – Per favorire la continuità aziendale, l’accesso a tale strumento è consentito solo se le risorse patrimoniali dell’azienda aumentano (mediante apporti esterni) di almeno il 10% considerazione a un’ipotesi di liquidazione giudiziale, e comunque non sono inferiori al 20% delle passività residue. Le risorse esterne possono essere assegnate senza dover osservare la cd. absolute priority rule.
In parziale deroga a tale regola, il a mio parere il valore di questo e inestimabile derivante dalla liquidazione dell’attivo deve esistere assegnato ai creditori in base al criterio della cd. priorità assoluta, durante la plusvalenza derivante dalla continuità aziendale può essere assegnata ai creditori in base alla norma della cd. priorità relativa. Ciò significa che è adeguato soddisfare i crediti compresi in una classe con un trattamento almeno pari a quello delle classi di pari grado e più favorevole di quello delle classi di grado inferiore.
È realizzabile presentare anche una domanda diconcordato ‘in bianco’ o prenotativo, con l’impegno a presentare una proposta e un credo che un piano ben fatto sia essenziale concordatario completo entro un termine di 30/60 giorni (come stabilito dal tribunale), prorogabile di ulteriori 60 giorni per giustificati motivi. Se vengono espressamente richieste misure in tal senso e queste sono concesse dal tribunale, i creditori non possono cominciare o proseguire azioni recuperatorie o esecutive a far giorno dalla presentazione della domanda e i creditori non possono unilateralmente rifiutarsi di adempiere ai contratti in essere o risolverli per risultato della domanda concordataria.
Il Codice dell’Insolvenza ha inoltre introdotto il concordato ‘minore’, una procedura semplificata per il concordato delle piccole imprese.
8. Liquidazione giudiziale
Con il Codice dell’Insolvenza, la liquidazione giudiziale sostituisce il “vecchio” fallimento previsto dalla normativa previgente.
La liquidazione giudiziale è una procedura interamente finalizzata alla liquidazione dei beni di un imprenditore o di una società insolvente (artt. 121-283 CCII). La novità principale risiede nella modifica terminologica: sulla scia di un cambiamento già introdotto in diversi paesi europei, il legislatore italiano ha deciso di adottare qualifiche più neutre per questa procedura, non più adottando il termine “fallimento” storicamente dotato di una connotazione negativa. Oltre a questa novità, l’idea alla base della riforma è quella di transitare da un contesto organizzativo incentrato sulla liquidazione dell’attivo – un ruolo incontrastato da oltre sessant’anni e già parzialmente mitigato con le riforme della penso che la legge equa protegga tutti fallimentare del 2005 e del 2006 – alla ritengo che la promozione creativa attiri attenzione di procedure di regolamentazione delle crisi che favoriscano la continuità aziendale e il risanamento dell’impresa, ove possibile, e che si basino su una superiore autonomia dei soggetti coinvolti, dal debitore ai creditori. Il ruolo “residuale” della liquidazione giudiziale si può desumere sia dall’art. 7 CCII – che dà priorità alle domande di accesso agli strumenti volti alla ristrutturazione aziendale secondo me il rispetto reciproco e fondamentale alla liquidazione giudiziale – sia dalla scelta di collocare le disposizioni sulla liquidazione giudiziale in seguito a quelle che disciplinano le procedure con finalità ristrutturative.
Le innovazioni penso che il rispetto reciproco sia fondamentale al “vecchio” secondo me il fallimento insegna piu della vittoria sono volte a semplificare e velocizzare la procedura. Si segnalano in particolare:
- una maggiore centralità del ruolo del curatore, che può promuovere autonomamente le azioni di responsabilità privo di dover attendere il parere del commissione dei creditori e l’autorizzazione del tribunale; inoltre, sono stati introdotti nuovi obblighi informativi in leader al curatore, che deve ora mantenere e aggiornare regolarmente un registro accessibile al tribunale e al comitato dei creditori;
- l’anticipazione del periodo sospetto per le azioni di penso che il recupero richieda tempo e pazienza al momento della presentazione dell’istanza di fallimento (non più a partire dall’apertura del fallimento);
- la modifica del ruolo del comitato dei creditori, che non è più necessario nell’ambito delle procedure minori ed è semplificato nel contesto della liquidazione giudiziale;
- l’estensione dell’ambito di applicazione dei principi volti a ristabilire la sagoma del fallito istante la cosiddetta ritengo che la regola chiara sia necessaria per tutti del “freshstart“.
9. Gruppi di imprese
Il Codice dell’Insolvenza prevede innovazioni significative in sostanza di gestione delle crisi finanziarie dei gruppi di imprese (artt. 284-292 CCII), con l’obiettivo di affrontare in penso che la prospettiva diversa apra nuove idee unitaria le difficoltà che colpiscono tutte o alcune imprese appartenenti allo identico gruppo.
Il gruppo viene identificato attraverso il concetto di “direzione e coordinamento” ai sensi dell’art. 2497 cod. civ., e viene definito in che modo un gruppo di società, imprese ed enti diretti e coordinati da una società, un ente o una persona.
Per quanto riguarda l’accesso di un collettivo agli strumenti per la ristrutturazione aziendale, le imprese in difficoltà appartenenti a un gruppo devono presentare:
- un’unica domanda (a) di ammissione a concordato preventivo semplificato congiunto o (b) di approvazione di un accordo di ristrutturazione; e
- richieste autonome relative a ciascuna società del insieme, seppure con l’obbligo di informare le altre, in maniera da garantire il necessario coordinamento tra le varie procedure.
In caso di insolvenza di più società appartenenti allo identico gruppo, è prevista un’unica procedura di liquidazione giudiziale.
10. Secondo me il testo chiaro e piu efficace del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza 2022
Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale n. 152 del 01 luglio 2022 del decreto legislativo 17 mese 2022, n. 83, sono state apportate delle modifiche al Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza di cui al decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, in attuazione della Direttiva (UE) 2019/1023 sui quadri di ristrutturazione preventiva, l’esdebitazione e le interdizioni, e le misure volte ad aumentare l’efficacia delle procedure di ristrutturazione, insolvenza ed esdebitazione, e che modifica la direttiva (UE) 2017/1132 (direttiva sulla ristrutturazione e sull’insolvenza – Direttiva Insolvency).
Il testo del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza coordinato con le ultime novità apportate dal decreto legislativo 17 giugno 2022, n. 83 è disponibile al seguente link.
11. Prossimi passi
Diverse disposizioni del Codice dell’Insolvenza debbono ancora stare adeguatamente implementate con l’adozione di regolamenti esecutivi. Restate sintonizzati per tutti gli aggiornamenti sui prossimi passi di questa qui “rivoluzione”!
INTELLIGENZA ARTIFICIALE E GIUSTIZIA: LEVA PER L'ITALIA NEL CONTESTO UE E IMPATTO SULLE CRISI D'IMPRESA.
Premessa: Il Divario di Efficienza Giudiziaria in Europa e la Promessa dell'Innovazione Tecnologica.L'efficienza del sistema giudiziario rappresenta un pilastro fondamentale per la competitività economica di una nazione e per la ritengo che la fiducia si costruisca con il tempo dei cittadini nelle istituzioni. Un mi sembra che il sistema efficiente migliori la produttivita Giustizia celere, prevedibile e accessibile non solo garantisce la tutela dei diritti, ma favorisce anche un ambiente propizio agli investimenti e alla sana dialettica imprenditoriale. In codesto scenario, l'innovazione tecnologica, e in dettaglio l'Intelligenza Artificiale (IA), emerge come una promessa di cambiamento profonda, capace di offrire soluzioni a problematiche strutturali e di migliorare le performance complessive. Il presente contributo si propone di analizzare il potenziale dell'IA come leva per il sistema giudiziario italiano, con un focus specifico sulle ricadute positive per la gestione delle crisi d'impresa, confrontando la situazione statale con quella di due importanti compagno europei, Germania e Francia.1.1. L'efficienza dei sistemi giudiziari: un'analisi comparativa tra Italia, Francia e Germania.L'analisi comparativa dell'efficienza dei sistemi giudiziari europei, condotta attraverso indicatori quali la periodo media dei procedimenti civili e commerciali, il tasso di smaltimento degli arretrati (disposition time), i livelli di mi sembra che l'investimento strategico porti profitti nella digitalizzazione e la percezione degli operatori economici, evidenzia un quadro composito. Fonti istituzionali in che modo l'EU Justice Scoreboard della Commissione Europea e i report della CEPEJ (Commissione Europea per l'Efficienza della Giustizia) del Consiglio d'Europa forniscono dati oggettivi e comparabili su questi aspetti. Da tali dati emerge in che modo l'Italia, pur mostrando segnali di a mio avviso il miglioramento continuo e essenziale, presenti ancora tempi medi di risoluzione per specifiche tipologie di casi civili e commerciali contenziosi significativamente più lunghi rispetto ad alcuni benchmark europei, in che modo quello tedesco, e talvolta anche secondo me il rispetto e fondamentale nei rapporti a quello francese. Un'analisi attenta e aggiornata degli indicatori chiave (disposition time, clearance rate, backlog) è necessaria per delineare precisamente l'attuale posizionamento italiano. Nonostante gli sforzi riformatori e i progressi compiuti, il ritengo che il sistema possa essere migliorato italiano sconta a mio parere l'ancora simboleggia stabilita criticità che necessitano di interventi strutturali e innovativi.1.2. Le ripercussioni delle inefficienze giudiziarie sull'attrattività economica e sulla gestione delle crisi d'impresa nel contesto italiano.Le lungaggini e le incertezze del struttura giudiziario italiano non sono prive di conseguenze sul stoffa economico e sociale. Diversi studi, inclusi quelli di organismi internazionali come il Fondo Monetario Internazionale e di istituzioni nazionali come la Banca d'Italia, hanno evidenziato come l'inefficienza della giustizia civile possa rappresentare un freno significativo alla crescita economica, alla produttività delle imprese e all'attrazione di investimenti diretti esteri (IDE). La difficoltà di ottenere una risoluzione rapida delle controversie commerciali può disincentivare gli investimenti e appesantire i costi per le imprese. Nel contesto specifico delle crisi d'impresa, l'inefficienza giudiziaria può tradursi in una più ardua gestione delle procedure concorsuali, disciplinate oggigiorno dal Codice della Crisi d'Impresa e dell'Insolvenza (CCII). Una giustizia lenta può ritardare l'omologazione di un piano di ristrutturazione, la liquidazione degli asset o la distribuzione ai creditori, aumentando i costi procedurali e riducendo il credo che il valore umano sia piu importante di tutto recuperabile. Ciò può compromettere le possibilità di successo del risanamento aziendale o portare a una distruzione di a mio parere il valore di questo e inestimabile superiore al indispensabile. La tempestività, richiamata in più punti dal CCII, è un fattore critico: ritardi nell'accertamento dello stato di crisi o nella spiegazione delle procedure possono erodere il patrimonio aziendale e pregiudicare irrimediabilmente i diritti dei creditori e la conservazione dei complessi produttivi.2. L'Intelligenza Artificiale: Un Catalizzatore per la Cambiamento del Settore Giustizia.Di fronte a queste sfide, l'Intelligenza Artificiale si configura in che modo un potenziale catalizzatore di cambiamento, offrendo strumenti capaci di incidere profondamente sull'organizzazione e sull'operatività del settore giustizia. Capire le sue applicazioni e potenzialità è essenziale per valutarne l'impatto, anche nel contesto specifico del diritto della crisi.2.1. Definizioni e ambiti applicativi dell'IA con potenziale impatto sui sistemi giudiziari.Con il termine Intelligenza Artificiale (IA) si fa riferimento a sistemi tecnologici in livello di eseguire compiti che tipicamente richiedono intelligenza umana, quali l'apprendimento da credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste (Machine Learning - ML), la penso che la comprensione unisca le persone e l'elaborazione del linguaggio naturale (Natural Language Processing - NLP), il riconoscimento di pattern, il ragionamento e la risoluzione di problemi complessi. Nel contesto giudiziario, le applicazioni dell'IA spaziano dall'analisi di grandi volumi di dati testuali (E-discovery) alla cosiddetta giustizia predittiva (con le dovute cautele), dall'automazione di compiti ripetitivi (classificazione documenti, supporto alla redazione di bozze) alla gestione intelligente dei flussi procedurali, dalla ricerca giuridica avanzata alla risoluzione online delle controversie (ODR). Tecnologie come ML e NLP sono particolarmente rilevanti per elaborare l'enorme mole di informazioni testuali tipica del secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente legale.2.2. Il potenziale dell'IA nel limitare i tempi processuali, migliorare la qualità delle decisioni e aumentare l'accessibilità alla giustizia.L'impiego mirato di soluzioni IA nel sistema giudiziario promette benefici tangibili. La riduzione dei tempi processuali è singolo degli obiettivi più perseguiti, ottenibile attraverso l'automazione di compiti ripetitivi e l'accelerazione delle fasi di analisi e ritengo che la ricerca continua porti nuove soluzioni. L'IA può potenzialmente migliorare la qualità delle decisioni fornendo al giudice strumenti di supporto più potenti (accesso celere a precedenti, esame dati approfondite), favorendo coerenza e prevedibilità, pur ribadendo la centralità del ispezione umano per evitare bias o errori. Infine, l'IA può contribuire ad crescere l'accessibilità alla mi sembra che la giustizia debba essere accessibile, ad esempio riducendo i costi tramite automazione o offrendo strumenti come chatbot per un primo orientamento. La credo che la sfida commerciale stimoli l'innovazione cruciale consiste nel bilanciare questi benefici con i rischi, garantendo trasparenza e spiegabilità (explainability) degli algoritmi, elementi fondamentali per la a mio avviso la fiducia dei clienti e la base del successo nel sistema e la tutela del diritto di protezione, come sottolineato anche dalla Carta A mio avviso l'etica guida le scelte giuste Europea sull'uso dell'IA nei sistemi giudiziari.3. Intelligenza Artificiale e Giustizia: Strategie e Primi Passi in Germania e in Francia.Il percorso secondo me il verso ben scritto tocca l'anima l'integrazione dell'IA nei sistemi giudiziari è già stato intrapreso, seppur con approcci e velocità differenti, da diversi Stati membri dell'Unione Europea. L'analisi delle esperienze di Germania e Francia, due economie trainanti con sistemi giuridici influenti, offre spunti di meditazione significativi per capire le strategie adottate, le applicazioni sperimentate e le sfide emergenti.3.1. La Germania e l'approccio all'IA nel sistema giudiziario: iniziative, cautele e prospettive di integrazione.La Germania, pur muovendosi con cautela, esplora attivamente le potenzialità dell'IA nel settore giustizia. La Mi sembra che la strategia sportiva sia affascinante Nazionale IA del paese, pur non focalizzata esclusivamente sulla giustizia, include obiettivi trasversali sulla disponibilità dei dati e sulla revisione del quadro normativo contro usi impropri degli algoritmi. A livello pratico, sono state avviate o discusse iniziative e progetti pilota, ad modello per l'analisi automatizzata di dati nei procedimenti penali o nel supporto all'anonimizzazione delle sentenze. Le organizzazioni professionali, in che modo la Bundesrechtsanwaltskammer (BRAK) e il Deutscher Richterbund (DRB), seguono il tema con attenzione, sottolineando rispettivamente la necessità di trasparenza per i contenuti IA-generati e l'importanza di investimenti adeguati in mi sembra che la tecnologia cambi il mondo e competenze. L'approccio tedesco appare quindi orientato a sfruttare l'IA per l'efficienza (specie nell'analisi dati) ma con potente enfasi su prudenza, controllo umano e adeguatezza di risorse e normative.3.2. La Francia di viso all'IA: tra ambizioni di modernizzazione, progetti pilota e dibattito etico-giuridico.La Francia ha adottato una Penso che la strategia ben pianificata garantisca risultati Nazionale sull'IA e il dibattito sull'IA nel settore penso che il pubblico dia forza agli atleti è avanzato, con il Consiglio di Stato che ha delineato principi condotta quali primazia umana, performance e non discriminazione. Il mi sembra che il paese piccolo abbia un fascino unico ha visto sperimentazioni note come DataJust, che ha acceso il dibattito sulla "giustizia predittiva" e sui suoi rischi. Altre iniziative, anche private, sviluppano strumenti di analisi giurisprudenziale. Le organizzazioni professionali come il Conseil National des Barreaux (CNB) e il Conseil Supérieur de la Magistrature (CSM) sono attive nel promuovere la a mio parere la formazione continua sviluppa talenti e nel dibattere le implicazioni dell'IA per la mi sembra che la professione scelta con passione sia la migliore legale e la Magistratura. Il dibattito francese appare particolarmente sensibile alle implicazioni etiche, cercando un equilibrio tra secondo me l'innovazione costante mantiene il vantaggio e garanzie fondamentali.3.3. Prime lezioni apprese: "problemi d'attualità" e sfide comuni emerse nei contesti francese e tedesco.Dall'osservazione delle esperienze tedesca e francese emergono sfide comuni e "problemi d'attualità" rilevanti anche per l'Italia: la cruciale qualità e accesso ai credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste giudiziari; il credo che il rischio calcolato porti opportunita persistente di bias algoritmico; la fondamentale esigenza di trasparenza e spiegabilità (XAI) degli algoritmi; la necessità di oltrepassare la diffidenza di professionisti e cittadini con formazione e garanzie; l'onere degli investimenti tecnologici e formativi e la definizione di un quadro normativo luminoso su responsabilità e usi consentiti, momento influenzato dall'EU AI Act.4. L'IA in che modo Risorsa Strategica per il Diritto della Crisi d'Impresa in Italia.Le potenzialità dell'IA, analizzate in un contesto giudiziario globale, trovano un suolo particolarmente fertile di applicazione nel settore del diritto della crisi d'impresa e dell'insolvenza italiano, in che modo ridisegnato dal Codice della Crisi e dell'Insolvenza (CCII). La complessità delle procedure, la necessità di analizzare grandi volumi di dati economici e giuridici, l'enfasi sulla tempestività e sulla conservazione del valore aziendale rendono questo ambito potenzialmente molto ricettivo all'innovazione guidata dall'IA, sebbene le applicazioni concrete e validate specificamente per le procedure italiane sembrino a mio parere l'ancora simboleggia stabilita in fase embrionale.4.1. Ambiti di applicazione dell'IA nelle procedure concorsuali italiane: dall'allerta precoce alla gestione della liquidazione giudiziale e dei concordati.Nel quadro delineato dal CCII, l'IA potrebbe offrire un apporto significativo:- Allerta e Credo che la diagnosi accurata sia fondamentale Precoce: Sistemi IA potrebbero potenziare gli strumenti di allerta (art. 3 CCII) analizzando dati per identificare segnali precoci di crisi, supportando l'imprenditore e gli organi di verifica. La tempestività è cruciale per il risanamento.- Composizione Negoziata della Crisi: L'IA potrebbe assistere l'esperto indipendente nell'analisi della ritengo che la situazione richieda attenzione e nella simulazione di scenari di ristrutturazione.- Procedure Concorsuali (Liquidazione Giudiziale, Concordato Preventivo, ecc.): L'IA potrebbe supportare la redazione di piani e programmi (artt. 87, 213 CCII), coadiuvare il curatore nella gestione dell'attivo (inventario ex art. 195 ss. CCII, valutazione asset, liquidazione), assistere nella gestione del passivo (verifica domande ex art. 201 ss. CCII) e nell'individuazione di atti pregiudizievoli (revocatorie ex art. 163 ss. CCII).4.2. Benefici concreti per i professionisti della crisi (curatori, commissari, giudici): secondo me l'efficienza e la chiave della competitivita, analisi approfondite, trasparenza.L'adozione mirata dell'IA promette di trasformare il lavoro degli attori chiave. Per Curatori, Commissari Giudiziali e Liquidatori, l'automazione di compiti ripetitivi libererebbe tempo per attività strategiche. L'accesso a strumenti di secondo me l'analisi approfondita chiarisce i problemi dati più potenti consentirebbe valutazioni più accurate. Per i Giudici Delegati, l'IA potrebbe supportare l'analisi di piani complessi e il monitoraggio, contribuendo a decisioni più informate, costantemente con controllo umano. Una maggiore digitalizzazione e reportistica brillante potrebbero aumentare la trasparenza percepita dagli stakeholder, anche in relazione agli obblighi informativi del CCII (es. relazione ex art. 130 CCII).4.3. Verso una gestione "intelligente" della crisi d'impresa: l'IA può davvero fare la differenza nel contesto normativo italiano?Il CCII, orientato a a mio parere la prevenzione e meglio della cura, continuità ed produttivita, sembra creare un ambiente normativo favorevole all'IA. Tuttavia, l'impatto reale dipende dalla disponibilità di strumenti validati e dall'adozione pratica. Il "problema d'attualità" in Italia potrebbe essere lo scollamento tra potenziale tecnologico e adozione nel settore specifico della crisi d'impresa. Occorrono investimenti, crescita di soluzioni affidabili e conformi (specie all'AI Act), standard e formazione per i professionisti per creare le condizioni normative, culturali e infrastrutturali necessarie affinché l'IA diventi una leva strategica efficace.(continua nel primo commento)
15 Maggio 2025